Chris e Si aka Deep Space Orchestra, si sono definiti dei ‘geek’: hanno una fissa per i videogiochi, per i suoni spaziali dall’alone fantascientifico e cinematografico, per il design, che curano in maniera maniacale nella grafica della loro etichetta Use of Weapons, e per libri e film che riguardano realtà e pianeti paralleli.
Raccontateci qualcosa di voi prima della nascita del progetto Deep Space Orchestra.
Chris: io producevo musica da solista e ho fatto il dj per diversi anni, poi nel 2005 ho conosciuto Si e abbiamo iniziato a produrre insieme. Prima avevo rilasciato solo qualche uscita su Five20East, sulla vecchia etichetta di Revenge e un paio per Domu e Atjazz. Ma il mio ritmo lavorativo faceva schifo! Mi ha aiutato moltissimo avere con me Si, almeno ero sicuro che le mie tracce sarebbero state finite…
Si: ho vissuto a Glasgow per molto tempo, dove ho fatto il dj in vari club e bar con The Revenge e Ali OOFT! Prima che i ragazzi si prendessero una pausa anche io avevo iniziato a produrre delle tracce con Revenge come Cronck Family Enterprise. Comunque era molto tempo fa e nessuno di queste tracce è poi uscita!
Come vi siete avvicinati alla musica elettronica? Lo ricordate come un momento emozionante?
Chris: Io ho sempre, sempre, trovato la musica elettronica una cosa eccitante, come solo un altro paio di generi musicali possono esserlo. Credo che sia un modo per sentire dei suoni che altrimenti non sentiresti da nessun’altra parte…. ed è per questo motivo che sono molto frustrato per la mancanza di creatività che pervade la musica elettronica di questi tempi.
Come vi siete conosciuti e com’è nata la decisione di iniziare a lavorare insieme?
Si: Siamo stati presentati da un amico comune che insisteva nel fatto che dovevamo conoscerci e, cosa più importante, che dovevamo produrre qualche traccia insieme. Così finalmente ci siamo incontrati ad una serata di Danny Krivit e Joe Claussell a Liverpool, il resto è storia.
Spiegateci il nome ‘Deep Space Orchestra’: volevate richiamare un concetto spaziale? E come mai il nome di ‘orchestra’ se siete solo un duo?
Chris: siamo entrambe dei fan dello sci-fi, ci piacciono gli stessi libri e gli stessi film, e suppongo che questo abbia aiutato. Per quanto riguarda la parte ‘orchestra’ usiamo un sacco di suoni diversi nella nostra musica, samples, synths e drums presi da ogni dove, quindi penso sia questo, oppure semplicemente perchè pensavamo che suonasse bene!
Appunto so che vi piace molto il genere sci-fi e altre cose affini. Come tutto ciò ha influenzato le vostre visioni e la vostra musica?
Si: non direi che queste cose hanno influenzato particolarmente il nostro sound, ma suppongo che gli abbiano dato quella sfumatura spaziale e cinematografica.
Anche la vostra label ‘Use of Weapons’ prende il nome da un libro sci-fi di Iain M. Banks…
Chris: è il libro preferito di entrambi, uno di quelli che devi assolutamente leggere se ti piace il genere. Inoltre ci sembrava adatto al nome di un’etichetta…armi da dancefloor! Forse un attimo troppo costruito, ma del resto lo sono anche il nostro nome e i titoli di molte nostre tracce, e lo sono anche molte cose all’interno del genere sci-fi.
Qual è l’idea che sta dietro alla label?
Si: volevamo che fosse un qualcosa che la gente potesse comprare anche solo dandogli un’occhiata, senza dover per forza ascoltare le tracce, e che capisse che dietro ogni uscita c’è un livello qualitativo alto. Ci sono state alcune etichette che nel corso degli anni hanno sempre mantenuto alti i propri standard e quindi la gente comprava automaticamente ogni uscita. Speriamo che la Use of Weapons venga vista allo stesso modo. Abbiamo sempre l’obiettivo di mantenere alti gli standard, anche tramite la grafica e il design.
Cosa ne pensate di tutte queste numerose nuove label?
