Qualche settimana fa ha fatto molto rumore l’outing di Tiga su una serata andata male: una di quelle cose che si leggono poche volte, sui social di un dj, e che soprattutto ci ha suggerito una serie di riflessioni che riteniamo abbastanza importanti. Oggi è il turno di un altro outing su una serata che non è stata una “bomb” o un “blast”, come invece pare debba regolamente essere nel mondo talora (troppo) euforico e (troppo) idilliaco del clubbing. Leggete qui sotto:
C’è un passaggio molto importante, in quanto scritto da Ilario: “Perché se per caso il prossimo anno foste intenzionati a tornare in quel posto, magari dopo questo post probabilmente troverete un impianto decente”. Ecco. I dj dovrebbero ricordarsi più spesso che la loro parola pesa, e che loro per primi potrebbero e dovrebbero contribuire – con la loro influenza, e la loro autorevolezza – ad alzare il livello e a rendere obbligatori una serie di standard minimi. Limitarsi ad intascare i soldi, perché basta che il cachet ti arrivi e allora va tutto bene, non aiuta l’ecosistema del clubbing. Impariamo a condividere le cose che non vanno – a partire da chi è più in vista nella “scala evolutiva”. E lavoriamoci sopra. Tutti insieme, nessuno escluso, visto che varie sono le componenti in gioco. Non per puntare il dito contro qualcuno, ma per far sì che gli standard minimi, accettabili e necessari siano sempre più alti, sempre più di livello.