E ringraziamo ancora. Dopo le prime cinque perle raccontate nello scorso #crumbs, chiudiamo oggi la carrellata con altri cinque recenti singoli figli dell’intuito femminile. Cinque tracce che ci han fatto ragionare su quanto le cose diventano sorprendenti e ricche di eleganza quando una donna offre il suo contributo all’elettronica: possono farsi oscure, o tremendamente emotive, ma in un modo o nell’altro si resta sempre rapiti dai cambi di umore, dai tocchi aggraziati, da tutta la fantasia che le donne san mettere in gioco. Torneremo sicuramente anche in futuro a ribadire l’unicità delle musicalità femminili, ma per il momento queste son le cose che più di tutte ci han tenuti incollati allo schermo negli ultimi tempi.
[title subtitle=”FKA Twigs, sensuali per natura”][/title]
La cosa più appagante è scoprire che la vera bellezza al mondo è spontanea, istintiva. Non compare quando la si ricerca con sforzo o quando si fa di tutto per ricrearla, ma si materializza nella sua forma più potente nella normale naturalezza delle cose. Guardate il video di FKA Twigs qui sotto. Siamo nel mezzo delle rovine Maya, gli strumenti usati per il pezzo sono ridotti al minimo e parlano il linguaggio della natura, fatto di percussioni di legno e una sola chitarra sognante. La ragazza è il soffio vitale che dà il senso a ogni cosa, movenze lentissime, voce mozzafiato e la capacità di entrare in un’altra dimensione con la sola sensibilità. Spettacolare, eppure essenziale. Lì fuori la considerano già la nuova protagonista dell’elettronica cantata, per noi è semplicemente una musa da osservare in religioso silenzio.
[title subtitle=”Turbare, stordire, attrarre: Chelsea Wolfe”][/title]
Il carattere distintivo di Chelsea Wolfe invece è una innata diversità espressiva, messa in gioco in ogni occasione. Il suo fascino non ha niente di comune, va giù pesante con le atmosfere funebri e le attitudini spirituali, ti spedisce all’istante in una dimensione parallela e poi ti lascia lì, col solo accompagnamento della sua musica, a trovare il modo di cavartela. Il video ufficiale di “Feral Love” è una carrellata di lenzuola insanguinate, facce inquietanti, immagini sgranate e deserti letali, e in mezzo a tutto questo lei, signora della morte, ti instilla diffidenza ma non puoi fare a meno di seguirla fino in fondo. Non fatevi alcuna domanda, certe suggestioni non hanno spiegazione. Abbassate le difese e abbandonatevi, in qualche modo alla fine ne verremo fuori.
[title subtitle=”Kelis: ‘diva’ dillo a qualcun’altra”][/title]
Alla fine Kelis approdò come un fulmine a ciel sereno alla Ninja Tune. E portò in dote tutta la freschezza r’n’b di cui la cantautrice newyorkese può essere capace, ponendo un nuovo tassello degno d’attenzione al percorso assunto dal genere negli ultimi tempi: “Jerk Ribs” la puoi vedere come la risposta d’esperienza all’entusiasmo compositivo di Janelle Monáe, o come l’ultima tappa di una riconfigurazione del rhythm&blues americano verso la forma pop più elegante possibile (che avevamo già visto l’anno scorso). Di sicuro è il pezzo più orecchiabile di un album che resterà a lungo sul vostro lettore. E non ci puoi far niente, per fare pezzi del genere devi avere una capacità di tenere il palco fuori dal comune, saper reggere sulle proprie spalle tutto l’onere di dare grinta al brano, ben consapevoli che a contare davvero non sono i sax o i grooves di fondo, ma la tua voce. Chiamarle dive è riduttivo e anche un po’ imbarazzante, queste son le donne di carattere che trasformano la musica in un’esperienza vicina al flirt. E in quel bianconero c’é qualcosa di particolarmente eccitante.
[title subtitle=”Rifiutare gli stereotipi: Karin Park”][/title]
Ha quattro album e dieci anni di carriera, ma è probabile che molti abbiano scoperto Karin Park solo dopo il feat. con Maya Jane Coles su “Everything”, nel cui video la cantautrice svedese si divertiva a sezionare un corvo in diretta (“sempre immagini ottimiste la Coles, eh?” “a ognuno il suo carattere, tu pensa al tuo.“). Sull’onda di quel successo Karin prova a reinventare la sua bellezza androgina su un formato electropop internazionale: mood di sensazione, affinità soft-house e vocalizzo che strizza l’occhio al pop nobile: la ricerca della bellezza, pura ma lontana dallo stereotipo, raccontata nel nuovo video “Shine” uscito a febbratio. Funziona una meraviglia.
[title subtitle=”Maya Jane Coles: confondere il pensiero comune”][/title]
Quando il concetto di bellezza diverge fino a rimetterti in gioco: per la deluxe edition di “Comfort” Maya Jane Coles rilascia il quarto singolo e tira fuori un video ancora una volta distante dai normali canoni estetici a cui siamo abituati. Quell’amorfo essere femminile che si evolve lungo diverse metamorfosi del video è un’immagine che può mettere soggezione, ma sa rendere la diversità suggestiva di cui è capace la producer londinese. È un’aria di mistero e irrealtà, eleganza e allucinazione, lo stesso mix eterogeneo che ha reso il suo album ricco di spunti e esposto alle tante contraddizioni di ricezione. Eppure il bello è proprio questo, la capacità di rimettere in discussione il nostro pensare comune. Sono gli stimoli di cui avremo sempre bisogno.