Chris: è una cosa buona che internet abbia permesso di democratizzare la faccenda, tutti possono prendervi parte e fare uscire i propri lavori senza rimetterci dei soldi. Dall’altra parte ha creato molta confusione, rendendo difficile alle persone farsi notare senza stampare su vinile, cosa molto più rischiosa rispetto a dieci anni fa. Sono di due opinioni diverse riguardo a tutto ciò, ma se ci sono più persone che creano musica questo non può che essere un bene, anche se questo significa molta roba insignificante in giro…
Pensate che oggi sia difficile guadagnare dedicandosi pienamente alla musica?
Chris: di sicuro sì. C’è molto poco da fare nella vendita di dischi, a meno che non siano particolarmente riusciti, ma anche allora non è come sei o sette anni fa. Gli show sono quelli che fanno ti guadagnare di più, ma oggi è difficile per le persone far andare d’accordo la vita di tutti i giorni con le nottate passate nei club l’intero fine settimana, specialmente se hanno una famiglia. Io lavoro lo stesso a tempo pieno anche se faccio musica, altrimenti avrei passato tempi molto duri!
Cosa significa per voi produrre musica?
Chris: è divertente, autentico e genuino. Ho sempre voluto farlo fin da quando ero piccolo e non riesco ad immaginarmi senza questo desiderio.
Cosa volete esprimere con i vostri lavori e cosa mettete all’interno di essi?
Si: è una domanda difficile alla quale rispondere. Normalmente le nostre tracce sono molto spontanee, nessuno dei due si mette a sedere in studio e pensa ‘Bene, oggi sono arrabbiato, facciamo qualcosa di techno bella pesante!’ Gli aspetti emotivi o le nostre esperienze pervadono sicuramente le nostre tracce, ma in modo inconscio.
Che cosa provate durante i vostri show? Ce n’è uno in particolare che ricordate con piacere?
Chris: vogliamo solo che le persone siano felici! Anche se facciamo musica un po’ oscura. Quest’anno abbiamo suonato a Varsavia ed è stato incredibile, un pubblico così energico e felice. Mi è piaciuto da morire.
C’è qualche posto in particolare dove vi piacerebbe esibirvi?
Chris: Tokyo sarebbe un grande sogno che diventa realtà. Ho sempre voluto andare in Giappone, quindi suonare lì sarebbe incredibile.
Quali sono le vostre influenze al di fuori della musica?
Chris: le mie più grandi ispirazioni sono semplicemente la mia famiglia e i miei amici . Poi l’arte e il design giocano un grande ruolo nel mio lavoro quotidiano, quindi diciamo che sono sicuramente influenzato da cose che fanno tendenza. Sono un grande fan di artisti come Patrick Caulfield, che usa semplici colori e forme in modo interessante. Forse c’è una connessione con la musica, non so.
Che artisti seguite con interesse in questo momento?
Chris: sono davvero troppi da nominare… La prima persona che mi viene in mente è Ned Pegler aka Medlar, che ha fatto dei lavori recenti sulla Wolf Music e sulla Home Taping. Adoro il suo sound.
Si: non seguo artisti, più che altro seguo le label. Ora ce ne sono un paio, la The Future Times e la L.I.E.S degli States che stanno facendo musica fantastica al momento. Dategli un’occhiata!
Cosa vi aspetta nei prossimi mesi?
Chris: Use of Weapons 4 uscirà in un paio di mesi più o meno, con ospiti molto speciali. Avremo degli show in tutta l’Inghilterra e anche a Vienna, Istanbul e Berlino, in più dobbiamo iniziare ad organizzarci con idee per qualche live.
Grazie a Chris e Si.
English Version:
Tell us something about yourselves before the Deep Space Orchestra project.
Chris: I’ve been making music on my own and DJing for a fair few years. It wasn’t until 2005 that I got to know Si and we started producing together. Before then I’d done a few solo releases on Five20East, The Revenge’s old label as well as a few one-offs for Domu and Atjazz. My work rate was shit though! Definitely helps having Si to make sure tracks get finished…
Si: I had been living in Glasgow for a long time and had been djing in various clubs and bars with The Revenge and Ali OOFT! before those lads got their breaks. I’d also started producing tracks with The Revenge as Cronk Family Enterprises, although it was quite a long time before any of those tracks were released!
How did you approach the electronic music? Do you remember it as something exciting?
Chris: I’ve always, always found electronic music exciting in a way that few other types of music can be. I think it’s the way that you can hear sounds that you would never hear anywhere else… also one of the reasons why I get frustrated by the lack of creativity in lots of electronic music these days.
