Bizzarra creatura musicale i Death In Vegas: partiti in sordina sul finire degli anni ’90 con un paio lavori in studio dalle sonorità principalmente dub-elettroniche, sono diventati dei fenomeni della contaminazione tra rock ed elettronica in salsa psichedelica con l’album “Scorpio Rising” del 2002, per poi tornare sulle scene nel 2004 con un disco assai sperimentale, Satan’s Circus, quasi un omaggio al suono della Germania dei Kraftwerk e dei Neu!. Poi un nuovo silenzio (di sette anni), rotto dal solo Richard Fearless che abbandonato il socio di sempre, l’ingegnere del suono Tim Holmes, dona ai Death In Vegas una nuova veste sonora acid-soul oriented!
Dai tempi di “Aisha”, brano tratto dal secondo album The Contino Sessions ed entrato nella top 10 in Inghilterra nel 2000, ad oggi, sono cambiate molte cose per i Death In Vegas. Che ricordi hai di quel disco?
Nelle Contino Rooms (gli spazi di un magazzino sotterraneo dalle parti di Inn Road Gray a Londra, adibito da Fearless a sala prove NDR) mi sentivo totalmente libero dal punto di vista della creatività. Coinvolsi nel progetto Tim Holmes con il quale avevo iniziato a collaborare su diverse cose. Nottate intere a lavorare per The Contino Sessions e moltissima erba da fumare.
Il nuovo lavoro “Trans-Love Energies” presenta molte novità rispetto al passato (tra le altre cose presti la voce alla maggioranza dei pezzi). Se dovessi decifrare il mood dell’album come lo definiresti?
Si tratta di un album molto sentito, un viaggio che parte dalla psichedelia per raggiungere certo narcotico synth pop.
In due tracce è presente la vocalist Katie Stelmanis (la cantante degli Austra). Com’è nata questa collaborazione?
Avevo ascoltato una traccia degli Austra “Beat on the Pulse” e la voce di sottofondo di Katie non mi usciva più dalla testa. L’ho contattata ed è accaduto che i Death In Vegas gli sono piaciuti e la cosa è stata fantastica.
Nel 2004 ti sei trasferito a New York e hai iniziato a studiare fotografia. Spiegaci com’è andata e che influenza ha avuto questa esperienza nei nuovi Death In Vegas. Immaginiamo non poca…
Ero insofferente e volevo andarmene da Londra. Decisi di trasferirmi a New York per tornare al collage e studiare fotografia. Durante questo periodo sono stato influenzato da un gruppo di fotografi di paesaggi che, come nel mio lavoro, erano intenzionati a catturare le lande desolate americane. Mi sono completamente immedesimato con questi vasti paesaggi dell’aperta campagna. Luoghi assai simili a quelli che mi hanno cresciuto nel deserto del Kalahari. Queste immense distese paesaggistiche sono sempre state un’influenza artistica per me. Non disdegno lo spazio nella musica.
Parlaci della tua esperienza con i Black Acid, gruppo parallelo dalle sonorità garage-psichedeliche nel quale suoni e canti.
Volevo tirar su un progetto diverso, c’erano delle tematiche che volevo affrontare e sentivo il bisogno di esprimerle. Ho formato questa band di musicisti eccezionali tra i quali c’è Oliver (Ackermann NDR) degli A Place to Bury Strangers che ha suonato la chitarra e ha messo a disposizione anche il magazzino nel quale strimpellare. Così abbiamo provato le nostre canzoni per un anno, per poi andare in studio a registrare e missare il tutto in poche settimane. Un approccio completamente diverso rispetto a quello dei DIV che è fondamentalmente un gruppo da studio di registrazione.
L’album è stato registrato tra New York, Londra e il Michigan. Il senso di viaggio in musica è palpabile, è stata una scelta voluta non è vero?
Beh in primo luogo mi interessava di lavorare con alcuni musicisti di base a NYC con i quali avevo preso contatto, Travis (Caine NDR) per esempio, con il quale sono entrato in confidenza avendo prodotto l’album suo e di sua moglie Katherine (Kin NDR), i Von Haze. Poi gran parte del lavoro l’ho prodotto presso gli studi londinesi di Andrew Weatherall e mixato in Michigan, USA, con l’apparecchiatura utilizzata da Sly Stone. Si parla principalmente di processi di logistica anche se il luogo, la strumentazione e le persone che mi circondano mentre lavoro hanno un’importanza rilevante sulla mia musica.
Se dovessi confidare ai lettori 5 dischi che hanno influenzato maggiormente la storia dei Death In Vegas quale sceglieresti?
