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[tab title=”Italiano”]La carriera di Eddie Fowlkes è un ottimo case study per comprendere le logiche del mercato musicale e quanto questo possa falsare e stravolgere un fenomeno e le sue dinamiche. In questo caso infatti ad essere omesso non è un aneddoto o un particolare della storia. Qui ad essere stato omesso è il protagonista. Nel 1986 Eddie registrava nello studio dell’amico Juan Atkins il suo primo disco, “Goodbye Kiss”, per la Metroplex Records. Destinato a diventare un inno della techno, questo disco è particolarmente significativo per tutti gli ottimi dj che la città di Detroit ospitava in quel periodo. Da quel momento in poi la produzione elettronica subisce un’accelerazione, e nasce un sound inedito che passerà alla storia come Detroit techno, che ha come sue caratteristiche un’anima funk e un’idea robo-futuristica della società. Ma come mai Eddie non viene ricordato con la stessa facilità con cui l’incensato Belleville Three (Atkins, Saunderson e May), quando si parla di nascita della techno? E Belleville? Dove si trova Belleville in questa storia? Abbiamo incontrato Eddie Fowlkes per farcelo spiegare e riscrivere questa storia una volta per tutte.
Eddie partiamo dal tuo ultimo disco, la single track “That’s What I Think About” dall’EP “That’s What Makes A Track” (Detroit Wax 2013). Come è nato questo pezzo?
Beh, quel pezzo è nato da come mi sentivo in quel periodo nei confronti della scena musicale a livello globale. Avevo notato troppa dark music in giro e quindi ho voluto fare qualcosa di musicale che fosse allo stesso tempo un bel pezzo funky da suonare. Ho cercato di far ascoltare ai ragazzi un po’ di musicalità, non tracce di sole percussioni.
Nell’EP si trova anche un remix di questa track, a cura di Culoe De Song. Che cosa ti ha spinto a scegliere l’artista africano?
In realtà lo ha scelto Defected per fare il remix e ha fatto un lavoro veramente ottimo!
Il testo di “That’s What I Think About”, è una chiamata a comprendere finalmente cosa rende davvero “di successo” un brano?
In realtà era solo un campione, e mentre lo ascoltavo in studio, pensavo che corrispondeva esattamente a quello che avevo in mente. Quindi l’ho usato.
Dopo un lungo stop di ben 4 anni, la tua etichetta Detroit Wax è ora di nuovo attiva, e questa è una buona notizia per il movimento techno. La produzione di Unsung Hero (Detriot Wax, 2012) ti ha tenuto impegnato per un sacco di tempo o semplicemente aspettavi la giusta ispirazione per riavviare l’uscita di release dall’etichetta?
Sì, è stato un periodo in cui sono stato alla ricerca di ispirazione. Ma mi piace il funk, la techno e le produzioni. Non potrei farne a meno. Potrei suonare riff jazz e poi finire col trasformarli in linee di basso o tipici suoni techno.
Hai recentemente accolto su Facebook il debutto sul deck dei fratelli Saunderson alla loro prima apparizione pubblica al party Origins Movement di Detroit. Pensi che diventeranno grandi DJ? Hanno davvero la stoffa del loro fratello Kevin?
Beh, lo spero, sono stati concepiti da un pool di ottimi geni. Sanno come far impazzire la gente… Mi ha effettivamente reso molto orgoglioso il fatto che siano entrati nel business.
Hai iniziato a produrre negli anni ’80, con un particolare soprannome, Eddie “Flashin” Fowlkes. Stavi dicendo al mondo: “Guardatemi! Io sono veloce”. In quel periodo la gente era metaforicamente alla ricerca dell’accelerazione, sia essa sociale, economica o scientifica. La velocità ha avuto un grande impatto sulla musica, l’industria e la tecnologia, sulla nostra vita. Oggi sembriamo un po’ stanchi di tutta questa velocità. Tu hai mai sentito il bisogno di ritornare ad un ritmo più lento, più rilassato? Ti senti influenzato da questo nella tua musica?
