Se siete lettori di Soundwall, anche tra quelli piu distratti, il nome di Daniele Baldelli dovrebbe esservi più che familiare. È stato definito uno dei padri fondatori della club culture per come la conosciamo e non sembra un esagerazione. Per il sottoscritto è e resterà sempre IL DJ ITALIANO per eccellenza. Nella sua carriera parallela di produttore viene da qualche tempo coadiuvato da un altro grande veterano ovvero DJ Rocca, che molti di voi conosceranno per i suoi vari progetti, Ajello, Crimea X e Supersonic Lovers in primis. Il duo esce in questi giorni su Nang con un album intitolato “Podalirius”. L’inevitabile ispirazione cosmic è la forza propulsiva che fa correre incessantemente i sequencers dalla prima all’ultima traccia mentre la battuta medio-lenta tipica della disco elettronica del duo in un paio di tracce vocali accellera e si apre ad inflessioni funky house, confermando tra l’altro Rocca come uno dei produttori italiani piu colti, versatili e tecnicamente capaci. “Podalirius” è un disco imperdibile, non solo per appassionati del genere e sembra consolidare un sodalizio artistico che potrebbe riservarci ancora un sacco di sorprese. Non potevamo lasciarci scappare quest’occasione per intervistare Baldelli e Rocca e poterci vantare di aver ospitato due leggende sulle nostre pagine virtuali.
La prima domanda è per Rocca. Dal momento che sei almeno di una generazione piú giovane, ci racconteresti i tuoi ricordi riguardo a Daniele nelle vesti di dj, se eri un suo fan e che importanza ha avuto la scena Cosmic su di te come dj e produttore.
La prima volta che vidi ed ascoltai Daniele in un suo set fu ad un Woodstock DJs al palazzetto dello sport di Rimini nell’estate del 1982. Ero troppo piccolo per i tempi del Cosmic e della Baia Degli Angeli e quella fu la mia prima vacanza estiva senza genitori… la mia adolescenza musicale fu segnata sicuramente dai djs come Baldelli, Pery, Mozart, Rubens. Grazie a loro scoprii musiche e generi che non avrei mai potuto ascoltare sulle radio o nei club e nelle discoteche di routine. Poi il mio percorso musicale prese altre strade, dalla new wave al jazz, poi all’house, drum’n’bass, techno, ed oggi il ritorno inevitabile alle origini. L’importanza della cosiddetta scena Cosmic per me come dj e produttore, la reputo in termini di apertura mentale…è un’attitudine, un modo di approcciarsi alla musica, che poi ho ritrovato in grandi djs del mio periodo Maffia Club, come in giganti della musica come Herbie Hancock. Considerare la musica in tutti i suoi aspetti e prendere ciò di buono che c’è in ogni genere, questo è l’insegnamento che ho ricevuto da Daniele, mescolare gli stili, non solo in un dj set, ma nel proprio cervello. Krautrock con Disco, jazz con new wave, funky con reggae.
Daniele, la tua carriera di dj è ben conosciuta e documentata tanto da essere diventata leggendaria. La tua attività di produttore, di artista che i dischi li incide pure, decisamente meno. Personalmente di tue uscite discografiche ne ricordo almeno un paio, “My Funky Side” e più recentemente l’album “Adaptors” prodotto assieme a Marco Dionigi. Ci racconteresti qualche cosa a proposito di questa tua attivitá partendo dagli inizi e con quali artisti/dj/produttori hai collaborato?
Sinceramente di produzioni ne ho fatte parecchie, ma probabilmente essendo di nicchia non le conosci neanche tu! Devo aver venduto veramente poco! ah ah ah ! Ho cominciato nei primi anni ’80, feci 5 o 6 compilation mixate su vinile che si chiamavano “Discocross”, poi nel 1984 il primo album del Cosmic al quale seguì il secondo 10 anni dopo nel 1994. Poi parecchi prodotti che venivano etichettati “afro”, tanti non me li ricordo neanche. Se volessi elencarteli dovrei andare io stesso su “Discogs” per rintracciarli!
Come siete arrivati a conoscervi personalmente?
Daniele: Se non erro… è stato al Moxa di Mantova, dove io facevo delle serate il mercoledì, Rocca invece faceva il venerdì, comunque una sera venne a trovarmi, a da li incominciò il nostro sodalizio.
Rocca: Esattamente. Ci conoscemmo al Moxa circa a metà degli anni 2000. Un caro amico comune mi disse che Daniele suonava qualche mio disco Ajello, e questo mi riempì d’orgoglio! A quel punto volli incontrare Daniele, e l’empatia fu immediata fin da quella sera.
Da chi è partita l’idea di un progetto discografico in coppia?