How did you meet and how did you decide to work together?
Si: We were introduced by a mutual friend who was adamant that we needed to meet and more importantly make some tracks together. We finally met at a Danny Krivit and Joe Claussell gig in Liverpool and the rest is history.
Can you explain us the name ‘Deep Space Orchestra’: did you want to remind any ‘space concept’? And why the name of ‘orchestra’ if you are a duo?
Chris: We’re both big into sci-fi: we read a lot of the same kind of stuff and like the same kind of films, so I guess that helped. As far as the ‘Orchestra’ part of it is concerned, we use loads of different sounds in our music, samples, synths and drums from all over the place, so maybe it’s that, maybe it’s also just because we thought it sounded good!
Yes, I know that you like the sci-fi world and other geek stuff. How does it influence your visions and your music?
Si: I wouldn’t say that that stuff particularly influences our sound, but I suppose there is a space-y, cinematic quality to some of our tracks.
Even the name of your label ‘Use of Weapons’ comes from a sci-fi book by Iain M. Banks.
Chris: It’s a favourite book for both of us, definitely one that you should read if you like sci-fi. It also seemed to suit the name of a label well… weapons for the dancefloor! A bit cheesy maybe, but so are a lot of our track titles and our own name, and also a lot of sci-fi.
What is the idea behind the label? What are your goals?
Si: We really want it to be something that people can almost buy on sight, without having to listen to the tracks, knowing that there’s going to be a certain quality level to every release. There have been certain labels over the years that have always maintained that standard and each release is an automatic purchase. We hope that Use of Weapons will be seen that way too. There’s always an aim to make the sleeves look good too, with a lot of effort put into the artwork and design.
What do you think about all this new born labels?
Chris: It’s great that the internet has made the process a lot more democratic, anybody can get involved and put a digital release out for next to no money. On the other hand, it’s created a lot more noise, making it harder for people to get noticed without doing vinyl releases, which are much more risky than they were ten years ago. I’m in two minds on the whole subject, but more people making music can only be a good thing, even with the greater amount of bad stuff out there…
Do you think that today is hard to earn money with a making-music full time job?
Chris: For sure. There’s very little to be made in selling records unless you’re especially successful, and even then it’s nothing like it was even six or seven years ago. Gigs make people more money, and then it’s hard for a lot of people to balance a normal life with staying out in clubs all weekend, especially if you’ve got a family. I work full-time as well as doing this, if I didn’t then times would be very hard!
What does making music mean for you?
Chris: It’s fun, pure and simple. I’ve always wanted to do it for as long as I can remember, and find it hard to imagine me ever not wanting to do it.
What do you want to express with your works and what do you put in them?
Si: That’s a difficult question to answer. Generally our tracks are very spontaneous and I wouldn’t say that either of us ever consciously sit down in the studio and say ‘Well, I’m feeling angry today, so lets make some banging techno!’. The emotional or experiential aspects enter the music without really thinking about it too much.
What are the emotions during your shows? Is there any show in particular that stuck in your mind?
Chris: You just want people to be happy! Even if you’re playing dark music. We did a show this year in Warsaw that was incredible, a seriously happy, energetic crowd. I loved it there.
Is there any place in particular where you would like to perform?
Chris: Tokyo would be a serious dream come true. I’ve always wanted to go there anyway, so to perform there too would be incredible.
What are your influences out of the musical context?
Chris: My biggest influences are family and friends, easily. Aside from that, art and design often play quite a big role in my day job, so I’m definitely influenced by anything that just looks cool. I’m a big fan of artists such as Patrick Caulfield who use simple colours and shapes in pleasing ways. Maybe there is a connection to the music, I don’t know.
What artist do you follow with great interest?
Chris: Too many to mention… The first person I can think of right now is Ned Pegler aka Medlar, who’s done some recent stuff on Wolf Music and Home Taping. Seriously love his sound.
Si: Not so much an artist as a label, or a couple of them, even: The Future Times and L.I.E.S. labels from the States are putting out fantastic music at the moment. Go check ‘em!
What is coming up for you in the next months?
Chris: Use of Weapons 4 will be out in a couple of months or so with some very special guests; we’ll be DJing around the UK and also in Vienna, Istanbul and Berlin, plus we really need to start coming up with ideas for a live show.
Thanks to Chris and Si.