“Cosmin TRG (formalmente TRG) è uno di quei produttori che pare non abbia mai avuto una casa ne tanto meno una comunità d’appartenza, musicalmente parlando. Forse è causa del suo esser Rumeno o forse è solo dovuto al fatto che il suo suono sia tanto imprevedibile quanto le etichette su cui ha stampato. Rush Hour, BPitch Control, Hessle Audio, Hotflush sono solo alcune delle etichette con cui TRG ha lavorato” (FACT Magazine). Crediamo non ci sian migliori parole per introdurre Cosmin Nicolae… Ladies and gentlemen, welcome to Cosmin TRG world.
L’anno scorso, in un’intervista al blog “Teshno”, parlando della tua predisposizione ad imparare le lingue straniere, hai detto: “Posso ordinare da bere in oltre 6 lingue”. Se non mi sbaglio, l’italiano è una di queste 6, come mai conosci la nostra lingua?
Credo sia il risultato d’aver visto Otto e Mezzo e Batman su Canale 5 quand’ero piccolo.
Scherzi a parte, che hai da dirci al riguardo dell’Italia? Hai suonato abbastanza spesso qui ultimamente, a Venezia, Milano, Torino, Bologna (assieme ai Modeselektor) e Roma. Qual’è la tua impressione sulla nostra scena e generalmente parlando sulla nostra cultura?
Son stato fortunato perchè ho suonato in dei party veramente belli, caratterizzati da un pubblico molto educato ed istruito: ognivolta è stato un’assoluto piacere suonare qui. Ho fatto amicizia più o meno ovunque sia andato a suonare e credo che ciò la dica molto lunga sulla natura della gente che ho incontrato. M’è piaciuto molto il fatto di poter esprimermi in maniera sofisticata o semplice al contempo.
Ho menzionato i Modeselektor prima, beh, hai pubblicato il tuo primo album sulla loro etichetta 50Weapons, potresti quindi parlarci della tua rapporto con loro e come sia venuta fuori l’idea dell’album? Loro ti han dato delle linee guida da seguire per l’album o sei stato completamente libero di realizzare quello che con cui ti sentivi piu in confidenza in quel momento?
Siamo in contatto da un pezzo, avevano già firmato delle mie tracce per la loro etichetta quando mi proposero di fare l’album. Quando mi commissionarono il lavoro ero lì lì per trasferirmi a Berlino e credo non ci potesse esser momento nè posto migliore per mettersi a lavorare sull’album, specialmente perchè mi diedero completa libertà di fare qualsiasi cosa volessi. Lavoravamo contemporaneamente ai nostri album ed in stanze adiacenti e credo che ciò abbia contribuito a creare un bell’interscambio tra le stanze, alimentato da tanti caffè, sigarette e scambi di synths.
Credo che con l’album tu abbia definitivamente statuito il tuo cambiamento musicale, dalla scura, scarna e broken beat che facevi ai tuoi inizi a questa 4/4 più strutturata che cavalca house e techno. Eri solo stufo di quella musica o c’è qualcosaltro?
Ho sempre fatto la musica che ho sentito di voler fare e sono costantemente impegnato nel processo tra imparare nuove idee e correggere quelle che già ho. E’ come un processo di traduzione, ognitanto una lingua straniera suona meglio o esprime le idee in una maniera migliore. E credo ciò sia quanto successomi nel processo di transizione verso la house e la techno: credo che m’abbiano fornito una struttura migliore per quello che stavo provando a fare. Ora ho più possibilità di sperimentare ed apprezzare la diversità e credo sia una gran cosa.
Potresti parlarci della tua impressione sulla situazione della scena elettronica contemporanea? Credi stia spingendo i suoi confini verso nuovi lidi o sta solo cercando d’interpretare vecchie idee con un tocco moderno?
Credo un pò d’entrambi e considerando anche l’avvento delle nuove tecnologie e dei nuovi metodi di distribuzione della musica alla fine s’ha a disposizione molta più musica rispetto a quella precendentemente disponibile. Quindi l’ispirazione può arrivare virtualmente da qualsiasi angolo del mondo ed in qualsiasi momento. C’è molto da re-interpretare come altrettanta buona musica che s’è persa per la strada ed è divertente ritrovarla ora reinterpretata in chiave moderna. Inoltre, credo sia un qualcosa che spinga la gente ad innovare evitando che si resti incastrati negli stessi vecchi schemi e significati. Credo quindi che la musica elettronica contemporanea sia più in salute che mai, ognivolta che credi che tutto sia già stato fatto o proposto una nuova idea emerge e rende tutto fresco ed eccitante di nuovo. Viviamo tempi interessanti.
