Sembrano due nomi di sprovveduti scolaretti, gli amichetti del cuore Millie & Andrea. Peccato però, per tutti coloro illusi che fosse così, i due sono ben lungi dall’essere definiti come novellini. Ne avevamo già parlato due mesetti fa, quando annunciarono dopo 4 anni di assordante silenzio l’uscita dell’EP “Stage 2″. Ora, vogliono di più, ci concedono di più. Un nuovo album, un LP uscito da pochi giorni in 12” e digitale, un progetto dalle otto tracce che riassumono un po’ l’essenza di questo duo artistico formato da Andy Stott e Miles Whittaker (l’altra metà di Demdike Stare). Due background così diversi e così involontariamente connessi l’uno con l’altro: una fusione electro-beat, una scarica dub techno, una pozione di influenze decennali. Sonorità difficili da categorizzare in qualche definito scomparto dell’elettronica, impossibili da buttare tutte nello stesso sacco. Millie & Andrea non si concedono autodefinizioni e lo esprimono così, in questo album prodotto come sempre dalla loro etichetta Modern Love. “Drop The Vowels” è come un viaggio inaspettato, un last minute verso qualche pianeta lontano: percussioni jungle tengono unito il tutto, solide fondamenta, come un filo invisibile in esperte mani che cuciono senza incertezze un brano dopo l’altro fino ad un fiocco finale di voci e melodie lontane, un lento abbandonarsi ai suoi stessi ritmi. Nel mezzo, futuro e passato si fondono tra subfower potenti, viscerali, così sgraziatamente ricchi di stile. Un album ibrido, un diamante grezzo per chi vuole e sa osare un po’ di più.
Giulia Baroni
Seduta a tre anni su un pianoforte, messa lì nel tentativo di contenere le mie ondate di assoluta insofferenza. Non è servito a nulla, ho comunque iniziato a prendere aerei troppo presto e arrivare a casa troppo tardi. Conturbata, eccessiva e malinconica apprezzo chi nella vita prende delle posizioni e disprezzo fortemente tutti coloro che stanno nel mezzo. Eterna nomade, negli ultimi quattro anni ho vagabondato in Europa ed ho imparato ad adattarmi da cultura a cultura. Al momento, vivo a Londra. Come nella musica classica e la techno, cerco una via d’uscita che mi permetta sempre di cogliere quella sfumatura che in fondo, fa la differenza.
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