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[tab title=”Italiano”]Abbiamo avuto l’occasione di fare qualche domanda a Darshan Jesrani, una delle menti, insieme a Morgan Geist, dietro i Metro Area, che si esibiranno al prossimo The Garden Festival che andrà in scena dal 2 al 9 luglio, a Tisno, Croazia. Il duo newyorchese continua ad essere più una reunion tra amici che un antipasto di nuovi progetti in studio, così ci siamo concentrati sui percorsi e sul suo background personale, facendo qualche piccola escursione tra i cambiamenti della musica nell’era digitale, le bobine del padre, i gusti musicali dei genitori su quelli che saranno poi dei figli. Un influsso che insieme alla radio è stato cruciale per lo sviluppo del gusto dell’artista.
Come vi siete conosciuti tu e Morgan e, soprattutto, come avete deciso di diventare i Metro Area?
Morgan e io ci siamo conosciuti grazie a delle mailing list online in cui si parlava di musica, una specie di vecchia versione di chat e forum. Scoprimmo che entrambi volevamo esplorare le produzioni disco e r&b dei tardi anni ’70 e degli anni ’80 e così nacquero i Metro Area. Una specie di omaggio al suono di New York, con cui siamo cresciuti fin da piccolo, ascoltandolo alla radio.
Dopo tanti anni di conoscenza e condivisione del lavoro, in cosa l’uno ha influenzato l’altro?
Non posso parlare per Morgan ma, essendo personalità molto differenti, ho imparato molto da lui e dal suo modo di vedere le cose.
Vi siete ispirati a qualche dj/produttore di riferimento, specialmente all’inizio della vostra carriera?
No, ne abbiamo sempre parlato. Entrambi abbiamo iniziato a produrre musica con strumenti elettronici prima di iniziare a fare i dj, quando l’elettronica non era così popolare nelle nostre zone. Le cose avrebbero potuto essere veramente molto, molto differenti – non so se in meglio o in peggio – quando abbiamo iniziato a produrre a New York, intorno a molti potenziali mentore e con una scena trendy.
Produci da molto tempo: è cambiato il tuo setup in studio con l’avvento dei software di produzione?
Si è cambiato, ho acquisito molti strumenti più vecchi, sono veramente molto attratto dal suono di queste semplici tastiere analogiche di metà anni ’70 (meramente chiamati sintetizzatori) della Korg/Univox, Farfisa, Moog. Il gruppo di programmi che uso contengono molti di questi strumenti perché suonano in maniera straordinaria quando sono registrati, convertiti e mixati con un buona console e un buon software di missaggio.
Che rapporto hai con la musica elettronica attuale? Voglio dire, molti si lamentano della facilità con cui è possibile produrre e distribuire attraverso mezzi digitali, che ha portato a una diffusa mediocrità delle proposte. Sei del medesimo avviso?
Assolutamente…e penso che abbia reso insensibili alla nuova musica. Nonostante tutto quello che è accessibile istantaneamente e quanto sia facile creare un blog o un canale media, penso che ci sia una eccessiva competizione per guadagnare attenzione. Quante persone sono in grado di prestare attenzione a tutto ciò?
In una recente intervista con i Darkside siamo finiti a parlare di quanto sia importante il gusto musicale dei genitori per la crescita di quello dei propri figli. Anche i gusti dei tuoi genitori hanno influenzato i tuoi?
Penso molto, mi hanno reintrodotto alla musica. Mio padre aveva una discreta collezione di dischi, quella di uno che comprava dischi saltuariamente, giusto un paio di scaffali pieni di musica. Aveva anche un lettore a bobine con un po’ di nastri e una bella radio AM/FM, quindi noi avremmo sempre registrato roba dalla radio e io avrei sempre suonato dischi. Era la cosa che preferivo fare.
Quanto e come sei stato influenzato da NYC?
Non ne sono sicuro di quanto lo sia perchè non ho mai vissuto altrove da adulto. Mi ha decisamente rafforzato e fatto realizzare che c’è molto, molto di più da fare.
Chi sono i Metro Area quando svestono i panni di dj/producer?
Qualcuno che prova a godersi le altri parti della vita, che alla fine finiscono per ispirare quello che facciamo in musica!
Siete degli habitués del Garden Festival, quindi ampiamente abituati all’associazione sole-mare-musica elettronica. Notate vibrazioni differenti quando suonate in un “giardino” come Tisno, rispetto ai club?