Grande domanda! Sono contento di aver imparato a scratchare, di aver imparato lo slip mix, lo hard popping mix, i backspin e via dicendo. Perché è roba molto efficace quando si deve andare dietro ad un dj noioso e fare il lavoro sporco di risvegliare la pista. Amo la tecnica sul mixer, scivolare in piccoli tricks su una canzone che l’80% del pubblico conosce e reinterpretarla, portando nuovi elementi a quella track che sto suonando. Credimi, il pubblico sa quando sta suonando un dj di Detroit. Perché quando sento un dj che suona posso dire se ha iniziato su un computer portatile o CDJ. Ci sono un sacco di dj, o forse dovrei dire gente che cerca di esserlo, che non dovrebbero per niente suonare. E’ un male per la scena!
Sei sempre stato fuori dalla logica dell’industria musicale e della violenta promozione di te stesso. Spesso il tuo nome è stato trascurato a favore dei più chiacchierati componenti del trio di Belleville (Atkins, May, Saunderson). Questo ti fa onore in un mondo come quello della musica underground. Pensi che la tua vita sarebbe cambiata in meglio o peggio se tu fossi stato considerato uno dei padri fondatori “ufficiali” della musica techno, insieme a loro?
Un’altra bella domanda! Tutti a Detroit sanno che io fui il primo dopo Juan Atkins ad iniziare a produrre musica. Sono contento che sia successo in questo modo perché la gente ama la verità e tutti vogliono conoscere la mia storia. Delle volte scherzo e dico “Aspettate il film!”, così capiranno davvero cosa è successo. Kevin Saunderson è dovuto apparire su YouTube per dire alla gente che io fui effettivamente il primo dopo Juan, non è possibile continuare a mentire sulla verità. Mi spiace dirlo, a volte la verità fa male. Sai, i tre di Belleville è una storia di merda di Derrick May (Il trio di Belleville fu un’idea del manager di Derrick May. La formula tagliava fuori Eddie e sbatteva sui giornali i tre come gli inventori del sound di Detroit, ndr)! Io sono di Detroit, la città da dove è cominciata la storia. Io non so dirti come arrivare a Belleville, ma posso dirti come arrivare a Detroit.
Sono rimasto colpito nel sapere che tu e Derrick May foste compagni di stanza negli anni ’80. Com’è stata la vostra vita da coinquilini?
Leggi tra le righe della risposta alla domanda precedente. Mettiamola così, Derrick ha avuto fortuna ad avermi come coinquilino, una fortuna sfacciata.
Torniamo alla musica. Tutti sanno che sei un grande fan di Motown Records e di quanto l’etichetta abbia influenzato la tua musica e la tua vita. Hai trovato qualche similitudine tra il movimento Motown e il movimento techno creato da voi ragazzi a Detroit?
In un primo momento, ma un sacco di persone sono venute a frapporsi tra di noi e le nostre amicizie, e questo ci ha reso difficile continuare, a mio parere.
Se dovessi scegliere 3 album Motown da raccomandare a chi non conosce il genere, quali sceglieresti?
Merda, c’è un sacco di musica Motown che amo veramente troppo! Che ne dici di questi tre nomi invece… Marvin Gaye, Stevie Wonder, The Funk Brothers.
Il tuo background musicale e la tua vita sono realmente legati alla città di Detroit, anche se il successo musicale è iniziato dall’Europa.
Beh, questo non è vero. Abbiamo venduto una tonnellata di dischi in America e show negli Stati Uniti (Me, Kevin, Juan, Derrick). Eravamo competitor della musica rap, ma prima che il rap esplodesse, c’eravamo noi (Detroit, Chicago) a controllare l’etere negli Stati Uniti, questa è la verità. L’America non vuole che i giovani conoscano questo sound che è venuto dalle strade di Detroit e Chicago perché sono convinti possa far male al business di Las Vegas e Hollywood.
