…e poi, per fortuna, ci sono le certezze. Una di queste è che Dancity non delude mai. E non lo diamo per scontato. Proprio per nulla. Perché l’obiettivo che si pone, praticamente fin dalla nascita, è sempre stato quello di dare vita a delle line up in cui c’è un perfetto equilibrio tra ricerca, divertimento, classe, originalità. Non è e non sarà mai il festival dei grandi numeri e delle folle oceaniche; non è e speriamo non diventerà mai il festival di un’accigliata intellighenzia che sa solo dirsi quanto è bella, brava ed intelligente ascoltando ricerca estrema e iper-cerebrale, perché qualsiasi altra cosa è considerata peccato; non è e non sarà sarà mai il festival dalle scelte facili, prevedibili, copia-e-incolla rispetto ad altri eventi simili legati alla musica elettronica.
E’, e sarà sempre, una delle migliori manifestazioni a livello di spessore e qualità per tutto ciò che circonda musica e cultura elettronica qua in Italia. Lo sarà in scala, ma è giusto così: è parte del fascino del festival finire ad incastonarsi negli angoli e nei chiostri medievali di Foligno o, come l’anno scorso, in paradisiaci angoli collinari persi in mezzo al nulla e ai vigneti. Non avrebbe proprio senso arrivare a Dancity e aspettarsi eventi e nomi da 10.000 persone e braccia alzate al cielo; ma Dancity è quel luogo in cui potranno esserci dei nomi da 10.000 persone eccetera eccetera a fianco dell’avanguardia vera, di santoni storici, di nuovi protagonisti lontani dall’hype più stucchevole, di gente dalla classe vera. Tutti insieme. Tutti disposti armonicamente, con un “fil rouge” curatoriale di grande gusto ed esperienza, molto attento a dosare gli elementi.
E se quindi quest’anno, nelle date 24, 25 e 26 agosto, nella categoria “10.000” ci sarà Amelie Lens (e sarà molto interessante vederla alla prova in un contesto così), in tutte le altre categorie c’è l’imbarazzo della scelta: dai santoni Moritz Von Oswald e Tikiman ai monumenti Tangerine Dream, da Vladimir Ivkovic a Chevel, da Suzanne Ciani – meravigliosa, lei – a Burnt Friedman e Mohammad Reza Mortazavi, da Napoli (Nu Guinea, in anteprima assoluta con la band, e Mystic Jungle). Ci saranno altri nomi (alcuni già annunciati, altri in arrivo), ma soprattutto ci sarà la tradizionale bellezza dei luoghi, dei cibi, dei vini e delle persone: davvero, se volete farvi un regalo nella vita, fatevelo andando a Dancity. Lo dicevamo i primi anni, abbiamo continuato a dirlo nel tempo, continuiamo a dirlo ancora adesso. Perché lì, dalle parti di Foligno, con una tenacia, una professionalità e una competenza fuori dal comune continuano a non mollare di un centimetro. Pur dandosi, ogni volta, un obiettivo che sarebbe altissimo a Berlino, Parigi o Londra, figuriamoci nella provincia italiana. Grandi.
(foto di Luigi Pica)