Si, chiaramente. Il Garden è un festival estivo e molta della programmazione si svolge all’aperto. Inoltre La costa croata è molto calda e le persone sembrano avere un’ottima attitudine al party: totale vacanza dalla vita quotidiana! E’ molto diverso suonare in questo ambiente rispetto a molti club.
Rimani solo su un’isola deserta, puoi portarti solo un disco. Cosa scegli?
Oh, non lo so. Probabilmente un album di David Bowie o dei Ramones. Tirerei fuori una puntina da una noce di cocco.
Il disco che ruberesti dalla collezione di Morgan?
Solo qualcosa che lui ha preso in prestito e non ho mai avuto indietro.
Quali sono i progetti futuri dei Metro Area?
Non abbiamo progetti futuri come Metro Area, Io sono stato occupato dalla mia nuova label Startree e Morgan con Environ e Storm Queen.[/tab]
[tab title=”English”]We had the occasion to talk with Darshan Jesrani, half of Metro Area project, with Morgan Geist, the duo will show during the next The Garden Festival from second to ninth of July, in Tisno, Croatia. The New Yorker duo continues to be a friend reunion rather than a development of new studio projects, so we have focused on the path and background of the artist, talking about music industry in the digital era, the reel tape of Jesrani’s father and the relationship between parents and sons music taste. Radio and parents music taste as key points for the development of the artist.
How did you meet each other and, above all, how did you decide to create Metro Area project?
Morgan and I met via some internet mailing lists which were used to discuss music topics. Kind of an old version of internet message boards. We discovered we each had common ground in wanting to explore production ideas from late 70s and 80s disco & r&b, and that’s how Metro Area happened – kind of an homage to the NYC sound, which we were initially exposed to via radio, growing up nearby.
After all these years of acquaintance and work sharing, in what have you influenced each other?
I can’t really speak for Morgan, but I’ve learned a lot from his point of view, we’re very different personalities.
Did you get your inspiration from some sort of mentor or key dj/producer, maybe especially at the beginning of your career?
No, we always talk about that. We both started making music with electronic instruments before we ever started djing, and did so in suburban neighborhoods where electronic music wasn’t very popular. Things may have been really, really different – not sure if better or worse – had we started producing in NY around a lot of potential mentors and a really happening scene.
You’ve been producing for several years: did the setup of your studio change because of the arrival of production softwares?
Yes, it has made me acquire a lot more older instruments. I’ve really been into the sound of these simple electronic analog keyboards (they’re barely synthesizers) from the mid 70s. Korg/Univox stuff, Farfisa, Moog. The set of programs I use lets me make the most of all of these instruments. They sound great when recorded through a good console and converters and mixed with some good software.
How is your feeling about current electronic music? I mean, a lot of people complain about the facility to produce and release through digital media that has brought to an outstanding mediocrity of the musical offer. Do you agree with this?
Definitely… And I think it has made everyone kind of numb to new music. Despite how much is instantly-accessible, and how easy it is to start a blog or media outlet, I think there is fierce competition for the total amount of attention. How much are people really going to be able to pay attention to?
In a recent interview with Darkside, we ended up talking about the importance of parents’ musical tastes for their children’s one. How much did your parents’ musical tastes influence yours?
I think a lot. It enabled me to get into music. My dad had a decent record collection, just for someone who casually bought records. It was a couple of shelves worth of music. He also had an open reel tape deck and a bunch of tapes, and a nice AM/FM tuner, so we would always record stuff from the radio and I’d always be playing records. It was my favorite thing to do.
How and how much have you been influenced by NYC?
I’m not sure, I’ve never really lived anywhere else in my adulthood. It’s definitely made tighten up and realize there’s much, much more to do.
Who are you, while you are not djing and/or producing?
Someone who’s trying to enjoy other parts of life, usually ending up being inspired to do something musical!
You are habitués of The Garden Festival, so you use to link sun-sea-electronic music. Do you feel different vibrations when you play in a “garden” like Tisno, instead of in a club?
Yeah, of course. Garden is a summer festival, and most of the music programming is outside. It’s very warm at the Croatian coast, and people seem to be in such a good, open partying mood. Total vacation from life! Very different to play music in that environment versus playing in most clubs.
You are alone on a desert island and you can bring only one record with you. Choose one.
Shit, I don’t know. Probably a Ramones or Bowie album. I’d make a needle out of coconut shell.
Which record would you steal from your mate’s collection?
Only something he borrowed that I never got back.
Which are the future projects of Metro Area?
Metro Area has no idea. I’ve been busy with my new label Startree, and Morgan with more recordings for Environ – Storm Queen, etc.[/tab]
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