Il tuo secondo lavoro “The Birth of Technosoul” è stato prodotto da Tresor in Germania, lontano da casa, nel 1993. Dopo quel disco, hai iniziato a collaborare con alcune etichette europee come Peacefrog, Back to Basics, Infonet. Come era la scena musicale di Berlino a quei tempi?
Berlino era figa, molto figa in quel momento, soprattutto prima del crollo del Muro di Berlino, la città se la cavava. C’erano un sacco di club davvero cool e potevi suonare quello che ti pareva ed iniziare i ragazzi alla musica da dove provenivi.
Hai recentemente detto che “alcune persone non capiscono che la musica è una vibrazione nel nostro corpo. Ci fa ballare. E’ una cosa spirituale”…“sono veramente fortunato perché la musica ha scelto me. La gente non si rende conto che è la musica a sceglierti, non tu a scegliere lei”. Come fai a nutrire spiritualmente la tua anima musicale? Qual è il vero ruolo della musica oggi?
Beh, si torna indietro e ci si nutre di musica non di tracce vuote con una produzione sempre più minimale. Perché ogni volta che torno indietro e riascolto la musica, sento ritmi e riff diversi di cui prima non mi ero accorto. Perché ascoltare la musica mi fa qualcosa che io non riesco spiegare e sono felice di non riuscire a farlo, visto che ho un po’ di ritmo nel sangue. Questo mi permette di spiegarlo in maniera divertente, registrando musica!
Nel 2012 sei stato onorato dal Detroit Historical Museum per la mostra “Techno: Detroit’s Gift to the World”. Insieme a Atkins, May, Saunderson, Jeff Mills e Carl Craig l’impronta delle tue mani sono permanentemente esposte nella Legends Plaza. Sarai molto orgoglioso di questo, naturalmente, tanto che la tua description su Twitter tuona “33 anni di djing. Se non mi conoscevi, è meglio che tu vada a visitare i musei della tua città.” Come era la mostra?
Non era una mostra, più che altro un gruppo di grandi persone che hanno lavorato insieme per cambiare mondo. L’allestimento era molto professionale, devo dire, TV, radio, davvero un gran bell’evento.
Perché la musica si trova così poco spesso nei musei?
Bella domanda, forse i curatori non hanno ritmo. Forse questo è il motivo per cui le cose sono così rigide nei musei, ahahah. Diamine, non lo so davvero perché!
Per la tua prima produzione “Goodbye Kiss”, ancora oggi uno degli inni della musica techno, ho letto che hai preso in prestito un po’ di strumenti da Juan Atkins. E’ abbastanza divertente il fatto che tu eri proprio il più casinista del gruppo. Così quando hai iniziato a produrre, gli altri hanno pensato, “se Eddie può fare un disco, posso farlo anch’io”. Avevi finalmente creato le basi per la nascita della musica techno. Mi fa pensare che la musica techno non poteva che nascere dalla mente di qualcuno che sapeva come divertirsi! Perché, secondo te, la musica techno sta diventando così dark, sta perdendo tutta la base melodica che da sempre l’ha contraddistinta?
Prima di tutto, voglio chiarire che non ho in prestito apparecchiature da Juan per fare il mio primo disco, avevo roba mia. E’ vero invece che ho fatto il mix nello studio di Juan, perché aveva monitor migliori dei miei. Credo che ci siano persone con un’anima scura che producono musica scura, in maniera molto semplicistica! Ci vogliono buone vibrazioni, buon sound, una buona produzione per fare un buon disco! Sì, sì in effetti ero quel tipo di persona, ma qualcuno doveva pur andare lì fuori a divertirsi per sapere ciò che volevano i ragazzi!
I tuoi prossimi show?
