[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Distal aveva stupito tutti un paio di anni fa quando, dopo una serie di interessanti EP in bilico tra dubstep, UK bass e drum’n’bass, se ne uscì con l’ottimo “Civilization”, un disco straordinariamente moderno ed efficace per la freschezza e l’equilibrio del suo “indagare” i principali fermenti della scena elettronica di quell’anno. “Retrograde Space Opera” esce a due anni di distanza e per il producer di Atlanta si tratta di un progetto ambizioso ed unico nel suo genere, dove la parte grafica gioca un ruolo fondamentale e la label (Anarchostar) farà da filo conduttore ad una vera e propria opera sci-fi che verrà completata man mano da ogni futura release. Musicalmente parlando poi, non sarà difficile trovare “Retrograde Space Opera” tra gli album top del 2014.
Parlando prettamente del tuo sound, cosa dobbiamo aspettarci per il tuo nuovo lavoro “Retrograde Space Opera”? Tu stesso hai parlato di un suono più maturo e bilanciato rispetto al comunque ottimo “Civilization” targato 2012. Come si è sviluppata la tua ricerca sonora?
Ogni suono in “Retrograde Space Opera” fa parte di un unico e ben delineato progetto. Ho pensato a lungo su come mixare ogni singolo suono e su come plasmare il prodotto finito perché sento che ogni elemento ha un suo peso ed una sua forma ben precisi. Sono molto soddisfatto del mio primo LP ma credo di aver trovato la mia vera identità con quest’ultimo lavoro. Ad oggi comprendo meglio cosa voglio realmente trasmettere all’ascoltatore quando lavoro ad un album e cosa l’album dovrà rappresentare per l’ascoltatore. Non voglio essere l’artista da un album e basta, la mia ricerca è più ampia, mi piace spendere molto tempo per un’idea in cui la parte musicale è una parte, poi c’è anche dell’altro.
Ovviamente poi c’è l’idea che sta dietro ad un progetto così ambizioso e qui entra in ballo la tua nuova etichetta “Anarchostar”. Una label certo, ma anche una sorta di stella anarchica (tra l’altro, gran bel sito!). Racconta.
Ho scritto una fiction a sfondo fantascientifico strettamente legata alla label. Ogni release darà qualche informazione in più, qualche dettaglio in più sull’universo di Anarchostar. Io sono un grandissimo appassionato di fumetti e in generale storie disegnate, in particolare quelle legate alla fantascienza. Mi è sempre piaciuto il concetto di raccontare storie a capitoli, siano esse in forma di video o cartacei. Io lo farò con una label, nessuno fino adesso ci ha pensato! Il racconto influenzerà la musica ed a volte potrebbe succedere il contrario, è una relazione assolutamente interessante. La storia è ambientata in un pianeta senza nome migliaia di anni nel futuro. Gli scienziati di questo pianeta hanno escogitato un modo per usare l’acqua con lo scopo di alimentare enormi navette spaziali per cercare nuovi posti più accoglienti nello spazio. Dopo secoli di scavi però, gli oceani e gli altri bacini d’acqua naturale sono stati letteralmente tutti spremuti al punto che le autorità principali assieme alle figure più importanti hanno già provveduto a spostarsi in un pianeta vicino più piccolo ma decisamente più accogliente. Un sostanzioso gruppo di persone “meno fortunate” comunque è rimasto suo malgrado sul pianeta invivibile, per lo più raggruppati in grandi città (Tarries) che somigliano molto ad enormi sale d’aspetto, dove in effetti inizialmente aspettavano (invano) di essere trasferiti nel pianeta più accogliente. La nuova metà però è impossibile da raggiungere in quanto, dopo una votazione tra i residenti più agiati del nuovo pianeta, è stato deciso che non sono più ammessi nuovi abitanti. Le classi basse della popolazione sono così in trappola. Le città più grosse sorgono in prossimità delle poche riserve d’acqua (la maggior parte delle quali situate in prossimità dei poli) e quindi difficili da raggiungere e da lasciare. Molte persone restate vivono in un continuo stato di incoscienza. Presto però saranno svegliate. C’è infatti un eletto (eroe ad allo stesso tempo antieroe) che prometterà loro una terra migliore, un posto senza leggi e libero da tiranni, accessibile tramite un portale e quel posto si chiama Anarchostar. Con le future release la storia si svilupperà…
I visual e la grafica sono una grossa fetta sia dell’album che della label. Un design decadente e disturbato in pieno stile sci-fi. Sono anch’essi opera tua?
