La prima reazione è: “Vabbé, state esagerando. Ora volete monetizzare su qualsiasi cosa”. Poi però approfondisci un attimo, e qualche dubbio in più sale. I fatti: nei prossimi trenta giorni la sala d’ingresso del Berghain sarà interamente rinnovata. Un’operazione su cui il club berlinese ha anche costruito un’apposita campagna, con tanto di sito. Questo per un motivo ben preciso: nel rifare tutto quanto, sarà tirato definitivamente giù anche il grande murale, dal titolo “Rituale Des Verschwindens” (“Rituali della scomparsa”), che contrassegnava la parete principale della sala d’ingresso, opera dell’artista polacco Piotr Nathan.
Murale gigantesco, contrassegnato da 171 tasselli d’alluminio. Tutti messi in vendita, ora. Tramite il sito in questione. Il sito lo potete trovare qui, ma se pensavate di portarvi a casa uno dei tasselli, beh, lasciate stare: a occhio sono già andati tutti esauriti. Pare, al prezzo di 500 euro l’uno (…ma non abbiamo fatto in tempo a controllare). Avidità? Le parole dell’artista stesso fanno venire qualche remora nello scagliarsi subito sulle invettive: “Questo murale era stato concepito per stare solo ed esclusivamente all’interno del Berghain, per essere patrimonio di chi ci entrava e dell’aura speciale che contrassegna il club”. Ha anche senso. Certo, sarebbe stato ancora più bello destinare il ricavato di questa vendita almeno in parte ad opere benefiche, ma la beneficienza non è mai un obbligo.
Quel che è vero che l’essere macchina-da-soldi è un’accusa che inizia ad accompagnare sempre più spesso il club di Am Wiezener Bahnhof. Che se è vero che offre ad un prezzo contenuto (16 euro per l’ingresso alla Klubnacht) ogni weekend una line up strepitosa, ma è anche vero che da tempo impone dei fee calmierati a chiunque ci suoni dentro (“Prendere o lasciare”) ed è anche molto attento a “proteggersi” dalla concorrenza, imponendo più o meno esplicitamente delle escusive (“O prometti di suonare solo da me, o qua non ci vieni a suonare più”). Pratica normalissima per tantissimi club, sia chiaro. Ma è anche vero che il Berghain ha costruito il suo mito su mille specificità. Saperlo così “normale”, nelle dinamiche imprenditoriali e di massimizzazione del guadagno, piccona un po’ il suo status. Occhio: che questo status non finisca per essere smantellato e venduto a pezzi, proprio come “Rituale Des Verschwindens”.