Ritorna uno dei duo meglio riusciti e più fortunati dell’elettronica all’italiana: nati nello stivale, si sono fatti conoscere in breve tempo in mezzo mondo portando avanti una cultura musicale fatta di sonorità semplici quanto efficaci: la loro musica spacca, punto. Senza troppe definizioni e giri di parole, possiamo dire che quello che i due, Phra e Bot, fanno da ormai 9 anni è divertimento puro e lo travasano in toto non solo nelle rappresentazioni live nei club e nei festival, dove sono richiestissimi, ma anche in studio. Sebbene rimanga immutato ed immacolato il credo che dietro la creazione di una nuova opera si celino dedizione, cura e meticolosità, bene, “Dr. Gonzo” è l’eccezione che conferma la regola. Li abbiamo rincontrati in occasione del loro ultimo album, “Dr Gonzo” appunto, ed abbiamo cercato di capire come, quando e perchè è nato e soprattutto come fanno questi due a trasformare quello che dovrebbe essere stress e duro lavoro in un “Gonzo Camp”.
Ciao Phra e Bot, ben ritornati su Soundwall.
Ottobre 2011. Dopo “Tons Of Friends” i Crookers ritornano con un nuovo album “Dr. Gonzo”. Come è nato il nuovo lavoro?
Dr Gonzo e’ nato prima come una serie di tracce destinate a diventare un EP. Il numero di tracce però e’ cresciuto abbastanza velocemente e così il progetto si e’ trasformato in un vero e proprio album.
Al solito, ci incuriosisce il titolo che rappresenta il biglietto da visita dell’album stesso: “Dr gonzo”. A cosa dobbiamo questo nome? C’è qualche aneddoto particolare?
Non ci sono motivazioni in particolare, il riferimento al personaggio creato da Hunter Thompson e’ come si dice puramente casuale. Il titolo ci suonava bene ed e’ stato funzionale a creare un po’ di confusione, il che fa’ sempre piacere.
16 brani da paura dal classico tocco Crookers, ormai acronimo di fidget-house, techno minimal, influenze dub-step e pop made in U.S.A. Come mai lo definite un “accrocchio”?
Per non prenderci troppo sul serio e non perdersi in definizioni di genere così specificihe che non dicono nulla. La tendenza a categorizzare la musica in subgeneri ultraspecifici e’ sfuggita di mano da tempo ed adesso ha raggiunto livelli quasi comici.
E’ deciamente un album variegato, un mix di sonorità che spaziano dall’pop-house di “Springer” al quasi gabber-trance di “Texx”. La musica vi piace tutta insomma. Riuscireste a trovare un termine che riassuma tutto l’album?
Vedi sopra.
Anche in questo album le collaborazioni non son venute a mancare: c’è da dire che rispetto al primo i nomi non sono quelli altisonanti che ci si può aspettare. Si può pensare che sia un album per i “Crookers” cresciuti e famosi, a cui non servono i personaggi illustri. Dico bene?
In verità il primo album l’abbiamo fatto per esaudire un nostro sogno, quello di produrre beats per altri artisti che rispettiamo. I “personaggi famosi” come temevamo in fase di produzione del disco non hanno giocato a nostro favore, anzi. Ma questo ci interessa poco, con “Tons Of Friends” ci siamo tolti lo sfizio di fare un album fuori dai canoni e ne siamo fieri. La scelta ovvia sarebbe stata di fare un album con tracce da club il che avrebbe fatto felici tutti i fan, ma per qualche motivo ci piace renderci la vita difficile.
Riprendendo la domanda precedente (che era una provocazione), si può pensare all’album come un ritorno alle origini, un tuffo nel divertimento senza compromessi? Insomma un album più dedito a voi stessi ed a quello che vi piace, che non risente dell’ansia del lavoro e delle scadenze?
Questo album ha lo stesso approccio alla musica da club dei primi EP che abbiamo fatto. Si tratta di andare in studio e divertirsi senza preoccuparsi di andare in una direzione o in un’altra. Per fortuna per noi e purtroppo per la nostra etichetta non abbiamo mai sentito l’ansia di una scadenza o la pressione delle aspettative, il nostro approccio sotto questo punto di vista è totalmente incosciente.
Come siete riusciti a conciliare l’impegno in studio per l’album con le date e le trasferte per i tour intorno al mondo? Vi siete ritagliati un periodo di pausa o riuscite a lavorare in orari extra-ordinari (tarda notte)?
Ci siamo ritagliati dei giorni che abbiamo rinominato Gonzo Camp (da qui il titolo per uno dei brani dell’album) in cui noi e i featuring del caso in ritiro nello studio in montagna, tra grigliate e birrette abbiamo prodotto le tracce di Dr. Gonzo.
Fine anno è tempo di tirare un pò le somme. Come pensate sia stato quest’anno per voi (in generale non solo in ambito musicale)?
Un buon anno decisamente, ci è servito per farci un idea di dove vogliamo andare data una situazione musicale attuale piuttosto incerta.
Da poco si è entrati nel nuovo anno: avete anche voi dei buoni propositi?
Ovviamente, cibo per tutti e pace nella galassia.