Assistere ad un live di KiNK significa godere di un’esperienza unica e altamente goduriosa per martello, incudine e staffa, ma soprattutto è come attraversare un portale spazio-temporale capace di catapultarti tra i muri del suo studio personale. Si, perché Strahil Velchev è uno di quei produttori che riescono a ricreare nelle sue performance dal vivo il processo creativo “a volo” che contraddistingue la sua produzione: si parte da un semplice loop (il cuore pulsante del pezzo), poi un sequencer, giri e twist di knob analogici, passaggi digitali e il gioco è fatto. Ti ritrovi in headbanging forzato, ma soprattutto apprezzi quanto di buono può esser fatto se fondi il digitale e l’analogico, e KiNK è uno dei massimi rappresentanti di questa crasi ideologica e tecnica e i suoi live lo testimoniano.
Per rendersi conto di quello che succede durante la creazione dei suoi pezzi, basta guardare il video “making of Under Destruction”. Nei dieci minuti di cui il video si compone, le coppie pollice-indice del producer bulgaro sono gli attori protagonisti: chiudono la morsa sui knob dei tanti gadget analogici che compongono la sua complessità strumentale, creano, disfano atmosfere e suoni, e soprattutto danno l’idea di quello che sarà “Under Destruction” il suo album di debutto che verrà pubblicato il 5 maggio via “Macro”. Dieci minuti da godere per intero, affascino assicurato.