Daniele: Boh… lo sai te!?! Io non mi ricordo. Comunque oggi è abbastanza normale cercare di fare qualcosa insieme, sopratutto quando, di primo acchito nasce subito un certo feeling tra due persone (sicuramente se Rocca mi stava sul cazzo… non sarebbe nato un bel niente ah ah ah!)
Rocca: Sinceramente io ho fatto la corte a Daniele, ma lui s’è dimostrato parecchio collaborativo fin dal nostro primo brano del 2008 sull’etichetta belga Radius uscito come Ajello & Daniele Baldelli. Dopo questa esperienza abbiamo fatto qualche remix, e dalla Nang è arrivata la proposta di un intero album.
Ci raccontate qualcosa riguardo le registrazioni dell’album “Podalirius”? Come vi siete suddivisi il lavoro in studio? Avete dei ruoli precisi?
Daniele: Io non ho uno studio, mi sono sempre accordato con chi lo studio ce l’ha! Quindi anche con Rocca le parti erano subito chiare: io ti espongo le mie idee, ti do degli spunti e tu ci lavori sopra. Poi per giorni lui mi manda le cose tramite Dropbox… io le ascolto e gli comunico le mie impressioni, oppure gli mando altri esperimenti che faccio sull’Ableton Live e questo finchè non raggiungiamo un accordo comune. Quindi quando siamo d’accordo sul risultato raggiunto… avanti un altro! (Ah poi io mi diverto a cercare il titolo giusto!).
Rocca: E’ esattamente come dice Daniele, lui mi da gli input sul brano, ed io fortunatamente capisco benissimo cosa vuole, elaboro e sottopongo fino a quando non arriviamo al risultato finale, frutto di innumerevoli emails, chat su Skype e qualche spassosissimo incontro in studio qui da me. Vorrei sottolineare le nostre session in studio, che sono pervase da un aura di mito, in quanto Daniele ha migliaia di episodi favolosi da raccontare…di suoi set del passato od incontri leggendari con superstar delle consolle in totale soggezione e prostrazione nei suoi confronti.
Ci raccontate qualcosa dei brani vocali e dei cantanti (Tahamene, Ghostape, Mark Borgazzi) che a questi hanno collaborato?
Rocca: Tutti e tre i brani cantati hanno una storia a se. “Rate The Stars” è stato il parto più lungo: la prima versione fu una collaborazione con gli amici Welcome Back Sailor, che diedero l’impronta melodica al cantato come è nella versione finale. Nang rifiutò il vocale, e fece ricantare il brano con nuove liriche e melodie, prima a Peter Coyle dei Lotus Eaters, e poi da William McGruddy dei Zodiac, ma entrambi gli esperimenti non hanno soddisfatto ne noi ne la label. Otto mesi di lavoro su un solo brano. Poi, arrivò l’esperimento con Tahamene, che ripeteva esattamente liriche e melodia di quello che composero i Welcome Back Sailor, ci aggiungemmo due frasi di Daniele al Vocoder, e il brano fu chiuso con la gioia di tutti. Il brano con Ghostape è stata pura fortuna. Questo ragazzo svizzero mi scrisse su Soundcloud che voleva collaborare con me ed io lo misi immediatamente alla prova. Daniele mi suggerì di fargli ascoltare dei riferimenti (Gina X e Sandy Steele) e Ghostape ci rimandò la sua composizione in perfetta linea con quello che cercavamo. “Real Like The Music” è stato fatto cantare da una delle migliori voci della mia città: Mark Borgazzi. Mark è figlio d’arte ed è un ventenne onnivoro, vivendo a Londra, naturalmente ascolta dal dubstep ai crooners anni ’50, figlio di Stevie Wonder ed amante dell’elettronica. In un pomeriggio di studio abbiamo fatto calzare perfettamente le sue liriche al nostro brano, creando un’ibrido tra elettronica e soul, di cui siamo molto orgogliosi
In coppia siete anche attivi come remixers. È in uscita ad esempio il vostro remix del brano “Robot” per Situation su Cyclo Records. Ne avete altri già usciti o in cantiere?
Rocca: Per noi fare un remix od un brano originale è la medesima cosa. Il nostro primo esperimento come remixers per la label International Feel, è stato un successo, così anche i remix seguenti, fino al lavoro per Situation e quelli che stiamo producendo in questi giorni: Jet Hammer, un nuovo moniker per l’artista spagnolo Nacho Marco, in uscita sulla label belga Regalia Records, e soprattutto il nostro remix al prossimo singolo dei Clinic, in uscita a Settembre su Domino!
Promuoverete l’album con dj-sets/esibizioni live?
Daniele: Ci stiamo decisamente pensando! Cheers!!!
Rocca: Vogliamo assolutamente che tutti i club d’Italia provino il nostro set back to back. Due attitudini all’eclettismo in perfetta sintonia: dai 100 bpm fino ai 130 bpm.