Kraftwerk – The Man Machine
Stooges – Raw Power
Can – Tago Mago
Harmonia – Musik von Harmonia
Joy Division – Still
Come suonerà dal vivo l’ultimo lavoro?
E ‘stato davvero difficile capire come poter eseguire dal vivo l’album. Ma ho scelto un gruppo di musicisti pazzeschi, quelli con i quali ho avuto di più a che fare negli ultimi cinque anni e abbiamo speso 5 settimane di tempo a rielaborare ogni canzone fino a quando il risultato non ci ha soddisfatti. Abbiamo raggiunto una chimica tale da aver trovato una nuova dimensione anche per i vecchi brani del repertorio.
Dobbiamo aspettarci cambi di rotta altrettanto sostanziali per il futuro prossimo?
I nuovi brani suonano in modo molto diretto. Voglio continuare a fare la musica che sento mia, è questa la mia intenzione primaria, dando sfogo agli stimoli giusti.
English Version:
Death In Vegas, a weird musical being: started quietly in the late 90s with a couple of studio works mostly dub-electronic sounding, become a phenomena of contamination between psychedelic rock and electronic music with the 2002’s album Scorpio Rising. The return on stage in 2004 with a very experimental album like Satan’s Circus, a kind of tribute to the sound of Germany’s Kraftwerk and Neu!, than another silence (of seven years), broken by the soloist Richard Fearless, which left his historical partner, the sound engineer Tim Holmes, to give to Death In Vegas a new soulful and acid-oriented sound.
From the times of “Aisha”, excerpt from The Contino Sessions, Top 10 in England in 2000, to date, many things has changed for Death In Vegas. What memories do you have about that record?
I felt a creative freedom and I’d taken my advance I got from my record company at the time and set up the Contino Rooms, bringing in Tim Holmes whom I had started to work with on a few projects. Lots of late nights working on the Contino Session and copious amounts of weed being smoked.
The new work “Trans-Love Energies” has many new features compared to the past (among other things you lend the voice to the majority of the pieces). If you had to decipher the mood of the album how would you define it.
it’s a heartfelt record that goes on a journey from psychedelia to twisted narcotic synth pop.
In two tracks the vocalist is Katie Stelmanis (lead singer of Austria). How did this collaboration come about?
I’d heard Beat on the Pulse an Austra track and Katie’s vocals off that song just kept going round my head. I then contacted her and it happened that she liked DIV which was fantastic.
In 2004 you moved to New York and have started to study photography. Explain us what happened and how much that influence has experienced the new Death In Vegas’s album. We imagine a lot…
I had felt restless for a while and basically felt an overwhelming desire to leave London. I decided to move to NYC and go back to college to study photography. During this time I was influenced by a bunch of landscapes photographers, who like my own work had tried to capture a desolate American landscapes. So I found myself drawn to parts of the country with huge open vista’s. These were similar to my upbringing in the Kalahari desert. This great expanse has always been an influence to me. I’m not afraid of space in music.
Tell us about your experience with the “Black Acid”, your parallel group that sounds in a garage way with also psychedelic atmospheres.
I wanted to do a different project I had some issues I wanted to deal with and needed to express them. I got a band together with some amazing musicians including Oliver from A Place to Bury Strangers who played guitar and provided the warehouse we rehearsed in. So yeah we rehearsed for a year then went into the studio a recorded and mixed an album in a few weeks. A completely different approach to how I do DIV which is very music a studio based group.
The album was recorded between New York, Michigan and London. The sense of traveling in music is palpable, it was a deliberate choice right?
Well firstly I had connections to certain NYC based musicians I wanted to work with, Travis was based in NYC and I had been producing Him and his wife Katherine’s band Von Haze. Then I wrote most of the album in Andrew Weatherall’s spare studio in London and mixed in Michigan, USA on Sly Stone old console. A lot of it was logistics but don’t get me wrong the location, environment, people who are around me when I’m working are so important to the final sound.
If you had to suggest to our readers the 5 album that have most influenced the history of Death In Vegas, which would you choose?
Kraftwerk – The Man Machine
Stooges – Raw Power
Can – Tago Mago
Harmonia – Musik von Harmonia
Joy Division – Still
How will play live Trans-Love Energies?
It was really hard working out how to do this album as it was such a studio album. But I picked a bunch of killer musicians whom I had been mostly with over the last few years and we just locked ourselves down spent 5 solid weeks hitting the songs until we had it nailed. But I think we’ve got to a space now which even the old songs have been taken to a different level.
Have we to expect similarly substantial changes of direction with for the near future?
Well the new tracks are sounding pretty savage. I want to just keep making music that I’m digging, thats the drive really, searching for that magic moment.