Di rado mi capita di farlo ma quando ascolto uno “001” in promo la prima attenzione è tutta per la label, seguita dalla curiosità per chi c’è dietro di essa e nel caso ne sia colpito cerco di intravedere anche il possibile progetto che c’è alle sue spalle. Ladislav Agabekov aka “Lad”, che forse ricorderete per un out su Ruta5 insieme a Quenum, indubbiamente ha le idee chiare e dopo anni di gestazione dà alla luce un progetto solido, almeno all’apparenza, avviando la storia di “Caduceus Records” con il primo 12inch dalla pesante firma di Dandy Jack.
Quando si ascolta la mente di Martin Schopf le parole che generano il proprio “think about” devono essere ponderate al punto tale da comprendere a pieno che si sta parlando non solo di un bravo produttore ma di uno tra gli artisti più influenti dell’underground odierna e non solo. “Rebirth” è un EP deciso, duro e soprattutto techno, quanto basta per chi non ne ascolta a sufficienza e melodia senza fine per chi non vive d’altro. “Hamlet Machine” è l’unione di linee puntiformi, acide e di puro stampo elettronico tra old school e avanguardia techno. Approccio unico e scelta metallica del suono che Scott Monteith aka Deadbeat, curando il lato B, rivisita con un remix che di certo non regala un respiro ma al contrario collabora allo smantellamento del club.
Provare per credere, ma so già che vi basterà il pre-ascolto nei canali ufficiali di una label che nasce sotto una serie di coincidenze che mettono i brividi: ha una gamma sonora sicuramente fuori dagli schemi, è svizzera d’adozione ed è concepita sotto le ali protettive di due artisti, Dandy Jack e Quenum, che nel luglio 2003, dandogli fiducia, produssero insieme ad un artista emergente un altro “001” dal titolo Orange Mistake. Il fatto che il primo EP si chiami “Rebirth” mette un po paura. In bocca al lupo Caduceus Records.