Artisti del calibro di D. Ramirez ce ne sono pochi in giro. Non mi sto riferendo alla fama raggiunta, ai compensi incassati alla fine di ogni serata o al numero di comparsate fatte nelle più famose discoteche che popolano le terre emerse, no. Quanto meno non solo per quello. Se almeno a prima vista D. Ramirez si presenta come uno dei tanti con cui è un piacere chiacchierare di musica elettronica e della club culture in generale, in realtà l’apparenza inganna: ciò che si riesce a tirar fuori con lui è qualcosa di meglio, più interessante e forse più critico. Inglese, nato da padre cubano emigrato per lavoro. Una vita, la sua, in cui dedizione e passione sono gli ingredienti principali della vita stessa. A livello musicale, poi, nessuno mette in dubbio il suo talento e la sua capacità di creare qualcosa di tendenza (il suo ‘Yeah Yeah’ remixato da Bodyrox è rimasto nelle orecchie di molti per molto tempo), certo. Ciò che stupisce però è la sua poliedricità, lo spirito di autocritica e la voglia di sentirsi sempre apposto con se stesso, per essere un gradino sopra a tutto, a tutti e mai banale. Lui è così, e stupisce proprio per questo: raggiunta fama, successo e trovata la strada per il soldo facile, decide di cambiare vita, rimettersi in gioco e in discussione, specie se il fine è quello di non esser confuso con altri. L’integrità musicale prima di tutto. Dopo ‘Yeah Yeah’, il genere si è fatto più ricercato, più deep e talvolta più techno. Oggi, D. Ramirex sta ancora cambiando, portando sempre avanti quell’idea che la musica non è ferma e non è semplice, perchè la passione stessa non lo è. L’abito non fa il monaco, e questo non è mai stato così vero.
Dean Marriott aka D. Ramirez. come nasce la tua passione per la musica elettronica?
Sono cresciuto con tutti i tipi di musica fin da bambino: i miei genitori erano grandi appassionati di musica soul. Ho avuto a che fare con un loro ritorno a casa da un pub, talmente ubriachi, un sabato sera: ballavano intorno al soggiorno, andando continuamente a sbattere contro l’armadio dove erano contenuti i 45 giri di mio papà, facendo cadere i piatti sul pavimento. Ma quando arrivai agli anni della giovinezza, iniziai ad ascoltare Kraftwerk, Depeche Mode, ABC, Heaven 17: rimasi molto influenzato dalla scena New Romantic e furono quelle prime influenze che mi hanno ispirato a comprare il mio primo sintetizzatore e ad iniziare a fare musica.
Sei di origini inglesi. come mai hai deciso di scegliere un nome così latineggiante?
Mio padre è in realtà cubano: è venuto da Cuba negli anni ’60 a lavorare nelle miniere di carbone nel Regno Unito, ed è stato il quel periodo che ha conosciuto mia madre.
Lavori nel campo della musica elettronica da moltissimo tempo. Come è cambiato negli ultimi anni il modo di fare musica (specialmente con l’uso delle tecnologie)? Pensi sia più semplice ora fare musica rispetto ad un tempo?
Chiunque può fare musica in questi giorni con un computer portatile e il software “craccato”. In più riesci ad imparare a fare tutto su YouTube – in realtà ho caricato pure io un sacco di video tutorial. E’ da 20 anni a questa parte che la tecnologia è così facilmente reperibile, inoltre prima era tutto costoso, quindi poteva cominciare solo una manciata di persone che se lo potevano permettere, per non parlare poi che le strumentazioni si doveva imparare ad usarle da soli. In questi giorni il software fa quasi tutto per voi, in più si hanno così tanti campioni disponibili che si può letteralmente creare una traccia utilizzando già solo i campioni da soli (chiedete a Steve Angello quello che voglio dire). Il fatto che chiunque possa farlo implica che ci siano così tante persone che rilasciano dischi, saturando così il mercato. Diventa quindi difficile trovare la roba di vera qualità: ce ne è, ma si è costretti a cercare attraverso molta musica per trovare cose buone.
Hai avuto numerosissimi riconoscimenti da molte testate giornalistiche musicali: ti possiamo considerare a tutti gli effetti un “big”. Che consigli ti sentiresti di dare ad un giovane che vuole intraprendere questa strada nella musica elettronica?
Devi lavorare duro, ma la cosa principale è quello di credere in te stesso! Prima andavo un pò ovunque e tutto era solo un hobby: l’unica cosa che ho sempre saputo, e mai messo in discussione, è che un giorno ce l’avrei fatta. Ho avuto fiducia ed è stata quella stessa fiducia che mi ha portato dove sono adesso.
