Darko Esser fino ad oggi si è reso protagonista di releases in linea di massima molto graziose, sempre gradevoli all’orecchio e tutte incastonabili in momenti particolari di dj sets di vario genere. Ma stavolta, scusate se faccio il cattivo, non ci siamo proprio. Ad attuare il “piano di emergenza” vengono chiamati in causa i “salva release” Peter Van Hoesen e il duo forse più elegante d’Europa: Sandwell District. La label è Balans Records.
Il signor Esser propone una sola “Original”. Per fortuna. Possiamo cominciare con il processo di demolizione: il pezzo comincia con una cassa 909, quasi da sola. La nudità del kick all’inizio di un brano è una cosa che personalmente odio. In poco tempo sopraggiunge un arpeggio senza alcun senso armonico. Poi anche un altro più acid. Sempre senza un vero e propio senso armonico. E se c’è una cosa che odio in un pezzo oltre alla cassa nuda, sono proprio gli arpeggi che non seguono una scala, che non hanno valenza tonale. Insomma, se si vuole fare un pezzo non tonale ci sono altri mille mezzi e strade da intaprendere per arrivare al punto. Sarà che questa forse era la più facile, dato che quando poi entrano piattini e clap si ha veramente la sensazione che siano stati appoggiati lì quasi per caso, e che il pezzo sia stato confezionato in poco più di un’oretta. Bocciato!
A recuperare la situazione arrivano i remixers. E gente come loro non delude mai. Ad essere sincero nella mia teca delle statuette votive ho le statuette di Peter Van Hoesen, Regis, Function e di pochi altri. Il buon Peter ridona grande musicalità al pezzo sfruttando anche alcuni samples dell’originale e aggiungendo synth e ambienti che comunque li richiamano. Mantiene un tono abbastanza pacato per tutta la stesura che è completamente priva di pause fatta eccezione per un paio di piccoli “gap” ritmici. Ambienti spettrali e freddi avvolgono il tutto con straordinaria delicatezza di cui solo Van Hoesen è dotato.
Subito dopo i Sandwell District mi hanno regalato la splendida visione di uno stanzone scuro contenente un paio di migliaia di persone con un grande schermo ed un proiettore che insieme ai video proietta le ombre di due artisti concentratissimi con lo sguardo fisso nei loro laptop, con i loro corpi che sussultano ogni qualvolta cade la cassa. Profilo tipico dei loro live. Grande padronanza del suono come sempre da parte dei due, che propongono un pezzo basato sul groove creato da uno stab industrialissimo, frutto di un grande lavoro di sound design. La quasi totale assenza di elementi appartenenti alla versione di Esser denota è l’ennesimo indizio di come la versione originale lasci a desiderare. Anche per loro niente pause, ma ormai è un vizio di molti, perchè sembra che il compito di creare i break appartenga sempre di più ai dj che ai produttori stessi.
Che dire, di sicuro non è questo il caso di un EP solido, a causa di un “Original Mix” piuttosto approssimativo che crea un’enorme falla all’interno della malgama di tutto il singolo. Perciò Dio benedica chi ha inventato i remix.