Quindi, che ci dici del tuo approccio ad una serata? Come impieghi quelle 48 ore prima dello show? Controlli chi ha suonato precendentemente al locale e cerchi di capire che cosa possa funzionare con quel pubblico o semplicemente controlli cosa c’è di meglio nei negozi di dischi, nella tua borsa e nel tuo laptop e ricontrolli quella musica?
Provo solo a far il miglior set che posso con la musica a mia disposizione! Non puoi imbrogliare il pubblico. Quando suono per la prima volta in una città cerco di carpirne le sensazioni e comprenderle, ciò che la gente s’aspetta dalla serata sostanzialmente, ma alla fine è sempre e solo il tocco personale che fà la differenza. Ovviamente, cerco quindi di proporre la miglior musica possibile, in maniera di mantenere alto l’interesse da parte di tutti, me compreso.
Qual’è il tuo set up di producer? Usi hardwares o softwares o forse entrambi assieme?
Ho migrato verso un set up quasi totalmente fatto di hardwares ma integrati con un pò di softwares. E’ bellissimo poter trarre il meglio da entrambi i mondi. Gli hardware sono solo una recente preferenza personale, ho sempre usato i softwares in passato e quindi ora le macchine non posson che esser qualcosa d’ emozionante per me. Mi piacciono le macchine ben disegnate.
Che ci puoi dire della scena rumena? Potresti parlarcene un pò?
Ci son un sacco di cose da quelle parti ultimamente, il pubblico è molto competente e c’è una salutare competizione tra i promoters per mantenere il suono il più fresco possibile. La gente è veramente amichevole e ovunque abbia suonato in Italia tutti conoscono il collettivo di Ar:pia:r quindi credo che ci sia una gran somiglianza tra la scena italiana e quella rumena, finchè si parla di house e techno.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto ultimamente? Che dovremmo aspettarci da Cosmin TRG per i prossimi mesi?
Innanzitutto, 3 remixes che ho fatto l’anno scorso usciranno tra Gennaio e Febbraio, per Skudge, Soma e Bonobo. Poi, ci sarà un’altro 12″ su 50Weapons in Aprile ed una retrospettiva per Rush Hour. Poi, ci sono anche altri piani, ma mi piace parlare delle cose concluse piuttosto che dei piani.
L’ultima domanda è al di fuori dell’argomento musica. Da qualche anno la Romania è entrata nell’Unione Europea ed anche se sei ora residente a Berlino vorrei sapere come questo fenomeno si sia riflettuto sulla vita d’ognigiorno nella tua città natale e quale sia la tua impressione, generalmente parlando, dell’Unione Europea e del suo originiario progetto che ambiva ad uniformare leggi, economie e culture?
Beh, gli standard della qualità della vita a Bucharest si son fortemente alzati negli ultimi 10 anni e certamente anche più da quando siam entrati nella UE, ma tristemente ciò è anche coinciso con la recessione economica e ciò rende le cose difficili là come in qualsiasi altro posto ora. Il progetto dell’Unione Europa pose dure sfide, perchè mentre siam fondamentalmente tutti lo stesso, ci son differenze culturali e dev’esserci un terreno comune dove lavorare. Mi piace pensare alla prospettiva di un’Europa unificata dove ci sia la libertà di viaggiare, vivere, lavorare, partecipare alla vita culturale e non doversi preoccupare di visa, burocrazie, assurde leggi locali, corruzione, intolleranza. Questi son un fatto di vita ma posson esser sorpassati avendo una piano comune specifico. C’è sempre una minaccia nascosta, per chiunque ed ovunque, ma è un dovere della gente combattere questo trend.
English Version:
“Cosmin TRG (formerly just TRG) is one of those producers who never seemed to have any one particular home base or community. Perhaps it’s being from Romania, or maybe it’s just the fact that his sound is as unpredictable as the labels he’s released on. Rush Hour, Bpitch Control, Hessle Audio, Tempa, Hotflush, are just some of the labels TRG has worked with.” (Fact Magazine, 2010). We believe there aren’t better words to introduce Cosmin Nicolae… Ladies and gentlemen, welcome to Cosmin TRG world.
Last year, in a interview to the blog “Teshno”, talking about your predisposition in learning foreigner idioms, you sayed “I can at least order drinks in 6 more idioms”. If i’m not wrong, Italian is one of those 6, so, how come you know our language?
It’s probably due to a combination of Otto e Mezzo and watching Italian-dubbed Batman (Pipistrello!) on Italia Cinque when I was little.