Nascono dalla collaborazione tra le idee della mia testa e la mano esperta di Freshcore, un mio amico argentino e grande artista. Fin dalla prima volta in cui mi sono imbattuto nei suoi lavori ho apprezzato la loro bellezza intricata e subito sperai di poter avere l’onore un giorno di collaborare con lui, anche perché nelle sue opere ho visto molte sintonie con quello che affascina me. Pensai che dovevamo essere molto vicini artisticamente parlando. Ora abbiamo in comune anche un’ottima amicizia perché condividiamo molti punti di vista sul mondo che ci circonda e ci rispettiamo a vicenda, io apprezzo le sue rappresentazioni e lui la mia musica, lavorare così è molto più facile!
Siamo chiaramente in ambito fantascientifico e a tal proposito vorrei sapere in che maniera ti sei avvicinato a queste atmosfere. Libri, film, artisti che ti hanno ispirato?
Quando ero ragazzino volevo guardare Star Wars di continuo e mi appassionai ancor di più quando guardai 2001 Odissea Nello Spazio con mio fratello, avevo al tempo più o meno dieci anni. Poco dopo i vari Dune, Aliens, Blade Runner, Predator, Akira, Event Horizon, Akira, DBZ non fecero che ampliare le mie vedute e negli ultimi anni dell’adolescenza importanti furono anche Solaris, Brazil,1984, Stalker, La Jatee, Arancia Meccanica, Dark Star, etc. Negli ultimi anni ho virato però molto su fumetti e libri per approfondire il lato sci-fi, amo tutte le produzioni di Jodrowosky, senza dimenticare i vari RAI, Caliban, Dream Police, Walter Simonsons Star Slammers, Technopriests, Metabarons, Incal. Attualmente sto leggendo la serie Ender di Orson Scott Card.
So che prima di produrre musica hai passato qualche anno al microscopio studiando il fenomeno “Synestesia” presso la Georgia State University. Ci puoi riassumere che tipo di ricerca era e se tale materia abbia contribuito ad indirizzarti verso i territori futuristici delle tue produzioni?
Per synestesia si intende una confusione sensoriale del cervello, come per esempio la sensazione di un gusto che evoca forme e colori (gustatorio), la musica che può evocare luci ed ombre (uditivo) o come i giorni/mesi riescono ad evocare diverse emozioni (ordinario). Ognuno di noi lo fa inconsciamente con gradi diversi. Credo che alcune di queste sensazioni ci siano imposte dall’ambiente in cui viviamo, per esempio, per me il mese di maggio è giallo perché a casa da piccolo il calendario per quel mese era giallo. Per esperienza personale credo di essere uno che associa facilmente i colori ai suoni. Alcune persone lo fanno più facilmente di me, a loro bastano poche note di una canzone per evocare un colore, a me serve invece almeno una canzone intera se non tutto l’album. Il mio nuovo album nella mia mente è nero e rosso ma c’è una canzone (Look Mom No Hardware) che mi ricorda il giallo. La synestesia è un fenomeno molto interessante.
“Civilization” usciva nel 2012 e fu visto subito come un album d’avanguardia, che non dava punti di riferimento ma esplorava le diverse sonorità della scena elettronica degli ultimi anni, spaziando abilmente tra generi. Ad oggi, quali artisti/label possono essere definiti d’avanguardia nel ricercare nuove soluzione sonore secondo te?
I primi nomi che mi vengono in mente sono Hyperdub, Software, Warp per le label, Oneohtrix Point Never, Dean Blunt, James Ferraro, Silkie, Alejandro Jodorowsky gli artisti.
Che tipo di setup usi per le tue produzioni in studio? Più analogico o digitale?
Ho uno studio molto ridotto, voglio dire che ho qualche junos, un piano e parecchi midi controller, sono però soprattutto immerso nei software. Uso Logic Pro 9 ed un paio di Mackie HR824 MK1’s.
So che hai cominciato a produrre musica “folgorato” da alcuni dischi che hanno letteralmente ispirato i tuoi primi lavori. Parlaci di come hai iniziato e svelaci di che dischi si tratta.
Dopo aver fatto il dj per otto anni ho cominciato a produrre nel 2008 dopo aver sentito “Underwater Dancehall” di Pinch. Rimasi sorpreso di quanto si poteva ottenere con un così minimo set di suoni. Precedentemente sperimentavo su basi breakcore e noise così creavo prevalentemente muri di suoni mentre “Underwater Dancehall” andava esattamente nella direzione opposta. Da quel momento in poi cercai cose del tipo Ramandanman and Hessle Audio, Loefah e 2562, abbassai i beat dei miei dj set e mi misi in un altro ordine di idee. Fu come una ventata d’aria fresca.
In Italia hai mai suonato? In caso contrario, cosa aspetti?
Mai suonato in Italia! Ho pubblicato però lo scorso anno su Lucky Beard e ho l’impressione che anche questo sia un segnale che tra qualche tempo verrò a suonare da voi, spero di toccare l’Italia con il Retrograde Space Opera tour! Ho sempre voluto vivere un’esperienza in Italia, fosse anche per un breve periodo.
Per finire 5 dischi dell’anno in corso che ti hanno piacevolmente sorpreso.
Joyland by Trust
Ghettoville by Actress
Commissions 1 by Oneohtrix Point Never
Chorus by Holly Herndon
Asiatisch by Fatima Al Qadiri[/tab]
[tab title=”English”]Distal had amazed everyone in 2012 when he released “Civilization”, an album that embracing everything from bassy dubstep to jungle to house to electro and techno and that brought him among the top producers all over the world. This October the long awaited follow-up to Distal’s 2012 album ‘Civilization’ was released and it is an even more ambitious project respect the predecessor work considering that now the visual plays a key role (there’s here the collaboration of the argentinian illustrator & famed vector artist ‘Freshcore’) and also the Atlanta producer’s new own label “Anarchostar” plays a role as much important, for the future.
Reading your bio I immediately noticed that you are a very complete artist. Now, talking about your sound, what should we expect from your forthcoming album “Retrograde Space Opera”? I’ve read about a sound more mature and balanced direction compared with “Civilization”. What does it mean? How your musical exploration has developed in the past 2 years?
Everything in Retrograde Space Opera works as a cohesive unit. I think a lot of that comes from the mix down and shape of the album. I feel like everything has a particular weight and shape to it. I definitely loved ‘Civilization’ but I feel like I’ve finally come into my form with Retrograde Space Opera. I better understand now what I would like to achieve when I’m working on an album and what an album will represent to your lineage of work down the line. I want to become more of an album artist and less of a singles artist. I like the idea of spending long periods of time working on a single larger idea.
Obviously there is also the idea that hides behind a such ambitious project and now we must talk about your own label “Anarchostar”, a label, of course, but also a sort of utopian star. Tell us more about the idea behind the project.
Well I’ve written a psychedelic science fiction backstory that the whole of the label will live within. Each release will tell a specific part of the story or a go into detail about an aspect of the Anarchostar universe. I’m a huge comic book and graphic novel fan, and science fiction in particular is the siren song to my soft and gushycorneas. I like the idea of episodic storytelling through the medium of film, television, and books, and I couldn’t help wonder why no one attempts to try the same thing with a label. The story will influence the music and in some cases the music I will sign and release will influence the story. It’s a beautiful relationship. The story is set to the backdrop of an unknown planet thousands of years in the future. The scientists of this, for now un-named planet, have found a way to use water (hydropower) to fuel unimaginably large spaceship caravans off planet in search of a new home. After centuries of excavating the oceans and other bodies of water, the planets resources have been all used up. The government higher ups, technocrats, bureaucrats, celebrities and anyone in the upper middle echelon of society are mostly gone from the planet and inhabit a smaller planet. There is a remaining group of people hovering above the planet in cities (Tarries) that were built as sort gigantic echo waiting rooms for those in cue to go to the new planet. The new planet has become overcrowded and the majority of the new planet have voted in favor of cutting off new immigrants to the planet. The middle and lower class are now all trapped on the planet. Down below, most of the cities are set up around the only sources of water left on the planet (mostly near the poles) and venturing outside of them and the highways that connect them is a violent place. Most of the people left on the earth are asleep in a state of catatonic unawareness. But soon they will awaken. There’s a chosen one (the hero and antihero) who will lead them to a promised land… the “Anarchostar”. A place free from tyranny and all rule, except the road is not up to through the stars but inward into the center of the planet. There is a portal there that will transport everyone to the Anarchostar. That will all be revealed more as we go on…
A big part of both the label and album is its visual direction. A design that is decaying and disturbed at the same time. I really like it, it’s an your work?
It’s the collaboration of thoughts in my head into their visual manifestation by the elusive Freschore from Cordoba, Argentina. When I first connected with his past work all I could think was how beautifully intricate it all was, and how I would be honored to work with him on this project. I really feel like he’s very similar to me artistically, but he just happens to be on a totally different medium. We have a very good friendship because we share very similar views on the world and how its operating and how it will one day operate. We also both really respect each others work immensely which is great.
I would to know which are the movies/books/musicians that have brought you in this sci-fi world.
When I was a kid I would watch Star Wars on repeat. I got a bit more meta when I watched 2001 with my brother when I was I think about 10. Shortly after came Dune, Aliens, Blade Runner, Predator, Akira, Event Horizon, Akira, DBZ and in my later teens I went even further into the rabbit hole with films like Solaris, Brazil, 1984, Stalker, La Jatee, Clockwork Orange, Dark Star, etc. But now later in my life I turn mainly to Comics and Novels to quench my Sci-Fi thirst. Pretty much everything Jodrowosky touches… Metabarons, Incal, and Technopriests in particular is my ultimate favorite. RAI, Caliban, Dream Police, Walter Simonsons Star Slammers, Rick Remenders new “LOW” I’m currently reading the line of Ender books from Orson Scott Card.
Before entering the world production you spent a few years under the microscope at Georgia State University researching a sensational phenomenon called Synestesia. Can you briefly explain what is “Synesthesia”? Is possible that also that studies have brought you closer your futuristic world?
Synesthesia is the confusion of the senses in your brian. So for example the sensation of taste can evoke shapes or colors (gustatory), music can evoke certain colors or shades of light (auditory) or days of the week / month or times can evoke sensations of color or even emotion (ordinal). Everyone does it to a certain degree. I believe some of it is nurtured into us from our environment. For example may is always yellow to me because when I was a kid the calendar assigned that color to it. I think I definitely can relate color to sound easily, but its not as hard wired into me as some synesthetic people. Some people will not even think about it and begin to hallucinate certain shapes or colors the second a note is played. For myself its more about an overall song and what color is related to it. And often the whole album itself just evokes a color once its done. For me my whole album was red and black although certain songs evoke yellow. “Look Mom No Hardware” sticks out the most to me as yellow. I’m not sure why but I always see yellow when I see its name or hear the track.
In “Civilization” you nimbly moved amongst a number of different feels and tempos, an impressively executed combination and a fine example of what makes Distal stand above many of your contemporaries. What are today the label/artists that never stop to amaze, exploring new way of sound like your latest album did?
Just off the top of my head Hyperdub, Software, Warp, Oneohtrix Point Never, Dean Blunt, James Ferraro, Silkie, Alejandro Jodorowsky,
When you produce in studio, how do you actually set-up?
I have a very “in the box” studio. I mean I have a few junos, a piano and a lot of midi controllers, but I’m mainly inside the software. I use Logic Pro 9 and a nice pair of Mackie HR824 MK1’s.
I’ve read that one day, while digging through break-core records, you stumbled upon a sound that would inspire you to launch your production career. Tell us how and when you have begun to make music and which are the records that inspired you to launch your production career.
After djing for nine years I started to produce in 2008 after hearing “Underwater Dancehall” by Pinch. I was amazed how much could be achieved with such a minimal set of sounds. Previously I had been experimenting with Breakcore and Noise so I was creating walls of sound, whereas UD was quite the opposite. It was stripped back and highly efficient. From that I found things like Ramandanman and Hessle Audio, Loefah, and 2562 and began slowing down my process and cutting back my overly hyper dj sets. It was a breathe of fresh air.
Have you ever plyed in Italy? Otherwise, what are you waiting for?
No I haven’t ! I have released on Lucky Beard last year as well so it seems it has to happen this time around! Hopefully we can get something going for the Retrograde Space Opera tour! I’ve always wanted to experience an authentic Italian lifestyle even for a short period of time.
Finally, tell us five records released in 2014 that have pleasantly surprised you.
Joyland by Trust
Ghettoville by Actress
Commissions 1 by Oneohtrix Point Never
Chorus by Holly Herndon
Asiatisch by Fatima Al Qadiri[/tab]
[/tabgroup]