Per il terzo anno consecutivo si rinnova l’appuntamento con il festival Don’t touch Naples. Tema di quest’anno è il rilancio della città, il festival non sarà solo un mero motivo per portare a danzare i giovani partenopei, infatti DTN si allinierà ai festival europei ampliando l’offerta del festival attraverso l’installazione di campi di basket e di un’area skater. La parte artistica sarà sotto la direzione di “Cioè dicevo” con esposizioni di scultori, pittori e con giocolieri e artisti di strada.
A queste importanti iniziative, DTN accosta una due giorni di musica elettronica, pop ed hip-hop di altissima qualità. Una line-up non scontata che pesca talenti in tutte le recenti tendenza musicali. Il primo giorno headliner saranno: Aeroplane, una volta un duo, ora un one man show in pieno stile electro funk che ha conquistato gli hypster di tutto il mondo; Jonh Gaiser protetto di Richie Hawtin e ovviamente producer di casa Minus e infine Steve Bug, una leggenda del clubbing mondiale che con la sua Poker Flat ha scritto parti indelebili della musica elettronica tedesca e mondiali. Ad accompagnare i due big si alterneranno sul palco No string left, Pulshar, Unknow Unsure, JFK e la sua bella bionda e Sangue Mostro.
Se il primo giorno la location sarà l’ Acciaieria Sonora e il festival avrà un orario convenzionale (si inizia nel pomeriggio con esponenti del underground locali, per finire la sera con i djset); il secondo giorno è circondato da un alone di mistero: secret location e party alla luce del sole. Noi vi possiamo solo che dire che il secondo giorno di Don’t touch Naples sarà dedicato agli orgogli locali come Horacio (moniker dei ben più noti Massimo Di Lena aka Massi DL e Rio Padice), Fantaboys (Lucio Aquilina e Jesuon), Dama, JG Bros e K blast.
Incuriositi dal nome del festival e dalle attività che lo caratterizzano abbiamo cercato di toglierci alcune curiosità a riguardo intervistando l’ideatore, la mente del DTN.
Ciao Augusto, entriamo subito nel clou del discorso ed iniziamo con una domanda che potrebbe sembrare scontata ma crediamo non lo sia affatto: come mai il festival si chiama Don’t touch Naples?
La munnezza, il turista scippato del rolex che per difendersi muore, la disoccupazione etc sono mali evidenti di una città che è facile “toccare”, criticare e ghettizzare. Ma Napoli è stata la culla della musica house e techno a inizio 90. E’ stata la città in cui per prima sono giunti i grossi nomi della scena e la meta cui ambiscono ancora tanti grossi nomi attuali per poter suonare, ha sempre un’aurea di leggenda. Non toccate Napoli da un punto di vista musicale, toccatela per prendervi la munnezza o per porre fine ad obrobriose speculazioni edilize, toccatela se volete investirci, questo il senso.
Proprio sotto al nome dell’evento si legge “Giovani, musica, arte, per rilancio di Napoli”, cosa intendi per rilancio e quali sono o vorrebbero essere i tuoi obiettivi?
L’obiettivo e lo si legge nel concept è il rilancio della città attraverso la musica e i giovani. Barcellona aveva una situazione molto simile alla nostra sia come microcriminalità che come disoccupazione e poi grazie a tanti eventi, il SONAR in primis, eccola rilanciata a livello mondiale e con un turismo secondo solo a Londra e Berlino in Europa. Basta pensare che la gente venga a Napoli di passaggio solo per prendere un aliscafo per Capri o Ischia. Basta pensare che i giovani degli altri paesi possano essere attratti solo da monumenti storici e mostre di Caravaggio (E lo dico da laureato in Storia dell’arte contemporanea e amante della storicità della mia città). La musica può essere il traino, deve essere il motore della rinascita e questa va attuata attraverso sinergie e collaborazione tra addetti ai lavori, non piangendosi addosso per la totale mancanza di supporti e contributi da parte delle istituzioni. I giovani attraverso Musica e arte ne devono essere i protagonisti.
Con un nome così dato al festival, ci viene da domandarti una domanda che potrebbe sembrare provocatoria ma che invece se ci si sofferma un attimo è alquanto patriottica; perchè la necessità di invitare Aeroplane e Steve Bug come headliners e non puntare ad un festival come nomi di spicco solamente napoletani?
E’ una giusta provocazione. Sono da sempre un nemico spietato dell’esterofilia dilagante. Ma è un dato di fatto che la maggior parte dei clubbers e dei musicofili va in giro per festival europei o sulla isla e ascolta djs e producers di ogni parte del mondo. Sono giovani sfiduciati da Napoli molti dei quali convinti che un grosso nome straniero sia molto meglio di un talento nostrano. E’ un errore ma nulla può esser comunicato drasticamente, non abbiamo tempi e mezzi per comunicare il contrario. E dunque per questa terza edizione eccoci giunti ad una nuova sperimentazione. Un giorno misto, giovani band napoletane e artisti internazionali di rilievo. Ed un giorno tutto dedicato a djs napoletani talentuosi più o meno emergenti. Non a caso anche gli enfants prodige Massi DL e Lucio Aquilina proporranno i loro progetti paralleli Horacio e Fantaboys. Sperimentiamo con piacere.
Novità di questa edizione è l’abbinamento dello sport alla musica, associando alla giornata di venerdì tutta una serie di eventi sportivi correlati. Da cosa nasce questa iniziativa? Come mai unire lo sport alla musica all’interno di un festival?
C’è tutto un universo di giovani legati a sport come lo skate o il basket. E io trovo che sia molto divertente poter ascoltare musica mentre si gioca la partitella di basket o si fanno evoluzioni su una rampa. Ci sono ragazzi molto legati alla street culture che possono essere stimolati più da un contest del loro sport che da un dj qualunque esso sia. E avendo quest’anno grossi spazi a disposizione grazie alla location, Acciaieri Sonora, nello spazio del ex Italsider di Bagnoli, perchè non provare, anzi sperimentare anche questo. Il DTN è infatti una produzione WOO! ma collaborano con noi realtà giovani come Wozzup, The Movers, Realsoundproject, più vicine alla cultura “Street”.
Infine abbiamo letto che all’interno dello slogan del DTN sono citati tre principali uomini della tradizione partenopea: D come Diego Armando Maradona, T come Totò, N come Nino D’Angelo… A cosa è dovuta questa associazione di lettere e nomi? Raccontaci il motivo…
Per quanto proiettati nel futuro noi siamo molto legati alla cultura del napoletanesimo. Maradona rimane un mito senza paragoni con tutte le sue debolezze, tipiche di chi vive in questa città. Totò rappresenta l’ironia, il “divertissment” ma anche in modo ironico le difficoltà dei napoletani (miseria e nobiltà). Nino D’Angelo è il ragzzo del popolo, lo scugnizzo, che cresce per strada e diventa famoso. Il successo attraverso l’arte di arrangiarsi. Sono tutti fattori che abbiamo ben presenti, radicati in noi. Naturalmente come hai notato c’è un fortunato legame con la dicitura, DTN, Diego, Totò, Nino.