Se c’è un genere che riesce a farsi odiare e amare allo stesso tempo, beh, quello è la dance fine anni Novanta/primi Duemila. La chiamavamo commerciale, i più “precisi” dance. L’ascoltavamo in radio, su compilation rigorosamente masterizzate e iniziavamo a scaricarla con la prima ADSL.
Mentre l’house e la techno continuavano a dire la loro nel sottobosco, la commerciale faceva sempre più parte dell’Italia nazional popolare e noi (io, tu, loro) ne eravamo decisamente circondati. Solo che non c’erano faide tra fan ed haters, almeno non così spiccate, se ipotizziamo un parallelo tra quella commerciale e quella attuale: il nostro Guetta era Gigi D’Agostino, e in qualche strano modo ne andavamo pure fieri, anche quando ci faceva abbastanza orrore.
Quella commerciale era di tutti, anche di quelli che con la commerciale alla fine avevano poco a che fare. Forse è per questo che qualche italiano, negli anni, le ha dedicato più di una cover. I Subsonica addirittura spiegano quel periodo nella loro biografia ufficiale: “A livello internazionale, il nostro paese era rappresentato forse meglio dalla dance che dal rock d’autore, e non solo per gli ovvi limiti linguistici, nonostante l’alta qualità garantita da gente come Cristina Donà, Verdena, Afterhours, Linea 77 o Marlene Kuntz. Il fatto è che la dance era più rappresentativa come codice sonoro, anche se del tutto rinchiusa nel suo compartimento e tenuta distante dal dibattito musicale.”
Poi cosa è successo? Siamo cresciuti, abbiamo smesso di averla al centro dei nostri ascolti (voluti o involontari, visto che era ovunque…), ma non abbiamo mai smesso di parlarne, soprattutto in modo goliardico. Non perdiamo occasione per darci battaglia sulle nostre bacheche alla ricerca dei pezzi che più ci piacevano. A passarci via messenger le date attualissime di Gigi D’Agostino nei locali che frequentiamo per altri motivi. A stupirci di come una nostra intervista al torinese abbia fatto numeri incredibili. Però poi nei nostri discorsi finiscono gli artisti “alti”, quelli indipendenti, i giusti. E allora con un po’ di sano umorismo, proviamo a mischiare le due cose: mettiamo in fila qualche cover assurda di quei brani. Cose deliziose, grandi successi e cose che potevamo risparmiarci. Va a finire che torneremo poi ad ascoltare gli originali, di nuovo con le casse a palla e la mano a sega.
Subsonica – Bla Bla Bla
Salem – Better Off Alone
Calcutta e Pop_X – Il Silenzio Degli Innocenti (Bailando)
Bastille – Of The Night
Mads Langer – You’re Not Alone
M+A – Gipsy Woman
Ex-Otago – The Rhythm Of The Night
Mr. Mitch – Blue
Weezer – Better Off Alone
Tre Allegri Ragazzi Morti – Around The World
Concedeteci di aver inserito “Around The World” e “Gipsy Woman”, vi abbiamo risparmiato Sagi Rei.