Mentre cerchiamo di ritornare alla realtà (e, credeteci, stavolta è davvero durissima) dopo uno dei weekend di festa più memorabili degli ultimi anni e approfittando del fatto che molti dei ricordi migliori di questo Dekmantel sono ancora ben stampati nella nostra mente, ci siamo detti: “perché non metterli insieme sotto forma di musica e provare a creare una bella playlist?“. Così, insieme a tutti i ragazzi di Soundwall presenti al festival, ho trovato quindici tracce che possono al meglio raccontare quella che è stata l’atmosfera vissuta dentro all’Amsterdamse Bos. E se in fin dei conti delle nostre storie poco vi importa, potete accontentarvi di una doppia razione di qualità musicale.
DJ Harvey, Selectors Stage: Detroit Emeralds “Feel The Feed In Me”
L’inaspettato spostamento dell’ultimo minuto di DJ Harvey ad aprire il festival con un set di tre ore e mezzo nel Selectors si è rivelato un’autentica manna dal cielo, regalando non solo una grandissima rivincita dello stesso Harvey sul se stesso opaco e poco incisivo di due anni prima nello stesso contesto, ma anche indubbiamente uno dei set migliori di tutto il festival. Questa evergreen soul è stata la perfetta chiosa ad un’esperienza sensoriale realmente suggestiva ed indimenticabile.
San Proper, Greenhouse: Rework “You’re So Just Just”
Chiamato ad invertire i ruoli proprio con DJ Harvey, andando a prendere il suo posto nella Greenhouse, il prode San Proper non ha particolarmente brillato dietro ai piatti durante le due ore a sua disposizione, ma ha comunque avuto modo di sfoderare qualche perla, come questo Playhouse targato 2002 che da anni non sentivamo più nel club.
Midland, Main Stage: Midland “Final Credits”
Uno dei tormentoni del weekend, il nuovo EP di Midland ha fatto vibrare la pista di più di uno stage durante il festival grazie a ritmiche e atmosfere perfettamente sintonizzate col contesto del Dekmantel. Tra coloro che lo hanno suonato troviamo proprio il suo stesso autore, oltre a BenUFO e Joy Orbison durante il back-to-back che li ha visti protagonisti nel main stage il venerdì.
https://www.youtube.com/watch?v=LzX3ijcltkA
Ben UFO b2b Joy Orbison, Main Stage: Mood II Swing “Call Me (Moody Dub)”
E proprio da questo connubio di talento anglosassone esce la nostra prossima traccia, piazzata lungo il percorso che ha visto i due giovani ragazzi inglesi toccare i quattro angoli del suono di casa loro, tra le urla festanti dei molti presenti di fronte a loro.
Tom Trago b2b Cinnaman, Greenhouse: Bizarre Inc “Playing With Knives (Quadrant Mix)”
Complice una prestazione poco convincente della premiata ditta detroitiana Parrish-Pittman nel Selectors, a regalare una chiusura coi fiocchi al venerdì ci hanno pensato i talenti di casa Tom Trago e Cinnaman con un set dalle tinte variegate, chiuso degnamente dall’ennesimo remix di una traccia che ha scritto la storia della rave culture.
Pender Street Steppers b2b Beautiful Swimmers, Selectors Stage: The Believers “Who Dares To Believe In Me”
Il secondo giorno di festival, come era stato per il precedente, si è aperto ancora una volta all’insegna del Selectors e di un altro set straordinario, in questo caso il back-to-back ad otto mani fra i Pender Street Steppers ed i Beautiful Swimmers, che ha regalato (fra un “Revolution 909” ed un “Hypnotic Tango”) anche questo storico Strictly Rhythm firmato da Roy Davis Jr. nelle vesti di The Believers.
The Black Madonna, Greenhouse: Telex “Moskow Diskow”
Dopo una prestazione musicalmente poco convincente al Sònar de Dia non eravamo sicuri di voler dare ancora fiducia a The Black Madonna in ambito diurno, ma alla fine la curiosità ha vinto ed è stata ripagata con un altro dei set che sicuramente resteranno nella storia di questo Dekmantel. La dj americana è riuscita a far letteralmente saltare per aria la Greenhouse per tutto il corso del suo set anche grazie ad un perfetto bilanciamento tra ritmiche moderne e perle d’annata come questa.
Antal, Boiler Room: D-Train “Music”
Dopo essere stato grande protagonista del Selectors nelle precedenti edizioni, al prode Antal questa volta è toccato “accontentarsi” di un’ora nella Boiler Room, dove ha saputo (come sempre del resto) combinare e miscelare sonorità di diametrale provenienza come un vero camaleonte, lasciandosi coinvolgere dal calore di una folla che ha intasato lo stage a tal punto da creare una coda chilometrica per accedervi.
Dixon, Main Stage: Voiski “Happy Piece For Happy People”
Inutile sorprendersi ancora, il livello di maturità raggiunto da Dixon nel saper adattare il proprio suono ad ogni tipo di situazione è tale da garantirgli fiducia incondizionata quando giunge il momento di decidere con chi chiudere la seconda giornata della manifestazione. Il risultato: due ore perfettamente bilanciate fra epiche deep e treni merci come la traccia in oggetto. Aggiungeteci tante migliaia di persone festose ed adoranti ed il gioco è fatto.
Sadar Bahar, Boiler Room: Deodato “Keep It In The Family”
Quando si parla di “storia della musica” e si va in cerca di una lectio magistralis, la scelta sul docente non può che ricadere su una leggenda come Sadar Bahar, che nei suoi novanta minuti di Boiler Room ha preso figurativamente per mano ognuno dei presenti e ha regalato a tutti un giro, offerto dalla casa, sulla macchina del tempo della musica black. Se conoscete un modo migliore per iniziare una domenica pomeriggio, fatecelo sapere.
Vakula, Greenhouse: Rena “Dance It Off”
Una delle grandi sorprese del weekend è stata la prestazione eccezionale dell’ucraino Vakula, a cavallo tra disco, house e percussioni tribali, accantonando il suono più scuro e ruvido che aveva caratterizzato i set e le produzioni dei suoi primi anni di carriera. Il pubblico del Greenhouse, pieno a dovere, ha ringraziato a suo modo ballando in maniera forsennata dal primo all’ultimo disco.
Palms Trax, Main Stage: Kabbala “Ashewo Ara”
Il giovane talento inglese, alle prese con la sua prima volta di fronte al folto pubblico del Main Stage, ha dimostrato di sapersi destreggiare abilmente in consolle, regalando un set che ha fatto davvero contenti tutti, tra grandi classici del passato come “On My Way” di Kerri Chandler, “Music Sounds Better With You” degli Stardust e questa gemma che già da tempo staziona nella “borsa” di molti di noi.
Special Request, Greenhouse: Stranger “Warehouse Memoires (UK Rave Mix)”
L’altra grande sorpresa della domenica, che poi sorpresa non sarebbe considerato lo spessore artistico di uno come Paul Woolford, è stato il dj set targato Special Request nel Greenhouse. Un viaggio mente e corpo nell’epoca della UK rave, con una selezione volta proprio a riportare alla mente l’epoca d’oro del clubbing anglosassone. Una grandiosa occasione per noi sfortunati che abbiamo soltanto potuto sognarla per anni ed anni.
DJ Koze, Main Stage: Lapsley “Operator (DJ Koze’s Extended Disco Version)”
Il talento di uno degli artisti che hanno scritto la storia della musica elettronica degli ultimi vent’anni, le ultime luci del tramonto dietro alle spalle ed un grande arcobaleno sui ledwall tutto intorno al palco a sottolineare il weekend dell’orgoglio omosessuale. In sottofondo, a chiudere un set sicuramente degno di nota, la sua ultima fatica produttiva. E lasciatecelo dire, il risultato di questa combo è stata pura magia.
Motor City Drum Ensemble, Main Stage: Dwayne Jensen “My People”
La chiusura del palco principale di un festival che lo ha visto grande protagonista nelle precedenti edizioni, la gente che perde completamente il controllo, inizia a scavalcare le transenne e si mette a ballare sui muri di casse. La festa nella sua accezione più alta. Nel mezzo di tutto, Danilo mette questa. Potevamo sperare in un epilogo migliore per un festival pazzesco come il Dekmantel?