Nonostante sia doveroso ribadire il blasone elettronico raggiunto da Moon Harbour, è fondamentale sottolineare come le premesse/promesse che furono – quelle dei dischi con centrini “fumettati” e delle vecchie release a firma Marlow & Delhia, Luna City Express e Daniel Stefanik, per intenderci – siano ormai sfumate in nome di un’ambizione che nonostante tutto non sta pagando i dividendi sperati dopo oltre dieci anni di onorata carriera. Moon Harbour, in buona sostanza e secondo il mio modestissimo parere, sarebbe dovuta restare più fedele a se stessa anziché snaturarsi per facilitare la rincorsa al successo che oggigiorno spetta alle label “underground” (ragazzi, le virgolette sono sarcastiche sia chiaro). Quelle label, giusto per completare il concetto, tirano il gruppo esclusivamente grazie al blasone dei loro generali e non per le scelte musicali o all’identità costruita release dopo release: la differenza tra Moon Harbour e Desolat sta proprio nella differenza tra Tanzmann e Dice, e qui il discorso discografia non c’entra affatto.
Ma quello che riguarda Ekkohaus è una faccenda a parte perché, grazie al cielo, non è poi così vero che la bella roba esce solo in limited edition su quelle label che stampano solo tre dischi l’anno utilizzando sigle impronunciabili e rilasciano esclusivamente i lavori di giovanotti dal talento proprorzionale alla polvere del sottoscala dove si chiudono giorni, settimane, mesi per produrre un disco che più analogico di così non si può. Grazie al cielo no, e per fortuna capita pure che un album che avresti tranquillamente dribblato in favore di lavori ben più “sexy” ti stupisca e conquisti la tua attenzione. E’ il caso di “Noschool”, LP nuovo di pacca a firma Kostas Tassopoulos, che può essere visto come il primo vero salto di qualità per l’artista greco dopo una gavetta quasi decennale costellata di EP e remix su label importanti come Igloo, Cargo, After-Dinner e 20:20 Visions.
Tredici pezzi dal “sapore deep” e dai bpm rallentati, fanno di questo lavoro la tipica raccolta da tramonto sul mare, brezza fresca e birretta ghiacciata da tenere per il collo della bottiglia. Qualche sorriso accompagna il tempo che sfugge rapido verso l’imbrunire. Non è così che spesso va l’estate? Non è proprio in estate che lavori come “Noschool” di Ekkohaus ci sembrano irrinunciabili?