Rifletteteci: c’è stato un tempo in cui il vero genio era quello che trovava l’intuizione perfetta, quello che faceva cadere tutti ai suoi piedi. Erano i giorni che han costruito quello che oggi chiamiamo ‘classico’ e valeva per tutte le arti. I geni un tempo erano Leonardo, Charlie Chaplin, i Beatles: personaggi che han fatto cose fruibili da tutti, alla portata di tutti, ma con un carico di sfumature e una perfezione delle forme irripetibile. Nell’era moderna delle arti, invece, il genio è quello che fa l’esatto opposto: crea un prodotto folle e incomprensibile a chiunque, scoprendo il fascino in ciò che non si afferra, in ciò che ti pone una sfida contro il tuo stesso senso artistico. Il genio è colui che ti mette alla prova con un atto inedito. È Salvador Dali, David Lynch, Aphex Twin. Sono quelli che sembrano pienamente padroni del caos di input e direzioni dei tempi in cui vivono, e sono in grado di generare un prodotto che ne incrocia le fila. Tu magari non sai minimamente come inquadrare ciò che vedi o senti, ma il fascino, quello lo percepisci tutto. In musica, nella nostra musica, tutto questo si sta accentuando dopo l’avvento di internet e il risultato è un proliferare sempre più frequente di prodotti figli dell’estro e della fantasia malata, sia musicale che visiva. Oggi vi segnaliamo quattro video che dovreste vedere, come segno dei nostri tempi, per toccare con mano l’ultimo stadio in cui si è spinta la follia al momento. Oggi il #crumbs è postmoderno.
[title subtitle=”Titts: vomitare i beats non digeriti”][/title]
Sia musicalmente che visivamente, dicevamo. Il video qui sotto è uscito qualche mesetto fa, ma ce lo ricordiamo ancora come uno degli esempi più lampanti di arte disturbata moderna. Disturbata ai limiti dell’indigeribile. Rwina Records è la label che ha già pubblicato gente fuori schema come Eprom, Starkey e Terror Danjah, e Titts è il nuovo progetto di Jameszoo e Y’skyd. Il pezzo è uno dei frutti malati dei beats moderni, il wonky che fa la caricatura alla trap (o viceversa), mentre il video adotta la tecnica che più di tutte consente libero sfogo alle tangenti creative oltre ogni regola, ossia il cartoon. C’è una lotta contro un cane demoniaco che fa tanto Crash Bandicoot e termina nell’efferata uccisione della matrigna cattiva per la riconquista del bambino. Una cosa che non avresti potuto rappresentare con nessun altro mezzo. Insani.
[title subtitle=”RL Grime, il diavolo è nei dettagli”][/title]
Possiamo dire una cosa a denti stretti? La trap è una delle intuizioni più geniali che siano venute fuori negli ultimi tempi. Al di là degli eccessi, delle tamarrate e dei pregiudizi che possiamo aver maturato. La genialità nella trap sta in quella frangia ristretta di produzioni che rielaborano la regolarità ritmica, prendendo le strutture beats che dopo anni di ascolto abbiamo fossilizzato nel nostro background (un mix letale di dubstep, commerciale e hip hop avanzato) e lavorando di imprevedibilità con aritmie, delay e ellissi. La quintessenza della trap non è quella che sentite se scaricate un mix di genere a caso, è una chiave segreta in mano a pochissimi eletti. Uno di questi si chiama RL Grime, è una delle colonne assolute del genere, sa andare di pancia alla grande ma conosce a menadito le sfumature nascoste della trap. E guarda caso, ha tirato fuori di recente quello che può esser tranquillamente definito il miglior pezzo trap di sempre: una sirena che abbandona ogni dinamismo e si siede statica e impertinente sulla tua ghiandola dell’autocontrollo, ma soprattutto un gioco diabolico di ritardi e recuperi sui ritmi sottostanti che è una lezione operativa per ogni aspirante trap producer. E se non bastasse, un video dove una volta tanto l’alta definizione ha una sua ragion d’essere. Marziale.
[title subtitle=”Buraka Som Sistema, il mondo è un parco giochi”][/title]
Genio – e follia – è anche mischiare insieme stili e ispirazioni completamente diversi, in modo irriverente, lanciando ponti improbabili tra occidente e esotico, nord e sud del mondo. È quello che i Buraka Som Sistema fanno da tre album, in un modo che nessuno è in grado di imitare. Il terzo album, “Buraka”, è uscito a giugno e costituisce un nuovo stadio di consapevolezza del loro progredire african bass. Il più bizzarro di sempre, il più lontano dagli ascolti a cui il pubblico occcidentale è abituato. “Komba” resta irraggiungibile, non lo neghiamo, per un impatto e un’efficacia che si toccano una volta nella vita, quest’ultimo invece prova a spiazzare ancora di più, disegnando teorie così strambe che tu ti chiedi quanto seguito possano avere in futuro. Intanto il lascito è un video come “Stoopid”, dove l’irriverenza è di casa e i mix coraggiosi son rappresentati da come quei colori si mischiano alle esplosioni sulla pelle dei soggetti. Testo: “soca, azonto, bhangra, kuduro, footwork, reggaeton, bororo, moombahton”, per dire solo una manciata di ingredienti. Esagerati.
[title subtitle=”Creatività : caos = secchio di uova crude : Claude Von Stroke”][/title]
E infine, c’è chi esprime al meglio il suo estro scatenandosi in rappresentazioni autoironiche senza criterio. Quei capolavori di nonsense che ti fanno piantare davanti al video, preda di quella sensazione viziosa che non si stacca se prima non scopri fino a dove si può arrivare. Qualche giorno fa Claude Von Stroke ha rilasciato il nuovo singolo, una bella botta di acid house fancy e intrigante, di quelle che riescono sempre a farsi notare nonostante la sovrabbondanza di produzioni di genere. Ma guardate il video: quel bizzarro individuo che si sveglia nel furgone, indossa due orsacchiotti come ciabatte e va dritto alla sede della Dirtybird per farsi ricevere da un paio di soggetti da manicomio, per poi tornare a sputare ghiaccio alla camera nel punto da cui era partito. Le cose migliori vengon fuori così, senza alcun senso. Sregolato.