Era il 1989 quando in Belgio, all’altezza di Charleroi, in un’area prossima al confine con la Francia, prese vita la prima edizione del Dour Festival. Una piccola realtà da mille, duemila persone, nata come urlo di protesta a base di rock music, come luogo di aggregazione. Sono passati 25 anni da quei giorni e quel piccolo luogo di incontro si è evoluto in uno dei festival europei più importanti e più seguiti. Grazie alla sua solida personalità, infatti, il Dour è una certezze per il mondo della musica (musica a 360 gradi) da più di vent’anni. Noi, con il passare del tempo, ci siamo sempre più affezionati a questo festival, per la sua grande ricchezza e varietà musicale, per il concept di fondo, per i momenti magici che negli ultimi anni ci ha saputo regalare, per il fatto che non basta un biglietto aereo ed un festival ticket per farne parte, bensì servono anche tenacia, testa e passione. Abbiamo deciso di festeggiare anche noi queste nozze d’argento, facendovi un regalo: importunare Alex Stevens, attuale Music Programmer e Communications Manager del Dour Festival. Abbiamo spolverato un po’ di vecchi ricordi, abbiamo parlato della difficile organizzazione di un festival di tali dimensioni, della selezione/ricerca artistica, della passione necessaria e di come, in alcune parti del mondo, l’organizzatore di un festival è tale in quanto profondamente interessato alla valorizzazione della sua terra e proprio per questo motivo possa anche diventare prima sindaco e poi ministro. Insomma, qui sotto riprendiamo un po’ la storia di uno dei festival più importanti e storici d’Europa, poi, se volete approfondire (cosa che dovreste fare!), noi dal 18 al 21 Luglio saremo lì… Ci vediamo al Dour!
Ciao Alex! Sei tu il nostro referente per il Dour festival quindi ti tocca l’onere di raccontarci come è iniziato tutto. Chi ha creato il Dour festival, chi ha dato vita a questa realtà?
Ciao! Il festival è nato nel lontano 1989 grazie a Carlo Di Antonio, ora ministro in Belgio. Agli inizi c’era solo un palco, era un piccolo festival nato per proteggere una vecchia miniera di carbone. Ora è uno dei più grandi eventi estivi a livello europeo con i suoi 7 palchi, 4 giorni di musica non stop ed un pubblico di più di 160.000 persone.
Che tu sappia già nell’idea originaria c’era l’intento di creare un festival così eclettico dal punto di vista musicale?
No, il primo anno su quell’unico palco c’erano solo gruppi rock. Qualche anno dopo Carlo decise di inserire anche un po’ di hip hop, scelta all’avanguardia e di rottura per essere un festival europeo dei primi anni ’90. Successivamente, verso la metà degli anni ’90, decise di introdurre nuovi palchi e nuovi generi musicali in modo tale da avere anche un pubblico più ricco e diversificato.
E come mai proprio la cittadina di Dour, perché mai proprio lì?
Perché quello è il paese dove Carlo è cresciuto. Voleva fare qualcosa per la città di Dour, tant’è che successivamente è stato eletto sindaco. Ama profondamente la sua città e vuole che essa sia anche in grado di generare novità.
Sei mai stato al Dour come uno del pubblico? Che effetto ti ha fatto la prima volta?
La prima volta in assoluto che andai ad un festival era il 1995, approdai al Werchter e al Pukkelpop. Due anni dopo decisi di visitare Dour. Mi sono subito innamorato dell’evento e decisi che non avrei saltato più neanche un’edizione. Ricordo quell’interminabile fila del 1997 per entrare nel campeggio come fosse ora.
Quando e come hai iniziato a far parte effettivamente dello staff del festival?
La mia collaborazione con il Dour Festival è iniziata nel 2000, quando mi sono occupato del sito internet, cosa che faccio ancora oggi. Nel 2004 ho aiutato per la prima volta Carlo a costruire la line-up della “Petite Maison dans la Prairie” e nel 2005 finalmente ho iniziato a lavorare a tempo pieno per il Dour Festival.
E oggi ti occupi di uno degli aspetti fondamentali: la programmazione. Immagino che i tuoi gusti musicali siano molto variegati, cosa buona e giusta. Ma fare una selezione artistica che vada dalla techno al metal, dal reggae all’indie, dall’hip-hop alla breakcore presuppone una conoscenza particolarmente approfondita di tutti questi generi musicali. Come avviene la costruzione di tutte le line up, ci sono varie crew lavorative o ti occupi di tutto te?
Devo dirti che mi occupo proprio io di tutti gli ambiti musicali. Non è sicuramente una cosa facile, ma l’essere una persona dalla mente molto aperta mi aiuta profondamente. C’è buona e cattiva musica in tutti i generi. L’unica cosa che si deve imparare è: if you feel it, just program it! Certo, senza dubbio ho molti amici e frequentatori di festival che mi inviano idee e proposte aiutandomi a non perdermi performance importanti, ma alla fine dei giochi devo decidere io se metterli nella line up o meno.
Inoltre, fondamentale è ricordare che vi presentate (ed effettivamente lo siete) come un festival di musica alternativa. Questo è un aspetto fondamentale, forse sarebbe più giusto parlare di un processo di ricerca piuttosto che di selezione artistica.. Mi sbaglio?
Vero, senza dubbio c’è molta ricerca. Ascolto musica praticamente in ogni istante e viaggio molto per conoscere nuove realtà musicali. Parlo con molte persone diverse che mi danno continuamente nuove idee. Se programmo una band è perché sento quella band, nel senso che mi fa provare qualcosa, che colpisce la mia attenzione sotto qualche punto di vista ed è per questi motivi che mi aspetto facciano un buono show al Dour. Il mio obbiettivo è quello di dar vita a momenti magici per il pubblico che viene al festival, non si tratta solo di riuscire a prendere le band più importanti, anche se quelle (in un certo numero) sono necessarie per far sì che il nome del festival giri, che se ne parli.
L’altr’anno infatti siete stati premiati come “Best European Festival for Launching New Talent”. Beh, una grande soddisfazione direi, significa che siete riusciti al massimo nel concept del festival! Avete qualche “premonizione” su artisti presenti nelle line up di quest’anno che a vostro parere sono destinati a crescere molto nell’imminente futuro?
Quest’anno ho bookato la band francese FAUVE molto presto… Già ora tutti i loro show sono sold out. Inoltre penso che Cashmere Cat e Flume siano ottimi produttori e che ne sentiremo parlare molto nei prossimi mesi. Potrei scommettere su molti artisti in line up.
Ogni anno analizzando le vostre scalette, gli artisti che scegliete, i generi a cui date più attenzione si può capire cosa sta succedendo in Europa dal punto di vista musicale. Quest’anno quanto peso avete dato ai vari generi? Cosa ci puoi dire sulle nuove tendenze?
Ti dico che quest’anno ho deciso di programmare meno dubstep e tornare alle origini della Dubstep [le maiuscole non sono casuali, ndr] con artisti come Digital Mystikz (Mala + Coki) e Loefah. Ho deciso anche di aumentare il carico di hip hop perché funziona veramente molto bene al Dour e penso che proprio questo genere ci abbia regalato i momenti migliori lo scorso anno. Per l’edizione 2013 abbiamo preso i Wu-Tang Clan, La Coka Nostra, Jurassic 5, IAM, RiFF RAFF, Action Bronson, Freddie Gibbs, Iggy Azalea, Robert Glasper Experiment, Oddisee & Live Band, Youssoupha e molti altri. L’Hip Hop è diventato un elemento essenziale della nostra programmazione. Abbiamo anche inserito più Dub, tanto che ho deciso di aggiungere un “Dub Corner” sound system. E’ la prima volta che lo facciamo e quest’angolo quest’anno sarà appannaggio del BLACKBOARD JUNGLE SOUND SYSTEM with Dub Invaders [High Tone Crew SoundSystem] e avremo Aba Shanti I & Earl Sixteen come special guest.
E in che modo avete deciso di festeggiare questi 25 anni di Dour? Quali sono le novità che ci aspettano? Ci puoi dare un assaggio di quello che sarà il Dour 2013…
Per questa venticinquesima edizione abbiamo deciso di focalizzarci su ciò in cui siamo più forti: avero ottimi show inseriti in splendide cornici ed atmosfere. Avremo, come ogni anno, molte nuove leve ma anche band e artisti storici che sono venuti spesso nelle passate edizioni e che quindi sono parte integrante della nostra storia. Parlo di gente come Amon Tobin, Tomahawk o Bonobo per fare degli esempi. Inoltre per questa venticinquesima edizione, abbiamo un nuovo palco dedicato interamente all’Hip Hop, uno all’Urban Music, il “Boombox”, e quello di cui ti parlavo prima, il Dub Corner stage. Chissà, poi potremmo avere anche altre sorprese…
Il festival si svolge a pochi Km dalla cittadina di Dour. Cosa accade in quegli spazi il resto dell’anno?
Ad eccezione del periodo in cui il suolo è occupato dal festival, una parte di quello spazio è usata dal Dour Sports club ed un’altra è appannaggio degli agricoltori.
E Dour e i suoi abitanti come accolgono il festival? Dopo 25 anni due sono le cose: o è diventata una tradizione ed una festa anche per loro oppure quelli del festival sono i giorni più neri dell’anno!
Perlopiù sono orgogliosi di avere la loro piccola cittadina sulla mappa dei festival europei. Inoltre alcuni di loro lavorano proprio come volontari per sostenere il festival.
Come mai avete cambiato le date quest’anno? Visto il mal tempo degli scorsi anni avete deciso di farlo una settimana dopo?
In realtà il fatto è che il Dour lo abbiamo sempre fatto la terza settimana di luglio, quindi quest’anno per rispettare questa abitudine abbiamo dovuto farlo più in là.
Sono passati quindi 25 anni da quella prima edizione: un solo giorno, un solo palco, 5 artisti/band, circa duemila persone. Oggi: 8 palchi, più di 230 fra artisti e band, più di 160 mila persone. E’ naturale che ad ogni traguardo si tirino le somme e si guardi al passato, ai cambiamenti… Se lo fai cosa ti viene in mente, a cosa pensi?
Penso semplicemente che il Dour sia cresciuto in un modo molto naturale. Non abbiamo mai provato a crescere troppo velocemente, abbiamo sempre conservato la nostra atmosfera e il nostro vibe, in questo modo abbiamo costruito una forte identità. Anche se abbiamo 25 anni, la maggior parte dei biglietti sono comprati da un pubblico giovane. Nonostante siamo un festival con una lunga storia alle spalle siamo decisamente giovani e moderni. Sono veramente fiero di lavorare per un festival come questo.
Quali sono gli obbiettivi che vi siete prefissati per il futuro?
Il mio sogno è di avere un sold out mesi prima che venga annunciata la line up, anche prima che escano i primi nomi. Abbiamo davanti molta strada per arrivare fino a quel livello… Parlando seriamente, il nostro obbiettivo è quello di continuare a garantire un festival di livello ed economicamente accessibile. Buona musica per gli amanti della musica. Voglio che il festival continui ad esser differente dagli altri, così com’è.
Grazie Alex, ci vediamo al Dour 2013! Ti saluto come fossimo già sul posto: Dooouuurreeeuuh!
DOOOUUUUREEEEEUHHHHHH!
English Version:
It was 1989 when in Belgium, in an area near the border with France, the first edition of the Dour Festival came alive. A small reality by a thousand, two thousand people dancing and listening to Rock bands, it was a meeting place. 25 years have passed since those days and that little gathering place has evolved into one of the most important European festivals ever. With its strong personality, in fact, the Dour festival it has been a certainty for world of music (music to 360 degrees) for more than twenty years (25 years to be exact!). With the passage of time, we fell in love more and more with this festival, due to its great wealth and variety of music, for its concept, for the magical moments that in recent years it has given us, for the fact that a plane and festival tickets aren’t enough to be part of it, you need also tenacity, passion and you have to be bright. We decided to celebrate this Dour silver wedding anniversary making you a gift: we went to bother Alex Stevens, Music Programmer and Communications Manager of Dour. We’ve remove dust from some old memories, we’ve talked about difficulties of organizing a festival of this size, we’ve talked about the artistic selection and research, and about how, in some parts of the world, a festival organizer is one who is deeply interested in elevating his land and one who, for this same reason, could become Mayor and later Minister. In short, we’ve talked a little about the story of one of the most important festivals in Europe, then, if you want to know more, from 18th to 21st of July we’ll be there… See you at Dour!
Hi Alex! You are our man to talk about Dour festival, so you have the onus to tell us how it all started. Who created the Dour festival, who gave life to this reality? Tell us the story of Dour origins!
Hi! The festival has started in 1989 by Carlo Di Antonio, now Minister in Belgium. There was only one stage and it was a small festival created to protect the coal mine heaps at that time. Now it’s one of the biggest european event of the summer with 7 stages, 4 days non stop music and over 160.000 festival-goers.
In the original concept, was there already the idea of creating a so eclectic festival in music terms?
No, the first year it was only one stage with some rock names. A few years later, Carlo decided to program some hip hop, which was really avant-garde for the early 90’s in european festivals. Then, he decided mid-nighties to add more stages which more different genres and mix festival-goers with different musical tastes.
Why exactly the small town of Dour, why there?
Because Carlo has grown there. He wanted to to something for his town. Then he became Mayor of the City. He really love his town and want to make things happen there.
Have you ever been at Dour Festival only as an audience member before start working there? What did you feel the first time?
I went to my first festival ever in 1995 at Werchter and Pukkelpop. Two years later, i decided to visit Dour. I immediately fell in love with the event and i decided to never miss this festival again. I remember waiting in line for hours before getting inside the camping in 1997.
When and how did you start to become part of the staff?
My first collaboration with the Dour Festival team was in 2000. I made the website and since then i’m still doing it. I helped Carlo doing the Petite Maison dans la Prairie program for the first time in 2004 and the festival became my full-time job in 2005.
And today you’re dealing with one of the fundamental aspects (probably the most one) of the festival: program. I guess your taste in music are very extended. But making an artists selection that goes from Techno to Metal, from Reggae to Indie, from Hip-Hop to Breakcore needs a thorough knowledge of all these music areas. How does the construction of all lines up work? Are there various crew of work depending on the genre or is it always the same people that cares about all genres?
I care about all genres. This is not easy but i’m a very open-minded person. There’s great music and bad music in every genre. The only thing you have to learn is : if you feel it, just program it! Of course, i have a lot of friends and festival-goers who send me ideas and help me to focus on acts to not miss but I’m the last one take the decision to make it or not.
It’s also important to remember that you present yourself as an alternative music festival. For this reason I think it would more appropriate talk about “artist research” than “artist selection”…isn’t it?
Well, of course there’s a lot of researches. I listen to music all time long and travel a lot. I speak with a lot of people and it feeds me with ideas. I program bands because i feel the band and i expect them to make a good show at Dour. My goal is to create great memories for the festival-goers who attend the festival, not only to have the most hypest bands even if it’s important to have some to make the buzz around the festival happen.
Last year, in fact, you have been awarded as “Best European Festival for Launching New Talent”. Well, I think it’s a great satisfaction, it means that you have succeeded at most in the concept of the festival! Do you have some “predictions” about artists in the line up of this 25th edition who are destined to grow in popularity next year?
I booked the french band FAUVE early this year. Now, all their shows are sold out. In another genre, i think that Cashemere Cat and Flume are great producers and that we’ll listen more from them in the upcoming months. I can bet on many artist of the program.
Every year, if one analyzes your line up, the artists you choose, the number of artists for each music genres, one can figure out what’s going on in Central Europe. This year, how much weight you have given to the various music genres? What can you tell us about new audience trends?
I decided this year to program less dubstep and come back to the roots of Dubstep with artists like Digital Mystikz (Mala + Coki) or Loefah. I decided also to add more hip-hop as it work really well at the festival and were the best moments last year i think. This year, we’ll get Wu-Tang Clan, La Coka Nostra, Jurassic 5, IAM, RiFF RAFF, Action Bronson, Freddie Gibbs, Iggy Azalea, Robert Glasper Experiment, Oddisee & Live Band, Youssoupha and many more. Hip-Hop has become an important part of the program. We’ll have also more dub music as i decided to add a “Dub Corner” sound system. For this first edition, this corner with be hosted by BLACKBOARD JUNGLE SOUND SYSTEM with Dub Invaders [High Tone Crew SoundSystem] and Aba Shanti I & Earl Sixteen as special guests.
And how did you decide to celebrate these 25 years of Dour? What are news, changes that await us? Can you give us a taste of what Dour 2013 is going to be…
We decided for this 25th edition to focus on what we are good : having good shows in a great atmosphere. We’ll have as usual a lot of discoveries but also a lot of historical bands who came a lot in the past and are part of the Dour history such as Amon Tobin, Tomahawk or Bonobo. For this 25th edition, we have a new stage decicated to hip-hop and urban music (Boombox) stage and the new Dub Corner stage. We might have also some more surprises…
The festival takes place just few kilometers from the town of Dour. I went to look on Google maps, it took me a while to understand where and how you put each Stage, the camp and everything else. Once I framed the festival area, furrows in the soil are really really evident. What’s up in those spaces during the rest of the year?
A part of the festival site is used by the Dour Sports club. Another part is used by the farmers.
And the city of Dour and its inhabitants, how do they live the festival? After 25 years there are two options: either it has become a tradition and a feast also for them, or those of the festival are the blackest days of all the year for them!
They are almost all proud to have their small town on the European map. Some of them work as volunteers also for the festival.
Why did you decide to hold the festival a week later this year? Due to the inclement weather that hit you in recent years, or the choice has other strategic reasons?
Dour is always the third week-end of July. We had to change the dates to stay this week-end.
So, 25 years have passed since that first edition: one day, one stage, 5 artists/bands and about two thousand people. Today: 8 stages, more than 230 artists and bands, more than 150 thousand people. I think it is normal to look back, to look at changes… I mean, 25 years… wow! If you look back, if you look at the grow of Dour festival, what comes to your mind, what do you think?
I just think that Dour has grown in a very natural way. We never try to become too big too fast. We kept our atmosphere and vibe and we have built a strong identity. Even if we are 25 years, most of the tickets are sold to young people. We’re a old festival with a really young and modern image also. I’m very proud to work for a festival like that.
And what are the goals you have for the future?
My dream is to have the festival sold out months before announcing any name and announce the line up during the festival. 😉 It’s still a long long way before we can do this… More seriously, our goal is keep a good, cheap event with quality music for music lovers. I want the festival also to stay different from the others.
Thank you Alex, see you at Dour 2013! Let’s say good-bye as we were already in one of the Dour mornings: Dooouuurreeeuuh!
DOOOUUUUREEEEEUHHHHHH!