Spesso l’elettronica di ricerca, dalle nostre parti, è relegata ai festival: contenitori che possono permettersi di offrire (se lo vogliono, se è nel loro DNA) di tutto un po’, quindi anche i lati più meditativi, concettuosi e difficili dell’espressione digitali oltre a quelli “soliti”, ovvero quelli più ballabili. Per fortuna è ancora viva la consapevolezza e l’esigenza che questa musica debba essere attraversata a trecentosessanta gradi per essere capita e “vissuta” realmente, senza limitarsi alle sole architetture con la cassa in quattro, le mani per aria, l’euforia squadernata e le soste ai bar per un vodka lemon. Si tratta di un’esigenza e di una consapevolezza che sono assolutamente fondamentali.
Ma poche, proprio poche, sono le rassegne e le situazioni che ci concentrano anche al di fuori della cornice-festival su questo “lato oscuro” (ma affascinantissimo) della luna. A Milano ci viene in mente il fantastico lavoro che stanno facendo da anni quelli di inner_spaces a Milano (in una location inusuale come l’Auditorium San Fedele), qui trovate il programma di questa stagione, e nelle prossime settimane prenderà il via una bella novità per Firenze, DISCONNECT < code >.
Si tratta dell’unione di due eccellenze nel panorama fiorentino (e diremmo proprio nazionale): Musicus Concentus, che sul “nuovo” jazz fa da tempo un lavoro eccezionale (ma anche su elettronica ed altre avanguardie), e Disco_nnect, che qui vi abbiamo raccontato in maniera diffusa, e se questa intervista vi era sfuggita vi consigliamo assolutamente di recuperarla.
In una location molto affascinante come la Sala Vanni, a Firenze, il 2 febbraio sarà Drew McDowall ad aprire le “adventures in sound”. Magari il suo nome non vi dice molto, ma due dei progetti di cui è stato membro, beh, diremmo proprio di sì: Coil e Psychic Tv. La sua “moon music”, una cavalcata inquietante ed allucinate tra drone ed ambient, è effettivamente una esperienza molto, molto interessante. Altrettanto lo è la neopsichedelia di Sun Araw, la “creatura psichedelica” di Cameron Stallones, di scena esattamente un mese più tardi, il 2 marzo. William Basinski, nella nicchia dell’elettronica di ricerca, è ormai una consolidata superstar (e l’ultima volta che venne alla Sala Vanni, a Firenze, fu sold out secco): torna il 20 marzo non in solitaria ma assieme a Lawrence English, nel progetto Selva Oscura. Sì, esattamente la “selva oscura” in cui dantianamente smarrirsi. Vederli all’opera in Toscana ha insomma doppiamente senso. Chiusura della rassegna il 30 aprile al Teatro Puccini col botto: i finlandesi Amnesia Scanner, che qui da anni tentiamo di intervistare, ma sono abbastanza elusivi… questo ovviamente non ci impedisce di continuare a considerare i due finlandesi come uno degli act più interessanti in circolazione oggi, una sintesi “avanzata” tra electro, club e decostruzione. Bravissimi.
Insomma, a Firenze si sono fatte le cose veramente con gusto. Se siete in zona, questo gioiello di rassegna merita la vostra presenza. Fatevi sotto con la prevendita, tra l’altro: i concerti in Sala Vanni alla porta costeranno 20 euro, ma se vi prendete il biglietto ora dovete sborsare solo 13 euro più i diritti di prevendita.
(nella foto: Sun Araw, nel ritratto di Lisa Lyuidinshina)