Jokes a part, what about Italy? You’v been quite often in our country lately, playing Venice, Milan, Turin, Bologna (alongside Modeselektor) and Rome. What’s your take on our clubs scene and generally talking about our culture?
I’ve been lucky to play for some really nice and educated crowds, it’s been an absolute pleasure to play there every time. I made friends everywhere which says a lot about the nature of the people who go out. I like the fact that it can be sophisticated and down-to-earth at the same time.
I mentioned Modeselektor earlier, well, you’v been releasing your very first album on their imprint 50Weapons, so, could you please talk us about your relationship with them and how did the idea of the album came up? Did they gave you any guideline about the general idea to follow or did they simply committed you the work and you then delivered what you felt best with?
We had been in touch for a while and they signed a few of my tracks for their labels, when they approached me with the idea of an album. I was just going to move to Berlin and it seemed like the perfect time and place to do it, especially since they granted me total freedom to do whatever I wanted on the album. We were also working on our albums at the same time in neighboring studios so there was a very creative back and forth between the rooms, fueled by espressos, cigarette and synth exchanges.
I think with the album you’v staten once and for all your musical switch, from the dark, broken beat and stripped back music you’re doing at your very start to this more structured 4/4 bridging techno and house. Were you just bored of that kind of music or what?
I’ve always made the music that I felt like making, and I am perpetually in a process of learning and adjusting to my ideas. It’s like a process of translation, sometimes a different language sounds better and expresses your ideas in a better way. I guess that happened with my transition towards house and techno, they just provided a better framework for what I was trying to say. I now have more room to experiment and taste diversity which I think is a great thing.
Could you please talk us about your take on the contemporary electronic music panorama? Do you think it’s pushing its boundaries towards news shores or is it just trying to re-interpretate old templates with a modern touch?
I think there is a bit of both – as new technologies and music distribution methods come along, you are subjected to a lot more music than previously available. So inspiration can come from virtually any corner of the world, and from any time period. There is a lot to re-interpret as a lot of music got lost along the way, and it’s fun to get it back with a modern touch. At the same time, it pushes people to innovate so they don’t get stuck with the same old signifiers and patterns. I think contemporary electronic music is healthier than ever, whenever you think everything has been done a new idea comes up that makes everything fresh and exciting again. We live interesting times.
What about your approach to a gig? How do you engage those 48hrs before the show? Do you check out who played previously at the venue and try to figure out what should fit that crowd or simply check out what’s best in the news on the records store / laptop / record bag and just re-check the music?
I just try to play the best set I can with the best music that I currently have! You can’t cheat on a crowd. When I play a city for the first time I try to get a feeling of what the vibes are like, what people expect from the night, but in the end it’s all about the personal touch you bring to the set. I do try and get the best new music available so I can keep everyone, including myself, interested.
What about your producer set-up? Do you use hardwares or softwares or maybe both mixed up together?
I have migrated towards a more hardware-based set-up that includes a bit of software too. It’s great to be able to make the best of both worlds. Hardware is just a personal preference, I’ve used software in the past and it was just as exciting. I like well-designed machines.
What about the Rumenian scene? Could you please talk us about it?
There is a lot happening over there, the crowd is very discerning and there is a healthy competition between promoters to bring the freshest sounds. People are really friendly and outgoing, and wherever I played in Italy everyone knew about the Ar:pia:r collective, so I guess there is a great similarity between the Italian and Romanian scenes as far as house and techno are concerned.
Are you working on any new project lately? What should we expect by Cosmin TRG for the coming months?
First up, 3 remixes I did last year are coming out in January and February, for Skudge, Soma and Bonobo. Then there will be another 12″ on 50Weapons in April and a Rush Hour retrospective. Finally there are some other plans but I like talking more about finished results rather than plans.
Last question it’s off the musical topic. Since couple of years Rumenia has joined the EU and even if you’r now based in Berlin, i’d like to know how did such a move reflected on the these days life in your hometown and what’s your impression, generally talking, about the EU and about this unification project aiming to uniform laws, economies and cultures?
Well I think the original EU project was about uniting cultures, not make them uniform, which is a bit different. Lifestyle in Bucharest has steadily improved in the 2000s and certainly more so since being part of the EU, but sadly it coincided with the economic recession so it’s just as difficult as everywhere else. The EU project poses some tough challenges, because while we’re all basically the same, there are cultural differences and there has to be a common ground to work with. I enjoy the prospect of a unified Europe where you have the freedom to travel, live, work, participate in cultural life and not worry about visas, bureaucracy, weird local laws, corruption, intolerance. These are a fact of life but they can be overcome by having a specific common plan. There is always a hidden threat that everything and everyone will be same everywhere – it’s down to the people to fight that trend.