Il tuo remix di Bodyrox ‘Yeah Yeah’ ti ha di fatto consacrato, la traccia è di tipo house-semi commerciale, il genere che di fatto và per la maggiore perchè “vende”. Tu però non hai continuato per quella strada: hai preferito rimanere fedele alla musica house tanto che oggi le tue sonorità sono diventate più deep. Come si fa a non cadere nella tentazione di diventare “commerciale”?
Quando il remix di Bodyrox esplose, un sacco di gente ha iniziato a copiare il mio suono e non lo ha fatto bene – infatti alcuni era così brutti che mi sono sentito imbarazzato di essere parte della scena electro house. Fu in quel momento in cui tutto sembrava così annacquato che ho deciso che ne avevo abbastanza e che non ne volevo più niente a che fare. Il mio amore per la musica house è ciò che mi spinto ad entrare a farne parte, in primo luogo, ed inoltre non avevo intenzione di buttare via la mia integrità. Inoltre, avevo appena abbandonato lo pseudonimo The Experience Lisa Marie che si era rilevato più un atto commerciale, quindi non volevo più far parte di quel panorama. A volte penso che avrei dovuto prendere il D. Ramirez commerciale ed aver incassato, ma so che non sarei stato contento di questa decisione, quindi per ora sto facendo quello che mi piace!
Può essere che oggi il livello e la qualità musicale siano più bassi visto che: per fare il dj oggi basta avere un Mac, perchè la musica che vende maggiormente è la house-commerciale?
Sono totalmente d’accordo! La musica dance è diventata un grande business ed ora tutti vogliono un pezzo di torta. L’house commerciale è il prodotto di avidi ed egoisti dj e produttori che non hanno alcuna integrità e vogliono solo fare soldi e diventare famosi. Non c’è niente di sbagliato, ma non fa per me. Ho suonato durante il fine settimana: il club aveva il nuovo Pioneer Nexus CDJ2000, che ha il pulsante di sincronizzazione. E ‘stato così facile mixare che tutto quello che doveva fare era premere play. Ciò significa che con il download illegale tutta la musica è alla portata di tutti. Ora chiunque può essere un dj… Mi dispiace ma trovo molto triste questo perché a un certo punto erano solo le persone che avevano una vera e propria passione che iniziavano a farlo. Ora si sta semplicemente andando a convincere la gente a fare questo lavoro per le ragioni più sbagliate.
La tua etichetta: Recordings Slave. Come nasce questo progetto e come mai la scelta di aprirne una? Che tipo di musica promuovete?
La mia etichetta è stata in corsa per gli ultimi 8 anni, ma poi non ne ho più fatto nulla per un po’ di tempo, forse la riprenderò presto? Inizialmente avevo aperto l’etichetta così potuto liberamente produrre la mia musica senza essere “schiavo” di un A&R. Ma gestire un’etichetta è un lavoro duro che ha bisogno di più di una persona per farlo funzionare bene: poiché ero molto impegnato nei tour, non riuscivo più a dare il giusto tempo per continuare ad essere una label di successo.
Hai già toccato l’apice del successo, suonando praticamente in tutti i continenti. Cosa ci dobbiamo aspettare da D. Ramirez per il futuro?
Nel 2013 lavorerò principalmente su del materiale più underground che spazia dal deep jacking house alla tech house e techno. Ho già lavorano con 1605 e Great Stuff quindi proseguirò quel rapporto e quelle collaborazioni ancora per un po’. Ho intenzione di aprire un club a Londra, non appena riesco a trovare il posto giusto: sto cercando in questo momento – vi farò sapere quando è pronto e funzionante.
Quali altri sogni hai nel cassetto che ti piacerebbe realizzare?
Voglio andare in pensione e vivere in una casa grande: una villa in campagna con uno studio, con vista sul parco. Vorrei anche aprire una scuola e insegnare produzione musicale: forse potrei farlo nella mia casa?
English Version:
Artists such as D. Ramirez is neither few. I’m not referring to the fame, to the fees collected at the end of each performance or the number of appearances made in the most famous clubs of the world, no. At least not just that. If at first glance, D. Ramirez looks like one of the many with whom it is a pleasure to chat about electronic music and club culture in general, in reality “looks can be deceiving”: what you can come up with him is something better, more interesting and perhaps more critical . English, born of a Cuban father emigrated for work. A life, his, in whose dedication and passion are the main ingredients of life itself. Musically, then, no one doubts his talent and his ability to create something stylish (its ‘Yeah Yeah’ by Bodyrox remixed is remained in the ears of many for a long time), of course. What is surprising, however, is its versatility, the spirit of self-criticism and the desire to be always consistent with himself, to be a step above everything and everyone and always never banal. He is like this: achieved fame, success, and found the road to easy money, he decides to change his life, and back into the game, especially if the purpose is not to be confused with others. The musical integrity above all. After ‘Yeah Yeah’, the genre has become more refined, more deep and sometimes more techno. Today, D. Ramirex is still changing, always bringing forward the idea that music is moving and it is not easy, because the passion itself is not. Looks can be deceiving, and this has never been so true.
