Dal 1° Gennaio 2015 entrerà in vigore una nuova regolamentazione sull’IVA applicata ai prodotti digitali venduti a utenti della comunità UE. La nuova normativa creerà non pochi problemi agli artisti emergenti e in generale a chiunque si trovi ad avere un micro-business di beni digitali. Infatti chi vende direttamente sul proprio sito o su piattaforme per artisti indipendenti come Bandcamp si troverà, volente o nolente, costretto ad aprire e gestire complicate posizioni fiscali.
In concreto, la norma prevede che l’IVA (che ha aliquote e norme differenti tra i vari paesi della “Unione” Europea) applicata alla vendita di un bene digitale non sarà più soggetta alle norme e incassata dal paese di vendita, bensì da quello del compratore. Se quindi acquistate un brano digitale dal sito di un artista e siete di uno stato dell’UE (indipendentemente da dove il sito sia, UE o anche resto del mondo), la nuova legge impone che vi venga applicata l’IVA secondo la regolamentazione dello stato da cui provenite. Sarà poi compito dell’artista versare l’IVA da voi pagata allo stato di competenza.
Perché questo intricato flusso? Perché fino ad ora i colossi come Amazon e Apple si insediavano nel paese dove l’IVA era più bassa (o inesistente come nel caso del Lussemburgo), pagando, o meglio facendovi pagare la minor IVA possibile anche se l’acquisto veniva fatto da un paese ad alta tassazione, come ad esempio l’Italia dove l’aliquota è del 22%. Inoltre in alcuni stati come la Gran Bretagna esiste una soglia minima (81000£ annui di fatturato) sotto la quale si può evitare di registrarsi e far pagare l’IVA ai propri acquirenti.
Chi vende su Bandcamp si ritroverà appieno nelle difficoltà generate da questa legge fatta contro i colossi senza alcuna attenzione verso i piccoli. Bandcamp riconoscerà e applicherà automaticamente l’IVA corretta in base al luogo di provenienza dei signoli acquirenti ma visto che l’artista riceve i soldi direttamente dall’utente, senza intermediazione di Bandcamp, sarà quindi dovere del venditore gestire e versare ai vari stati l’IVA incassata.
La “generosa” UE ha facilitato questo molteplice pagamento dell’imposta verso i diversi stati grazie alla possibilità di registrarsi al cosiddetto “Mini One-Stop Shop” che automaticamente smisterà le varie somme dell’IVA a fronte di un unico pagamento, evitando soprattutto di dover aprire una partita IVA in ciascun stato in cui si vuole vendere. Rimane in ogni caso la necessità di aprire una posizione fiscale e di gestirla.
Bandcamp ha però già annunciato che entro la metà del 2015 si metterà in mezzo tra artisti e acquirenti, diventando intermediario dei pagamenti e sgravando così i singoli artisti dal complicato pagamento dell’IVA. Nel frattempo? Agli artisti la scelta di adeguarsi o passare definitivamente al free download, come alcuni già hanno deciso di fare in quanto unica opzione vista come sostenibile.
Se questo cambiamento rende gestionalmente la vita difficile, per non dire impossibile, ai piccoli artisti, non va dimenticato che l’IVA pesa però in ultimo sui consumatori che si troveranno in certi casi, come per noi italiani, ad un ulteriore innalzamento dei prezzi della musica. La discografia, in primis quella indipendente che sempre più risulta una attività vacillante dal punto di vista della sostenibilità economica, non potrà che risentirne pesantemente.
UPDATED: Nelle ultime ore Bandcamp ha annunciato a sorpresa che riuscirà a fare da intermediario nei pagamenti fin da domani, evitando quindi agli artisti di dover gestire il complicato meccanismo di pagamento dell’IVA.