Sotto lo pseudonimo Dusky, il duo londinese composto da Alfie Grandeger-Howell e Nick Harriman nel 2011 pubblica “Flo Jam” e scala le classifiche diventando uno dei riferimenti della house renaissance. Sempre in bilico tra house, techno passando per ambient, jazz e hardcore, consolidano la carriera con il primo LP “Outher” uscito nel 2016, un tour che li ha visti toccare gli estremi del globo e un live show premiato da DJ Mag come Best Live Act.
La label 17 Steps è l’ultima emanazione di una sinergia che continua fruttuosa, l’ultimo EP pubblicato è infatti il loro “Square Miso”, vero e proprio tributo alla scena underground anni ’90 e alle melodie italo house che sta già riscuotendo grandi consensi. Da appassionati e curiosi volevamo saperne di più, signore e signori ecco a voi Dusky.
Raccontateci un po’ come è nato il progetto Dusky, come vi siete incontrati e cosa vi ha fatto decidere di produrre musica elettronica?
Alfie: Ci siamo incontrati quando avevamo sedici anni al college di Camden, a Londra. Prima di incontrarci avevamo già cominciato a fare musica, a collezionare dischi e a fare qualche set, così siamo diventati amici per interessi comuni e abbiamo cominciato a lavorare insieme.
Oltre a fare i dj avete iniziato anche un live show che DJ Mag ha premiato come Best Live Act, ci raccontate un po’ il vostro setup e come lavorate live?
Nick: Abbiamo due parti separate, la mia si occupa di Ableton con una serie di controllers midi e contiene anche una TB3, TR8, MX1 e qualche effetto a pedale. La parte di Alfie si occupa di Mainstage con una tastiera midi che usiamo per la maggior parte dei synth che live. Abbiamo anche un controller MPD che serve per lanciare vari samples.
La vostra musica non è focalizzata su un singolo genere e il vostro ultimo LP “Outer” ha moltissime influenze e stili diversi, quali sono le vostre fonti d’ispirazione e come fate a mettere tutto insieme?
Alfie: Abbiamo entrambi gusti molto vari per cui il nostro eclettismo nasce da quello che ascoltiamo. Cerchiamo di rendere le cose interessanti prendendo spunti da cose diverse ma non è sempre facile metterle insieme, spesso dobbiamo fidarci del nostro istinto, se qualcosa ci sembra giusto allora lo facciamo.
Recentemente avete aperto anche una label, 17 Steps, qual è l’idea alla base e perché lo avete fatto?
Nick: L’etichetta è nata per una serie di ragione, in primis è il nostro modo per avere il controllo sulle release perché, come sta accadendo ora con tante etichette, è frustrante dover aspettare mesi prima di veder pubblicata la tua musica. Inoltre, ugualmente importante, volevamo creare una piattaforma per dare supporto alla musica del nostro circuito e visibilità agli artisti in cui crediamo.
Su 17 Steps avete pubblicato materiale di Bwana, Trevino, Velvit, Lo Shea e ricevuto consensi da tanti big del settore, quali pensate siano le chiavi per una release di successo? Quali sono quelle di andate più fieri?
Nick: Non c’è modo di sapere cosa farà successo o cosa no, devi semplicemente buttarlo fuori e vedere come reagisce il pubblico. Se la musica è di buona qualità ha molte più chances di farsi apprezzare dalla gente. Il controllo qualità è molto importante perché c’è tanta musica in giro e si rischia di non essere nemmeno considerati. Siamo fieri di tutta la musica che abbiamo messo in giro, altrimenti in primis non l’avremmo pubblicata.
La vostra ultima uscita su 17 Steps è “Square Miso”, già suonatissima da tanti artisti, tra cui anche Jackmaster al Circoloco, raccontateci qualcosa in più, come è nata?
Alfie: La prima traccia era finita da un po’, l’avevamo scritta quando stavamo assemblando l’LP “Outer” ma non ci stava, anche se pensavamo fosse un pezzo forte e così abbiamo aspettato che fosse finito prima di pubblicarla. È ispirata alla classic house e alla scena inglese degli anni ’90 che ha avuto una grande influenza nella nostra musica.
Come artisti e proprietari di una label, che sensazioni avete sulla salute dell’industria musicale oggi?
Nick: Sembra che le cose vadano bene. È stato bello vedere la rinascita del vinile, perché i negozi di dischi sono un aspetto importantissimo per la scena underground dato che fanno da filtro, come ho già detto prima, e contribuiscono mettere in luce musica che altrimenti passerebbe inosservata.
Quale consiglio dareste a un giovane dj/produttore?
Alfie: Fai le cose a tuo modo, non cercare di inseguire quello che è fico o popolare in un determinato momento. Dal lato delle produzioni prenditi il tuo tempo, potresti essere impaziente di pubblicare la tua musica ma non avere fretta finché non avrai sviluppato bene le tue capacità. I primi pezzi che fai di solito non meritano di essere pubblicati, è importante dedicare tempo per sviluppare il proprio suono o la tecnica come DJ e diventare veramente competenti.
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Under name Dusky, the London duo composed by Alfie Grandeger-Howell and Nick Harriman in 2011 publishes “Flo Jam” and rise charts becoming one of the references of the house renaissance. Still hanging between house, techno by ambient, jazz and hardcore, they consolidate their career with the first LP “Outher” released in 2016, a tour that has seen them touch the extremes of the globe and a live show featured by DJ Mag as Best Live Act. The label 17 Steps is the latest emanation of a synergy that continues to be fruitful, the last EP released is in fact their “Square Miso”, a real tribute to the underground scene of the 90s and to the melodies of italo house that is already gathering big support. As passionate and curious we wanted to know more, ladies and gentlemen here comes Dusky.
Tell us a little bit about the background of the project Dusky, how did you met and what led you to decide to start producing electronic music?
Alfie: We met when we were about 16 at college in Camden in London. Before we met we were both starting out in music production as well as collecting vinyl and DJ’ing so we became friends over a shared interest in music and started working together.
As well as DJ’ing, you have started touring a Live show which earned you the prize of Best Live Act from DJ Mag, could you tell us a bit about your setup and how you work live?
Nick: We have two sides to the live show, my side controls Ableton with a set of midi controllers, and also contains a TB3, TR8, MX1 and a couple of effect pedals. Alfie’s side controls Mainstage via a midi keyboard which is used to host most of the synth patches that are played live. We also have an MPD controller each to trigger various samples.
Your music is not focused on a single genre, and your latest LP “Outer” has a lot of different influences and styles in it, what are your sources of inspiration and how do you manage to fit them all together?
Alfie: We both have wide ranging tastes in music so our musical inspiration is driven by the eclecticism of what we listen to. We try to keep things interesting by bringing ideas from different forms but fitting them together isn’t always easy, we often just have to go with our gut instinct and if something feels right then we go for it.
You also started an imprint, 17 Steps, what is the idea and reasoning behind starting the label?
Nick: The label started for a couple of reasons, firstly as way for us to take control of our release schedule as it can be frustrating when you have to wait for a long time to release music as you end up doing with a lot of record labels. But also, and just as importantly, we wanted to create a platform to support other music that we’re into and to push artists that we believe in.
On 17 Steps you’ve released tracks from Bwana, Trevino, Velvit, Lo Shea and received big support from several big players in the industry, what do you think are the keys to a successful release? What are the releases you are proudest of?
Nick: There’s no way of knowing what will be successful or not, you just have to put it out there and see how the public responds. As long as there is a certain level of quality to the music then it has the best chance possible to connect with people. Quality control is very important as there’s so much music out there for people to get through and it can be easily missed. We’re proud of all the music we put out otherwise we would never release it in the first place.
“Square Miso” is your latest release on 17 Steps and it has already been played by several artists, including Jackmaster at Circoloco, could you tell us more about it, and how the track came about?
Alfie: We’ve actually had the track finished for quite a while. It was written while we were putting together our LP Outer but it didn’t really fit with the album as a whole, though we felt it was a strong track so we waited until after the album had done its thing to release it. It takes a lot of inspiration from classic house and also the 90s UK scene that has had a big influence on our music.
As artists and label owners what are your feelings about the health of the music industry right now?
Nick: Things seem to be pretty healthy. It’s been great to see the resurgence in vinyl as the record shops are such an important aspect of the underground scene, helping to act as a quality filter as mentioned earlier, as well as bringing new music to light that you maybe have otherwise missed.
What could be your advice for a young producer/dj?
Alfie: Do your own thing, don’t try and chase what’s cool or popular at the moment. On the production front make sure to take your time, you may be impatient to release music but don’t rush into it before you’ve developed the right skills – the first tracks you make are very unlikely to be worth releasing. It’s important to spend time developing your sound as both a producer or DJ and try to master your craft.