Riconosciamolo, spesso e volentieri ci è capitato di non andarci troppo per il sottile col buon Guetta, anche se dopo le sue ultime dichiarazioni che consideravano “old school” suonare con una chiavetta USB e doversi addirittura cercare le tracce nella cartelle, beh, era davvero difficile non perdere la pazienza (e infatti l’abbiamo persa). Attenzione: il motivo alla base di tutta questa frustrazione, di questo continuo malumore dietro all’artista francese, risiede (anche) nella consapevolezza che, a differenza di molti dei nuovi astri del “press play” e degli show/concerti incentrati più sulla scenografia che sulle velleità artistiche, David Guetta ha invece un reale background come dj di spessore. Per giunta in una scena, quella francese a cavallo fra ’90 e 2000, che ha reso un servizio fondamentale al mondo della musica elettronica.
E quindi, dopo tutto il polverone che si è scatenato qualche settimana fa, in un breve moto d’orgoglio (o magari a seguito di un conciliabolo col suo team di marketing…?) ha pensato di riscattarsi dalla figura un po’ misera della “chiavetta old school” registrando, per l’Essential Mix di Pete Tong su BBC Radio 1, un mixato realmente old school, ma così tanto old school da fargli fare ancora una volta una figura discutibile. Sì, perché il risultato (seppur faccia sempre piacere ri-sentire in radio cotanti capolavori uno dietro l’altro) dà la stessa sensazione di aver sprecato un’ulteriore buona occasione per evitare di farsi volere male. Esattamente com’è stato per le vicende precedentemente narrate. Non fare, o non parlare, forse era meglio.
Un’accozzaglia di evergreen, infatti; un “Greatest Hits” che chiunque oggi potrebbe trovare in ogni compilation sia stata rilasciata sulla storia dell’house music, ed oltretutto un tirare in mezzo un background musicale che poco ha a che vedere con la sua carriera. Ma perché David? Avevi l’occasione di rilanciare la tua figura anche di fronte al pubblico più “choosy” (erano anni che volevamo usare questa parola in un articolo), oltretutto sul palcoscenico più eterogeneo che si possa trovare nell’etere europeo, e la sprechi in questo modo? Avresti potuto perdere qualche ora in più del tuo tempo e compilare un mixato pieno di chicche non scontate che realmente avrebbero simboleggiato i tuoi trascorsi nel French Touch e nella scena house transalpina e che magari avrebbero davvero serrato a dovere un po’ di fauci avvelenate (ad esempio, guarda un po’ cosa aveva fatto l’altro grande “traditore”, Bob Sinclar, nella sua sortita in coppia con Dimitri From Paris: ben altro livello). Ed invece? Invece, hai preferito la via più comoda, quella che fa esultare i tuoi adepti (che invocano delle scuse che difficilmente arriveranno) e che seppur non peggiorerà la visione che il mondo ha di te e della tua musica, difficilmente vedrà mai manifestarsi l’effetto contrario. E questo, caro David, è davvero un peccato.