Quando ho saputo che la neonata label del britannico (ma berlinese d’adozione) Ed Davenport si sarebbe chiamata Counterchange, sono scappato a casa a riprendere l’omonimo album uscito su NRK un annetto fa per fare un doveroso quanto piacevole ripasso. Guai a farsi trovare impreparati, specie se la prima attesissima release porta la firma dello stesso padrone di casa sotto il mantello del progetto Inland, gioiello di famiglia che taglia trasversalmente house e techno e che, grazie ad un’uscita commovente su Falkplaz – chi se la fosse colpevolmente persa deve (deve!) andare a ricercare il “Force/Emerge Remix” – ha saputo conquistare un posto nei cuori e nelle bag di centinaia di appassionati.
Attesa e aspettative alle stelle dunque, ma il buon Ed ha ormai le spalle grandi e un sufficiente numero di uscite (e successi) sul groppone per potersi permettere di affrontare questa nuova ambiziosa sfida senza la paura di deludere. “Bene, tu hai vissuto sia il clubbing londinese che quello berlinese, ora faccene una tua sintesi”, questa sembra essere la domanda che ha mosso Davenport prima della stesura dell’uscita numero uno del catalogo Counterchange. Ecco, detto fatto: Ed il secchione prende tutto il suo bagaglio artistico, lo somma ad un buon numero di idee fresche e a qualche giocattolino nuovo del suo studio, e con la solita consapevolezza ci propone “Solstice”, un EP di quattro tracce che rappresenta ciò è lecito attendersi dopo aver ascoltato la sua discografia. Chirurgicamente.
Atmosfere noir fanno da sfondo a un progetto che realmente sembra comunicarci il suono di un bosco durante le prime ore dell’alba o di una valle deserta ricoperta da nebbia e pioggia leggera. Inland, appunto. Sta qui l’Ed “britannico” che, forse per dare a questo progetto connotati meno dub-oriented – vedete a cosa è servito il ripassino? – prende leggermente le distanze dal suono che ha guidato la sua escalation durante tutto il 2012. House e techno, comunque, camminano ancora una volta a bracceto sancendo un legame ormai indissolubile e che trasforma le release di casa Davenport in un qualcosa di tanto ricercato quanto “redditizio”.
“Solstice” e “Monument”, ciascuna con un proprio personalissimo modo di esprimersi, rappresentano le due faccie che il multiforme Davenport ha scelto di mostrarci in questa occasione. Se questa è la puntata pilota, Counterchange si candida davvero come una delle mie possibili serie preferite.