Vi ricordate quando l’electro era incredibilmente sotto hype? Era cinque minuti fa, tipo: improvvisamente, tutti (ri)scoprivano un genere che affonda le radici ben bene nella storia della musica elettronica con una parentela più ancora che estetica proprio etica con la techno più pura, visonaria, incorruttibile. Tutti ci impazzivano, tutti ne parlavano, tutti “A me l’electro è sempre piaciuta”. Bene: come prevedibile, l’attenzione del grosso del pubblico si è spostata velocemente da altre parti e sì, la stima per l’electro c’era prima, c’è ora e non potrà che esserci in futuro, ovvio, ma l’improvvisa ed insistita attenzione mediatica, le playlist sui media mondiali di prestigio, gli endorsement dei solito noti (e molto famosi) si sono abbastanza rarefatti.
Nulla di strano: l’electro, fatta in un certo modo, non è un genere semplicissimo e chiama a sé prima di tutto chi la capisce, la ama proprio d’istinto e la “sente”, impegnandosi a farlo. E’ molto meno immediata di altri generi da club più o meno underground. E’ insomma da anni per forza di cose una setta, e probabilmente tale è destinata ad essere. Nulla però vieta due cose: uno, che questa setta abbia comunque dei momenti di appunto improvvisa esposizione mediatica, e questo sostanzialmente resterà un bene; due, che al di là delle sorti di hype specifico ed applicato, una musica che ragiona sul (retro)futurismo electro – appunto, quello che a livello ideale ha figliato la techno così come la conosciamo – e che ne tramandi le lezioni armoniche (sofisticate, avventurose, oniriche) e melodiche (con ogni tanto quel gusto “catchy” eredità dei migliori anni ’80), è necessaria, è bella, è vitale.
Un corollario del primo punto, però: chi “porta avanti la torcia”, indifferentemente col vento a favore che quando l’hype cala, è davvero, davvero, davvero meritorio. Ecco che quindi siamo molto contenti di presentare in anteprima – i pre-order e order qui – una compila parecchio interessante che esce domani per la Proper Line. Interessante perché c’è tutto talento di casa nostra, in track list; e interessante perché il talento è talento davvero – scorrete le tracce, sceglietevi la vostra favorita, ma se la scena di casa nostra tira fuori un AA VV di questo livello, assolutamente interessante, vuol dire che anche se non sei (più) colpito dalla luce dei riflettori e dell’hype non per questo ti scoraggi, e non per questo rinunci a portare avanti un insegnamento stilistico che, lo ripetiamo, è una delle eliche più preziose del DNA chiamato “club culture”.
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In più, e questo non guasta, come potete vedere qui sopra i concept del packaging e dell’intera operazione sono molto carini, denotano lo sforzo di fare quel piccolo “qualcosa in più” che oggi, in epoca di iper-produzione ed iper-circolazione di musica, va doppiamente benedetto. Ma ora basta parole, spazio alla musica: