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[tab title=”Italiano”]Le radici sono da ricercare nel jazz, sin da tenera età studiato, suonato e anche composto dal giovane produttore berlinese. Berlinese da ormai più di 15 anni, un arco di tempo più che sufficiente per poter essere influenzato, formato, dalla cultura minimal, house e techno locale, per poter evolversi con essa. David Koch meglio conosciuto come DeWalta, raffinato dj e produttore, nonché co-fondatore di Meander (label che acquista consensi uscita dopo uscita), sintetizza questi elementi, alimentato da una spontanea propensione a conoscere, ricercare e far ballare, divertendosi.
Ho visto che recentemente sulla pagina del tuo profilo sono apparse molte foto di miglioramenti apportati al tuo studio, un indizio che porta a pensare che tornerai a spenderci molto tempo in futuro, forse per un nuovo album?
Si, mi piace migliorare e lavorare nel mio studio e su di esso. E’ una mia grande passione! Modificare e sviluppare è sempre divertente ma lo è ancora di più quando ci metti energia e attenzione e riesci, in seguito, a sentire la differenza. Detto questo, gli ultimi miglioramenti a cui ti riferisci sono dovuti ad un cambio di stanza – studio e la mia nuova casa necessitava di aggiustamenti. Adesso tutto è più compatto e piccolo (il che mi piace) e alcune altre modifiche potrebbero far suonare questa stanza davvero molto bene. Rispondendo alla tua domanda: si, spendo davvero tantissimo tempo in questo studio e adoro tutto ciò. E si, sto lavorando di nuovo ad un progetto più grande (un doppio EP o un album). Questa volta è mia intenzione spingermi verso sonorità dance floor più sofisticate, minimalistiche e progettate per un club.
Qualche settimana fa invece sei stato impegnato in un mini tour in Giappone e Korea, nonché anche in Italia, come è andata, ci puoi raccontare qualche highlights?
Ah il Giappone! Sono ossessionato dal Giappone, dalla sua cultura anche musicale, dal suo cibo, dalla sue persone, dall’atmosfera, dalla precisione e dalla sua tecnologia, dalla gentilezza, dalla forma del cibo… beh come puoi vedere potrei andare avanti all’infinito. Sto cercando di sviluppare dei rapporti più solidi con dj giapponesi di cui ho grande stima. Possiamo rendere questo mondo un luogo più piccolo ed inoltre vedere ottimi dj giapponesi con una visione simile alla tua è sempre un piacere. Ci sono molti nomi ancora sconosciuti. E molti grandi dj in Giappone! Uno dei momenti più belli della mia ultima visita è stato sicuramente il poter suonare al Womb a Tokyo, dove sia il suono che l’atmosfera sono decisamente buoni. Ho suonato live e sono stato in grado di provare del nuovo materiale. Anche suonare all’after insieme al mio amico Dj Pige per tante, tante ore, è stato esaltante.
Dove sarai impegnato invece nel prossimo futuro?
Ora come ora sto lavorando come un pazzo ad un live insieme col mio amico Mike Shannon. Abbiamo suonato insieme al Fabric di Londra Sabato 12 aprile. Era da tempo che producevamo musica insieme e abbiamo sentito fosse arrivato il momento giusto per iniziare un progetto live. Sto aspettando questo momento con impazienza non solo perché sarà divertente ma anche perché significherà esibirsi in modo più interattivo con un amico, piuttosto che suonare da solo. Nelle prossime 4 settimane ho in programma di viaggiare parecchio toccando Bucarest e la Romania, Grecia, Svizzera, Italia, Barcellona e la Spagna ed altri luoghi.
Tra le prossime uscite in programma c’è ne una che mi ha particolarmente colpito e attendo con impazienza: mi riferisco a quella in arrivo su Hello?Repeat. Cosa ci puoi dire a proposito? Come è nata questa collaborazione?
Hehe… questo disco particolare è venuto alla luce in occasione della visita di Claus a Berlino per l’inizio del nuovo anno. Con Claus Voigtmann e Isis della Toi Toi Musik siamo in ottimi rapporti da lungo tempo, sin da quando mi invitarono a suonare per il loro primo evento a Londra. E la prima serata Toi Toi era già una gran bella festa. In ogni caso, durante il loro soggiorno a Berlino, dopo i festeggiamenti per l’anno nuovo terminammo la serata a casa nostra. L’intento mio e di Claus era quello di divertirci giocando con i vari strumenti presenti nel mio studio ma, dal momento che Claus era molto incuriosito dal sistema modulare, finimmo per suonare e improvvisare per ore. Improvvisazione che in parte registrai durante il nostro after party. A quel punto avevamo molto materiale di musica creata senza preparazione che necessitava di prendere forma per poter essere davvero una traccia. Claus si fermò un paio di giorni in più in modo da essere in grado di completare ed arrangiare una delle due tracce dell’uscita che vedrà luce su Hello?Repeat. Dopo tutto ciò siamo rimasti entusiasti di questo progetto e attraverso varie discussioni a distanza ho portato a termine il disco qui a casa, pulendolo e levigandolo sino al risultato attuale. Jan Krueger, una gran persona ed un grande amico è sempre stato interessato a pubblicare qualche mia uscita. E stava allo stesso tempo pianificando di fare lo stesso con Claus su Hello?Repeat. Quando gli passai il nostro lavoro, Jan e Daze Maxim lo iniziarono a suonare e, si, così direi ha visto la luce questa uscita.
A breve sarà inoltre disponibile la tua reinterpretazione di “Laments” tratto dal bellissimo LP “Adamant” di Avatism uscito su Vakant l’anno scorso. Cosa ti aveva colpito di quell’album e perché proprio la scelta di remixare “Laments”? Cosa hai voluto trasmettere con questo remix?
Hmmm… mi è stata data la possibilità di effettuare una scelta. Ed è stata una decisione difficile. Non riuscivo a scegliere quale traccia fosse meglio remixare, ma “Laments”, in particolare, era caratterizzata da certe melodie e quelle chitarre, molto interessanti, che urlavano per essere remixate e trattate con una sintesi granulare e una ricomposizione in micro sintesi. La mia idea era quella di usare uno specifico strumento (un sintetizzatore) volto a registrare le chitarre, per poi riproporle a differenti velocità, con anche la possibilità di suonare le melodie accompagnate dall’essenza, dalle forme d’onda e dal suono della chitarra. In qualche modo “Laments” corrispondeva a questa idea e sin dall’inizio il lavorare sul remix mi ha davvero coinvolto, è stata una grande fonte di ispirazione. Questo remix è sicuramente tra i migliori da me realizzati nonché uno di quelli nato e sviluppatosi in modo più fluente. Ero molto ispirato e il tutto è riuscito nel complesso velocemente. A proposito di remix c’è un aspetto che ritengo importante: non ha senso, per me, lavorare su un qualcosa il cui originale contenga musica che non valga la pena remixare. Usiamo tutti certe drum machines, che sia 808 o 909. Quando ricevo tracce che contengono solo 808 al loro interno, al più posso programmare anche io la mia 808. L’album di Thomas era ricco e completo di contenuti incredibili, che aspettavano solo di essere remixati.
Nella nota allo snippet, lo stesso Avatism parla a tuo proposito di “follia modulare”. Quanto ti ritrovi in queste parole?
Credo di essermi fatto la reputazione da geek per i sintetizzatori modulari. La cosa mi sta bene e se questo e ciò che Thomas pensa di me, è probabile abbia ragione. Adoro onde sonore organiche, singolari e non statiche. Mi piacciono quelle forme sonore che richiamano la vita reale, non suoni statici, fissi, semplici. Inoltre mi piace (a livello conoscitivo) sapere e comprendere cosa realmente accade all’interno di un sintetizzatore, non semplicemente premere un tasto e godermi il risultato, anche se va detto che anche solo quello può essere fantastico! Apprendere nozioni sui sintetizzatori è semplicemente educazione in fisica e musica su basi più tecnologiche/scientifiche. Per me questo è di grande importanza per un produttore che dovrebbe sempre conoscere ciò che fa e come questo avviene. L’arte e la bellezza nel produrre arriva nel momento in cui percepisci le onde sonore uscire, formarsi attraverso i sintetizzatori e quando si è in grado di gestirle per darle la forma che di cui si ha bisogno, che si desidera. E’in quel momento che avviene qualcosa di magico. Il trovare un buon aggiustamento, organico, attraverso i sintetizzatori (magari composto da sé), può essere la migliore fonte di ispirazione o base per una traccia. Questo poi ovviamente è un discorso che vale per me, ognuno è fatto a modo suo.
Sin da giovane hai avuto modo di suonare e studiare molti strumenti musicali. Se a sei anni il tuo preferito era il corno francese, quale diresti essere, oggi, lo/gli strumento/i che più attira la tua attenzione, quello maggiormente oggetto delle tue “ricerche”?
Questa è una domanda difficile. Direi che la maggior parte delle mie energie e ricerche, del mio sudore e passione va ai sintetizzatori ma ammetto di amare davvero tanti strumenti. Sarebbe difficile sceglierne solo uno. Sono un collezionista di strumenti musicali e ognuno parla la propria lingua.
In cosa pensi che i tuoi studi, anche accademici, in ambito musicale ti abbiano maggiormente aiutato nel definire il produttore che sei oggi?
Questa è una domanda che mi è stata posta altre volte in passato e la mia risposta è sempre: non lo so. Di per certo so che l’allenamento ad ascoltare musica o il tempo speso scrivendo musica jazz mi ha fatto qualcosa, qualcosa di grande per me personalmente, ma conosco molti altri fantastici produttori che pur senza studi accademici in musica, rimangono fantastici produttori, non saprei dire. Ognuno di noi ha una propria storia e per quanto riguarda la mia vi era già spazio per la musica vissuta in un modo performativo e ludico. Ma in quanto produttore si necessita di una visione globale e di coraggio, cose che non ho imparato a scuola!
Cosa o chi invece ti ha avvicinato definitivamente al mondo dell’house e delle techno?
Quando mi trasferii a Berlino con la mia famiglia che ero ancora un teenager, non avevo idea del fatto che Berlino fosse la capitale della techno e dell’house. In ogni caso lo scoprii brevemente. Direi anche che ad avere una grande influenza su di me sia stato il suono della Perlon.
Parlando invece di Meander, label di cui sei co-fondatore, ci sono dei progetti di cui ci puoi parlare?
Si, la prossima uscita sarà di un giovane produttore, davvero abile, proveniente da Bucarest in Romania, “Cristi Cons”. Siamo felici di poter lavorare con lui dal momento che oltre ad essere un gran produttore e dj, è anche un ragazzo veramente gentile. Siamo impressionati dalla sua prossima uscita! Dopodichè sarà il mio turno con il già menzionato doppio 12” e, considerando anche che non rilasciavo niente prodotto solamente da me, sulla mia label dal 2011, sono decisamente impaziente di poter pubblicare questo nuovo materiale.
Abbiamo capito quindi che sei in procinto di iniziare un nuovo progetto live insieme a Mike Shannon. La cosa ci incuriosisce parecchio, potresti dirci qualcosa di più a riguardo?
Come ho detto prima per me era importante interagire durante un live. Se può essere divertente sentir dire “il ragazzo suona la sua propria musica” va detto che a volte può risultare simile ad un dj set effettuato da solo, se non per il fatto di suonare solo la propria musica. Con Mike la mia speranza è di poter improvvisare, divertirmi e portare al pubblico qualcosa che non potrei fare da solo. Inoltre il fatto che voglia suonare live solo in alcune occasioni speciali è dovuto fondamentalmente al mio amore verso la musica di altri produttori, musica che voglio avere il piacere di suonare. In un dj set posso comunque suonare le mie tracce e la gente lo saprà ma una performance live è tutto concentrato su te stesso, “tu” e solo “tu”. Preferisco da questo punto di vista suonare in dj set, socializzare ed essere così presente nella festa. In ogni caso, questa collaborazione con Mike mi ha sempre fomentato tantissimo e dato molti stimoli oltre che divertimento. Sono anni che lavoriamo insieme ed è sempre stato divertente e grande fonte di ispirazione. Ha molto più senso portare uno show del genere per certi eventi più grandi, adatti ad ospitare questo genere di performance live. Sono molti gli strumenti che muoviamo e molti i rischi che qualcosa vada storto. Ad ogni modo in due è possibile far fronte a tutto ciò (o almeno io) in modo migliore. E poi è qualcosa di nuovo, abbiamo bisogno di nuovi progetti, nessun rischio nessun divertimento, giusto?[/tab]
[tab title=”English”]The young Berliner producer takes his roots in jazz; a music that he has been studying, playing and composing from an early age. Berliner for more than 15 years, he has been of course influenced and trained by minimal music culture, local house and techno, and finally evolved with them. David Koch, as known as DeWalta, fine Dj and producer, not to mention co-founder of Meander (a label whose fame is growing records after records), brings together all this and is driven by a spontaneous tendency to discover, research and make people dance, whilst having fun.
I saw recently on your profile page a lot of pictures of new improvements in your studio. One would guess that you are about to spend lots of time there, maybe for a new album?
Yes, I love improving and working in and on my studio. The music-studio is my big passion! Changing and developing it is always fun, especially when you put energy and love in it and you can hear the difference afterwards. That said, the latest improvements you are referring to are due to a change of studio-rooms and my new place needed treatment. Everything is way more compact and smaller now (which I like) and some changes could make this room sound really nice. To answer your question: yes I do spend tons and tons of time in there and I love it. And yes I am working on a bigger project (vinyl double EP or album) again. This time I am aiming more towards the sophisticated dance-floor, minimalism and sound-design in the club.
A few weeks ago you were doing a mini tour in Japan and Korea, and in Italy as well. How did it go? Can you tell us about the main highlights?
Oh Japan! I am obsessed with Japan, Japanese culture, music culture, food, the people, the vibe, the precision, the technology, the politeness, the form the food again… well, you see, i could go on and on. I am trying to develop closer relationships with Japanese DJ´s I hold in high esteem. We can make the world a smaller place and seeing likeminded and excellent Japanese dj s is always a pleasure. There are many names we don t know. And there are many great dj’s in Japan! The highlight was certainly playing at WOMB in Tokyo, where the sound and the vibe is generally really good. I performed live and was able to try out new material. Also playing at the after party together with my friend DJ Pige for many many hours was a highlight.
Where are you planning to perform in the near future?
Right now I am working like a maniac on a live show with my buddy Mike Shannon. We played live together at Fabric London on Saturday April 12th. We have been making records for a good longer while now and it was time for us to start a live project. I am really looking forward to that, because it will be fun, more interactive performing with a friend, as opposed to playing by yourself. In the next4weeks I will also go to Bucarest, Romania, Greece, Switzerland, Italy, Barcelona, Spain and some other places.
Among the next scheduled records, one particularly caught my attention: I’m speaking about the one coming on Hello?Repeat. What can you tell us about this record? How did the collaboration come about?
Hehe… this particular record came to life because Claus was visiting Berlin over New years. Claus Voigtmann and Isis from ToiToi are long term friends, since ever they invited me to play for the very first ToiToi London event ever actually. The first ToiToi already was a great party. Anyways, they stayed with us in Berlin and we went out over NYE and ended up at our place after the party. Claus and I wanted to jam on my music gear in the studio and since he was curious about the modular system we ended up using and jamming out on that a lot. I recorded a bunch of our after party doodling. So we had a lot of jamming-music-content that needed to be put in shape for actual tracks. Claus stayed a couple of days longer and we were able to almost fully outline or arrange one of the two tracks of the hello?repeat record. After that we both stayed enthusiastic about this project, talked and chatted a lot and in the end I finished the record here at home, cleaning and polishing it until it became what it is now. Jan Krueger, a great guy, great friend has always been interested to release music of mine. He has also been planning to do something with Claus on Hello. When I passed the music on to him, him and Daze Maxim were djing it so. Yes. This is how the record happened.
Your reinterpretation of “Laments” from the amazing LP “Adamant” of Avatism issued on Vakant last year, will be shortly available. What touched you in particular in that album and why did you chose to remix “Laments”? What did you want to convey with this remix?
Hmmm… I was given a choice. And it was a tough call. I couldn’t decide which track was best to remix, but this particular Track had a lot of interesting sounding guitars and melodies in it, that were screaming to be remixed and treated with grain-synthesis, gene-synthesis or micro-synthesis recomposing. I had a concept to use a specific tool (module) to record the guitars, and play them back in various speed, even allowing me to play melodies with the essence, waveforms and sound of the guitar. Somehow Laments fit to my ideas and after starting to work on the remix I got sucked in and I got very inspired. This remix project was certainly one of the best and easiest flowing remixes I have ever done. I was hugely inspired and everything came together quickly. When it comes to remixes there is one important aspect for me: when someone asks me for a remix, but the original doesn’t contain any music or content that’s worth remixing – then the remixing doesn’t make so much sense to me in first place. We all use drum machines, 808s or 909s. When I receive parts, that have only 808sin it, I may as well program my 808. Thomas Album was filled and packed with great content, waiting to be remixed.
In the description of the snippet, Avatism talks about you using the term “modular madness”. How do you feel about this?
Guess I have a reputation to be a Modular-Synthesizer geek. I feel fine about this and if this is what Thomas feels about me, he might be right. I love organic, interesting and non static waves and sounds. I like waves like in real life and not static or fixed, simple sounds. Also i like to (intellectually) know and understand what is going on in a synthesizer and not just press a key and enjoy what comes out, which can be great as well! Learning about modular Synthesizers is simply education in physics and music on a more technological/science basis. For me this is crucial to a producer, who really should know what s going on. The art and beauty of producing music comes, once you feel the waves going through the modules and the synthesizers and shapers and once you have managed to shape them to your needs and desires – then the magic happens. Finding a nice organic, changing (maybe self-composing) patch on the modular can bring the best inspiration or base for a track. This is for me speaking only of course. Everyone is different.
Since you were young you had the chance to study and play different kind of musical instruments. If at six years old your favorite one was the French horn, which instruments is nowadays the one that catches particularly your attention, the one you focus more on?
That’s a tough call. I would say most of my energy, research, sweat and passion goes into the modular-synth, but I love so many instruments. It would be hard to point out only one. I am an music instrument collector and they all speak their language.
How do you think your musical and academic studies helped you to define the producer you are today?
I have been asked this many times before. And my answer is always: I don’t really know. I know for certain, that my ear training, or my time I spent transcribing jazz did something to me and something great to me personally, but I know many great producers without academic music studies and they make great producers… I can’t say. We all have a history and mine was music back then already more in a per-formative, playful way. As a producer you need the overview and guts. That I did not learn in school!
What or who got you definitely closer to the house and techno world?
When I moved to Berlin as a teenager with my family, I didn’t know that Berlin is the capital of Techno and House. However I found out quickly. The sound of Perlon has been influencing me a lot also I would say!
Speaking about Meander, the label you co-run, are there any project of which you can give us some preview?
Yes, the next record will be from a very gifted ad young producer called “Cristi Cons” from Bucharest, Romania. We are happy to be working with him, since he is a great Producer, dj and super nice guy. We are stoked about the upcoming record of his! After that it’ll be my turn with the above mentioned 2×12”. I haven’t released a Solo record on my own label since 2011. I am excited about this new material coming out this year.
We hear that you are stopping your solo live set and you will start a new project with Mike Shannon playing live. This sound very exciting could you tell us more about it?
As I mentioned already before for me it was important to have interaction in a live set. As much as its fun to hear “the live-guy play his own music” It often is not so different from a solo dj experience on stage, except the act is playing only his own music. With Mike I am hoping we can jam, have fun, and bring something on stage, that I could not do by myself. Further the fact, that I want to only play live for very special occasions is, that I am in love with other people’s music and I want to play and DJingit out. When I dj I can still play my own music and the audience will know, but with a LIVE act it’s a lot about “you” and only “you”. I prefer djing and socializing, being present like this at the party. However, this collaboration with Mike has always fueled and given me a lot of inspiration and fun. We have been working together for many years now and it is always fun and inspiring. It makes so much sense to bring that on stage for certain bigger events, that can host this kind of live concept. We bring lots of gear, modular stuff and therefore there are a lot of risks and things that can go wrong. However in this duo, we (or I) can deal with this way better, than as a solo live act. And it’s something new. We need new projects. And – no risk no fun, right?[/tab]
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