Più che una recensione questo articolo parte con l’idea di essere una presa di posizione, uno sfogo. Anche un pò amaro a dire il vero, ma l’ho appena ammesso, quindi non voglio sentire storie.
Mi trovo a commentare un disco uscito ormai da qualche mese, lo specifico perché noi clubber fighetti (soprattutto qui su Soundwall) tendiamo ad essere schizzinosi con sta storia dell’uscita, del promo, della preview, del file fresco di studio e bla bla bla (insomma onanismo puro). Dicevo, sono metaforicamente con il disco in mano (ordinato su ebay dopo lunghe ricerche, momentaneamente è in viaggio dagli states), parlo dell’orgia tra genio e sregolatezza di tre figure di spicco che hanno prodotto un 12″ dal nome “Ego/Mirror”.
Il vinile in questione è uscito in sole 300 copie (successivamente ristampate) sulla Text di Four Tet, ed è andato sold out pochi minuti dopo che la notizia era stata diffusa da Fact Mag. Il perché è molto semplice: il primo di quei tre personaggi è una delle figure più influenti della musica contemporanea, mente e cantante dei Radiohead, per gli amici Thom Yorke. L’altro è uno che a poco più di trent’anni ha alle spalle una carriera incredibile tra produzioni, remix e collaborazioni (sempre di questo livello), per gli amici più stretti Kieran Hebden per tutti gli altri Four Tet. L’ultimo segue le orme del secondo, se non più del secondo, basta pensare che quando ancora di lui si conosceva solo lo pseudonimo si pensava che fosse un progetto segreto di Aphex Twin. Così invece non è, lui si chiama William Bevan e tutti lo conosciamo come Burial. Insomma un dream team coi contro cazzi.
Se Thom Yorke ha sempre avuta una bella passione per l’elettronica, soprattutto se dub: vedi l’amore sempre dichiarato per i Modeselektor (“The White Flash” l’avrete sentita più di una volta…) e la presenza ormai fissa a braccetto con l’amico Flying Lotus (che ha le radici in casa di un certo John Coltrane, mica uno sfigato qualsiasi) tra una presenza su “Cosmogramma” e uno shaking selvaggio al Low End Theory di Los Angeles, questa è secondo me la sua collaborazione più riuscita.
Basterebbero queste righe per capire che dietro un disco del genere non c’è solo un mondo. Basta invece premere play, per innamorarsene definitivamente. Le melodie cupe e allo stesso tempo calde di Burial infatti si fondono perfettamente ai ritmi pirotecnici di Four Tet, c’è stile, c’è classe, c’è fusione perfetta. Se “Ego” ti carica prepotentemente, “Mirror” ti scarica nuovamente con i piedi per terra finchè anche la parte più nascosta di te non esce allo scoperto.
La mia storia con questo vinile non è poi diversa da quella che mi lega a tutti gli altri che ho, ai miei cd, ai miei averi, alle mie cose (almeno alla maggior parte). Le cose a cui sono legato veramente le scelgo con cura, perché le apprezzo, perché me le sono cercate, perché le ho volute fortemente. Ogni cosa che uno rispetta ha dietro un percorso, ha una sua storia personale fatta di avvicinamento, studio e percezione. Una storia in cui ci si annusa a vicenda, lentamente.
E se per qualcuno queste sono solo semplici note o solo un trofeo in più solo perchè in giro c’è puzza di edizione limitata, allora lasciatemi dire che io sono geloso della mia storia personale con questa doppia facciata che mi scarica in vena l’energia di una libreria intera di musica. Se invece per voi è un disco che si avvicina semplicemente alla media, o è solo l’ennesimo parto pomeridiano di tre menti brillanti che non avevano nient’altro da fare, io rispetterò lo stesso la vostra opinione. Perchè probabilmente vi siete fiutati e non vi siete piaciuti.
L’importante però è proprio fiutare, dare importanza al gesto di rincorrere e di conoscere, perchè probabilmente quando poi vi prenderete, se vi prenderte, ne sarete ancora più entusiasti. E non avrete addosso quel senso di confusione di avere tra le mani un disco che non conoscete, che non sentite vostro. Un vinile che fa figo avere sullo scaffale solo perchè fa tanto alternativo. Ma sarete anche voi gelosi della vostra storia con lui. Sarete anche voi orgogliosi di raccontare come vi siete conosciuti. Come fosse il vostro primo amore…