Suonerò ai tre eventi del Defected Gets Physical Tour, una serie di liveshow che nasce dalla collaborazione tra Defected e Get Physical. Il 12 Settembre al Fire di Londra, il 15 all’Amnesia di Ibiza e il 19 allo Chalet di Berlino.[/tab]
[tab title=”English”]The career of Eddie Fowlkes is a nice case study to understand the logic of the music market and how this can distort and twist a phenomenon and its dynamics. In this case it is not an anecdote or a detail of the history to be omitted. Here we lost the protagonist. In 1986, Eddie recorded in the studio of Juan Atkins his first record, “Goodbye Kiss”, for Metroplex Records. Destined to become a hymn of techno music, this record is particularly significant for all the great dj that the city of Detroit was home at the time. From that moment, the electronic production accelerated, and a brand new sound that will go down in history as Detroit techno did born. Why Eddie is not remembered as the Belleville Three (Atkins, Saunderson and May), when talking about the birth of techno music? And Belleville? When do Belleville become important in this story? We met Eddie Fowlkes to let us understand and rewrite this story.
I’d like to start from your last release, “That’s What I Think About” single out from the “That’s What Makes A Track” EP. Could you please talk us a bit about this new record?
Well, it was how I was feeling about the music scene globally – I just wanted to make something musical, but funky to play when I dj. Try to get the kids into music not just drum tracks.
The remix by Culoe De Song, what are the reasons led you to choose the african artist?
Defected chose him to do the remix and he did a great job!
The lyrics of “That’s What I Think About”, what motivated you to explain to everyone what is it that really makes it a cool track?
Actually it was sample, and it just fit what was on my mind at the time in the studio when i heard it.
Your own label Detroit Wax is now again prolific after a 4 years’ stop, and that’s a very good thing for Techno music. The production of Unsung Hero (Detriot Wax, 2012) has kept you engaged a lot of time or you just were expecting the right inspiration to restart to release on your label?
Yes, it was more kinda that way (inspiration) but, once again I love funk & techno music or productions. Also I can play jazz riffs and turn them into techno bass lines or musical leads.
You have recently welcomed on Facebook the Saunderson brothers first decks public appearance on Origins Movement Detroit. Do you think they will become good DJs? Do they really have the makings of their brother Kevin?
Well, i hope so, they come from a good genes pool, their parents. They know how to rock the crowd, I was actually very proud of them for getting into the business.
You started to produce back in the 80s with a particular nickname, Eddie “Flashin” Fowkles, telling everyone: “Look at me! I am fast”. In those days, people were metaphorically needing acceleration, velocity and this had a great impact on music, on industry and technology, on our lives. Today we look pretty tired of all this speed. Do you feel this strong need to go back to the slower pace, more relaxed? How this affects your music?
Great question! I’m glad I learned how to scratch, slip mix, hard popping mixing, backspin, etc… Because it’s very effective when you have go behind a boring dj and do their job to wake up the crowd. Also I like to slip in little tricks to a song that 80% percent of crowd knows the track and bring new live element to that track while I’m djing. Believe me, the crowd knows when a Detroit dj get on the decks. Because when I hear a dj playing I can tell if he started on a laptop or cdjs. There are a lot of djs, or should I say people trying to be djs, that should not be djing at all…It’s bad for business!
You were always away from the logic of the music industry and of the hard promotion of yourself. You were often overlooked in favor of the more press-hyped “Belleville Three” (Atkins, May, Saunderson). This does you credit in a sector as the underground one. Do you think your life would be worst or better if you had been considered one of the “official” founding fathers of Techno music by those magazines?
Another Great question! Everybody in Detroit knows I was the one after Juan to start producing music. I’m glad it happened this way because people love the truth and everybody wants to know my story. I tell them wait for the the movie and then you will really know what happen.. Kevin Saunderson had to put it on youtube to tell people eddie was djing and producing music after juan, you can’t keep lying about the truth. Sorry to say, sometimes the truth hurts. So, you know Belleville three is some Derrick May shit (Belleville three was an idea of Derrick May’s manager. The press formula cut out Eddie and advertised the three as the inventors of the Detroit sound. editor’s note)! I’m from Detroit and this were the shit started from. I could not tell anybody how to get to Belleville, but i can tell you how to get to Detroit.
