Quello con Danilo Vigorito è stato amore a prima vista. Mi è piovuto tra le mani di punto in bianco, senza racconti leggendari, senza video che ne esaltassero le gesta e senza quel chiacchiericcio che solitamente accompagna i grandi nomi della musica. Il mio rapporto con lui (ovviamente figurato) è stato del tutto sincero sin dall’inizio, assolutamente discreto perché Danilo ha voluto che fosse prima di tutto la sua musica a parlare e nient’altro. Mi piace il suo modo non invadente di promuovere la sua musica e le sue label, mi piace che l’accento sia sempre posto esclusivamente su ciò che a mio avviso realmente conta ovvero il messaggio piuttosto che il mezzo con cui viene veicolato e “distribuito”. Forse tanta essenzialità non pagherà quanto il suo talento oggettivamente merita, ma per molti tutto questo non può che essere un punto di forza. Non sono i tour mondiali a fare l’artista, non sono le copertine lucide a dare emozioni, non è la clip futurista a trasformare un potenziale talento (purtroppo spesso di talento non ce n’è nemmeno l’ombra) in un big della scena. O si ha la stoffa o non la si ha, o si è forti oppure no, e il tocco di Danilo Vigorito è inconfondibile tanto quanto sa essere travolgente l’onda che l’elettronica partenopea sprigiona quando uno di quei ragazzoni decide di costruire uno dei suoi groove.
Dopo una decina d’anni trascorsi dividendosi tra consolle e studio di registrazione e dopo aver messo la firma su una quantità quasi indicibile di EP, Danilo Vigorito ha pensato che fossero maturi i tempi per mettersi ancora alla prova, questa volta con quella sfida che generalmente sancisce o meno il definitivo salto di qualità di un artista: il lungo formato. “On And On” non poteva che uscire sulla sua Orion Muzik, e le dieci tracce che lo compongono rappresentano l’ultima evoluzione del sound del producer napoletano. Chi ha amato la carica generata dagli intrecci di synth e dai bassi “rotolanti” (vi sfido a trovare una traduzione più adeguata di “rolling”) del Vigorito-techno, magari impiegherà più di un ascolto ad abituarsi al tocco più morbido del suo ultimo lavoro, ma non potrà convenire che il dinamismo tipico della sua musica non è cambiato di una virgola. Vero, voltare pagina in modo così radicale proprio con un album tanto atteso, non può che sembrare un azzardo ma non fatevi trarre in inganno dal sound più caldo e housy (quello, per intenderci, che ha intaccato il dna di buona parte dei produttori non solo dello stivale ma di tutta Europa) di “On And On”: qui il dinamismo tipico di Vigorito non è stato intaccato e dischi come “All Night”, “Rio’s Carnival” e “On And On” ne sono la conferma. Ciò che colpisce maggiormente, e questa è una caratteristica pressoché costante all’interno dell’album, è la scelta di Vigorito di virare in modo netto a favore di una ritmica più percussiva a discapito dello stile tipicamente partenopeo che ha trasformato la “techno made in Naples” in una vera e propria corrente di pensiero.
Ovviamente “On And On”, pur restando una raccolta dancefloor-oriented, non può che dar voce anche ad un Danilo Vigorito più sperimentale, certamente inedito rispetto a chi si è abituato alle sue precedenti uscite su Orion Muzik, Intelligence e Inside Orion Minimal Muzik, oltre alla recente “Primal Scream” su Plus 8. “The Smell Of The City” è probabilmente il pezzo che preferisco di “On And On” ed ha per protagonista la voce della cantante statunitense Gretchen Rhodes, mentre “Not You” rappresenta il modo perfetto, quasi romantico, per chiudere un album davvero molto bello!