In attesa che si degnino di dirci, vabbé, scusate il tono, in attesa che ci dicano se e quando mai – anche se vaccinati, anche se tamponati – potremo tornare a vivere pienamente la notte e la cultura, quello che si può fare è lavorare d’ingegno, creando progetti speciali e inventandosi o rafforzando connessioni non scontate. In questa fase di (semi)calma, dove non si è nel solito frullatore che sa diventare il mondo della musica e l’industria dell’intrattenimento, questo sarebbe più obbligatorio che mai. C’è chi lo fa, c’è chi ci riesce – o semplicemente c’è chi non vuole. Club To Club, lo fa.
L’edizione di quest’anno sarà presumibilmente un’altra “edizione zero”, un altro C0C insomma, ma questo non impedisce di dare vita a qualcosa in grado di sparigliare le carte. Ecco: per i clubber milanesi di vecchia data, Marcelo Burlon sarà “…quello lì che stava alla porta di Pink Is Punk, il party electroclash ai Magazzini“. Già per gli insider del mondo della moda la storia cambia, visto che il marchio da lui è creato è una delle più notevoli (e all’inizio imprevedibili) storie di successo nel settore, con la sua capacità – condivisa con altri gamechanger di questi anni – di saper intercettare mondo della moda, streetwear (e street credibility) e jet set del clubbing traducendo tutto in capi ed ideali che sono aspirazionali anche per il ragazzino in strada, o il tamarro orgoglioso di essere tale, ma anche per il venti/trentenne che vuole vestirsi bene senza diventare un manichino. Stiamo facendo uno spottone per Burlon? No, parlano i numeri, e parla la cifra milionaria che ha incassato per vendere il suo marchio a un grande conglomerato della moda (destino che lo accomuna anche al socio Virgil Abloh, tanto per intenderci).
Marcelo però, al contrario di altri, e non solo per i trascorsi da intraprendente PR nei suoi primi anni milanesi e per Punk Is Punk, è uno che la musica la ama davvero e che col mondo del clubbing e dell’elettronica più “elevati” (o più autentici) i rapporti li ha sempre mantenuti. Non è insomma un “turista dell’ultima ora” di certe faccende, tutt’altro. Ora che si è spostato come residenza a Ibiza, e che ha una tranquillità economica che gli permette di fare il cazzo che gli pare e di aprire fondazioni (tranquillità che si è guadagnato, e che non ha ereditato di famiglia: differenza non da poco), si è dedicato fra le altre cose a coltivare una grandissima affinità umana ed artistica con Arca, come sanno un po’ tutti quelli che lo seguono regolarmente via Instagram.
Che qualcosa sarebbe venuto fuori, da questo incontro, lo si poteva immaginare; ma la questione diventa ancora più interessante nel momento in cui entra di mezzo anche Club To Club. Ovvero il festival che, portando il sensazionale ultimo live show di Aphex Twin in Italia (uno show bellissimo, finalmente un ritorno alla forma, all’impatto, alla genialità urticante) ha anche reso più popolare la figura del visual artist Weirdcore, ovvero colui che è titolare dell’aspetto/impatto visivo dello show aphexiano di cui sopra. Bene: Weirdcore è stato fatto “planare” come regista di un qualcosa che noi tutti avremo la possibilità di vedere 27 settembre (visione a pagamento, biglietti già in prevendita: avidi? No, per nulla, perché per accedere allo streaming del 27 settembre sarà necessario acquistare il proprio biglietto su Dice. Il prezzo del biglietto sarà simbolico e a discrezione dello spettatore. Il ricavato sarà devoluto al progetto delle associazioni delle associazioni Consultorio Transgenere e Nelumbo, Casa Marcella, luogo di accoglienza temporanea per persone trans* e non-binarie vittime di discriminazioni e violenze. Casa Marcella è un progetto delle dedicato alla memoria di Marcella Di Folco, attivista e politica trans. Bravi).
Di che si tratta? E’ la cronaca filmata di una esperienza immersiva dal vivo svoltasi lo scorso 15 luglio, una esperienza “orchestrata” da Arca e con la regia finale di, appunto, Weirdcore. Come recita il comunicato stampa uscito poco fa: “Una performance euforica e interdisciplinare, a cura di Arca, artista sperimentale, cantante, performer e compositrice venezuelana, insieme a Physical Therapy e Total Freedom, un’indagine sull’avanguardia e il nuovo pop, coerente con quanto portato avanti negli anni da C2C Festival“. Sarà bellissimo, o sarà un delirio autocompiaciuto? Sarà coraggioso e geniale, o sarà solo un sabba autoreferenziale fra amici? Già il fatto che ci poniamo queste domande però significa che l’operazione cattura l’attenzione, è imprevedibile già di per sé, è “nuova”. E’ insomma qualcosa che smuove le acque – azione più che mai necessaria, considerando quanto ci si sta mettendo d’impegno la pandemia per rendere invece queste acque scure, sterili, immobili.
Intanto, a mo’ di anticipazione anche sullo “spirito” del tutto, gira già una prima immagine – che vi mettiamo qui sotto. Ma in un carteggio via social lo stesso Marcelo ha aggiunto altri particolari: “Devo dire che é stato incredibile. Tra l’altro i quaranta ospiti non avevano i telefoni: erano stati sequestrati da noi e, in cambio, abbiamo dato una telecamera a testa. Tutto il footage fatto da loro è stato poi editato da Weirdcore“. Sì: ha un’aria decisamente interessante.