I was fascinated to learn that you and Derrick May were roommates back in the 80s. How was your home life together?
Read between the lines on my answer above. Put it this way, Derrick got lucky I moved in, really lucky.
Everybody knows you are a big fan of Motown Records and the influences that label gives to your music and your life. Did you find any similarity between the Motown movement and the Techno movement created by you guys in Detroit?
At first, but a lot people came in between us and our friendships, kind of made it hard for us in my opinion.
If you had to choose 3 Motown records to recommend to those unfamiliar with the genre, which would you choose?
Shit, there’s a lot Motown music, I truly love! How about this, I love me some Marvin Gaye, Stevie Wonder, The Funk Brothers.
Your musical background and your life are really linked to Detroit city even if your musical success started from Europe.
Well, that’s not the truth. We were selling a ton of product in America and doing shows in the States (Me, Kevin, Juan, Derrick). Our competition was rap music, but before rap blew up we were (detroit,chicago) controlling the air waves in the states, now that’s the truth. It’s just America can’t let the new kids know this sound came from the streets of Detroit and Chicago because it will be bad for business (Vegas, Hollywood).
Your second work “The birth of Technosoul” has been produced by Tresor in Germany, far away from home, back in 1993. After that record, you started to collaborate with some european labels such as Peacefrog, Back to Basics, Infonet. How was Berlin musical environment back in those days?
Berlin was cool, very cool at that time, but especially before the wall went down Berlin was off the hook. There was a lot of really cool clubs and you could play what you wanted and educate the kids of music where you come from.
You recently said that “Some people don’t understand that music is a vibration in your body. It’ll make you dance. It’s a spiritual thing.” And “I’m truly blessed that music chose me. People don’t realize music chooses you, you don’t choose music…” How do you feed your musical spiritual soul? What really is the role of the music today?
I have to go back and feed on music not empty tracks with less production. Because every time I go back and listen to music, I just hear different rhythm I did not hear before (riffs). Because hearing music does something to me I just can’t explain and I’m glad I can’t explain it because I have some rhythm in me. This makes it fun to record to get it out of me!
In 2012 you were honored by the Detroit Historical Museum in to the exhibit “Techno: Detroit’s Gift to the World.” Along with Atkins, May, Saunderson, Jeff Mills and Carl Craig your hand prints are permanently on display in Legends Plaza. You are very proud of this of course, and your twitter description said “33 YEARS OF DJING. IF YOU DIDN’T KNOW, YAH BETTER CHECK YOUR LOCAL MUSEUMS…” Could you please tell us the experience as visitor of the exhibition? How was it staged?
It’s not an exhibition, but more or less the great people who put in work to change world. The staging was very professional, I must say, TV, Radio, etc…
Why music is not so often in museums?
Good, question maybe the curators have no rhythm. This is why things are so stiff in the museums, haha.. Shit i don’t know! haha…
For your first production “Goodbye Kiss”, still one of the techno anthems, you borrowed equipment from Juan Atkins, and it’s pretty funny the fact that you were the party boy of the crew so they figured, “’If Eddie can make a record, I can make a record.’” You have eventually created the foundation for the birth of techno music. It makes me think that techno music could have been born from the mind of someone who knew how to have fun.
Why, in your opinion, techno music is becoming so dark, losing all the melodic base that has always distinguished it?
First of all, I did not borrow Juan’s equipment to make my 1st record, I had my own. I did the mix at Juan’s studio, because he had better monitors. I believe people with dark spirit make dark production it’s just that simple! Good vibes, good music, good production means good records! Yeah, yeah I was that party guy, but somebody had to be out there to know what kids wanted!
Upcoming shows in store?
I will play at the three events Defected Gets Physical Tour, a series of liveshow born from the collaboration between Defected and Get Physical labels. On September 12th Fire, London, Amnesia Ibiza on 15th and Chalet in Berlin on 19th.[/tab]
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Pics by Marie Staggat