Dean Marriott aka D. Ramirez. how did your passion for electronic music?
I grew up with all sorts of music as a child – my parents were big Soul music fans so i had to put up with them coming back from the pub on a Saturday night drunk, dancing around the living room and knocking over the cupboard to my Dads 45’s while plates smashed on the floor. But when i got into my teens i’d been listening to Kraftwerk, Depeche Mode, ABC, Heaven 17, so i’d been heavily influenced by the New Romantic scene and it was those early influences that inspired me to buy my first synthesiser and start making bleepy dance music.
You’re English. Why did you decide to choose a name so latin?
My father is actually Cuban and he came over from Cuba in the 60’s to work in the coal mines in the UK – that is when he met my mother.
You work in the world of electronic music for a long time. How has changed, in recent years, the way of making music (especially with the use of technology)? Do you think it’s now easier than ever before to make music?
Anybody can make music these days with a laptop and cracked software. Plus you can learn how to do it all on YouTube – in fact i’ve made loads of tutorial videos myself and i don’t hold any secrets back. 20 years or so the technology wasn’t so readily available, plus it was expensive so for a start only a handful of people could afford it, let alone learn how to use it. These days the software almost does it for you, plus you have so many sample CD’s available you can literally create a track just out of samples alone (ask Steve Angello what i mean) The fact that anybody can do it means that there’s so many people releasing records saturating the market so it’s hard to find the real quality stuff – It is out there but you have to go through so much music to find the good stuff.
You’ve had several awards from many musical newspapers: we can consider you a “big”. What advice would you give to a young person who wants to take this route in electronic music?
You have to work hard but the main thing is to believe in yourself! Before i got anywhere and it was all just a hobby, the one thing i always knew and never questioned is that one day i would make it to the big time. I had total faith and that faith is what got me to where i am now.
Your remix of Bodyrox ‘Yeah Yeah’ has consecrated you. The track is a semi-commercial house, the kind that actually is more famous because it “sell.” But, you do not have continued that way: you have preferred to remain true to house music and today your sounds have become more deep. how to make to not fall into the temptation to become “commercial”?
When the Bodyrox remix blew up a lot of people started to copy my sound and they didn’t do it well – in fact some of it was so bad that i was embarrassed to be part of the Electro House scene. It was at that point when it all got so watered down that i decided that enough was enough and i wanted nothing more to do with it. My love for House music is what got me into it in the first place and i wasn’t ever going to throw away my integrity – plus, i had just come from The Lisa Marie Experience which ended up being more of a commercial act and i didn’t want to be part of that whole scenic anymore. Sometimes i think i should have taken D.Ramirez commercial and cashed in but i know i wouldn’t have been happy with that decision so for now i’m doing what i love!
It may be that today the level and quality music are lower because: for djing, today, you just need a Mac, because the music that sells the most is commercial-house.
I agree totally! Dance music has become big business now and everybody wants a piece of the pie. Commercial house is the product of greedy, egotistical DJ’s and producers who don’t have any integrity and just want to make money and be famous. There’s nothing wrong with it but it’s just not for me. I DJ’d at the weekend and they had the new Pioneer CDJ2000 Nexus which has the sync button. It was so easy to mix that all you had to do was press play. This means with illegal downloading and all the music being available to everybody – now anybody can be a DJ …. i’m sorry but i find that quite sad because at one point it was only the people who had a real passion who could do it. Now, you’re just going to get people doing it for the wrong reasons.
Slave Recordings, your label. How did this project and how did you choose to open one? What kind of music you promote?
My label has been running for the last 8 years but i haven’t done anything with it for a while now – maybe i will start again soon? I originally opened the label so i could release the music wanted to release and not be a ‘Slave’ to the A&R man. But running a label is hard work and you need more than one person to run it and i became so busy touring that i couldn’t give it the time it needed to continue being successful.
Have already reached the pinnacle of success, playing in almost every continent. What should we expect from D. Ramirez for the future?
In 2013 i will be working mainly on more underground material ranging from deep jacking house to tech house and techno. I already work with 1605 and Great Stuff and i will be continuing that relationship and building further. I’m going to start a club night in London as soon as i can find the right venue and i’m looking at the moment – i’ll let you know when it’s up and running.
What other dreams you would like to achieve? There’s anything elese besides music?
I want to retire and live in a big mansion house in the country with a studio overlooking the grounds please. I also want to open a school and teach music production – maybe i could do it in my mansion?