Fin dal momento in cui abbiamo deciso di prendervi parte, abbiamo avuto il sentore che la quinta edizione dell’Electronic Family potesse essere quella della consacrazione definitiva. Gli indizi andavano tutti in quella direzione, in maniera neanche troppo velata: una line up ricchissima, di quelle che fanno venire l’acquolina in bocca, un primo tentativo di esportazione del format riuscito alla grande in quel di Tallin solo sette giorni prima, e in generale un discreto hype che si stava diffondendo febbrilmente tra la community trance europea e non solo. Ma quando lo scorso 23 luglio, a mezzogiorno in punto abbiamo varcato i cancelli dell’Amsterdamse Bos, le nostre aspettative, alimentate dai bei ricordi della nostra prima visita nell’ormai lontano 2013, sono state ampiamente confermate, anzi addirittura superate con il passare delle ore. L’ambientazione favolosa immersa nel verde, i quattro palchi, Main, Grotesque, Legends e Anjunabeats, perfettamente dislocati e sapientemente allestiti con il proverbiale know-how di quelle parti, una proposta musicale ricchissima e variegata, organizzata al bacio in una timetable che ha intelligentemente evitato sovrapposizioni assurde spesso fonte di imprecazioni, innumerevoli punti di ristoro con food & beverage per tutti i gusti e non da ultimo un clima perfetto, per niente scontato in terra olandese, sono stati gli ingredienti di una giornata da ricordare.
Tra le esibizioni da segnalare, non possiamo non citare quelle di MarLo, con il piede a martello sull’acceleratore già dal primo pomeriggio, di Jerome Isma-Ae, che con groove invitanti ha accolto i primi visitatori del tendone dell’Anjunabeats, di un Andrew Bayer elegantissimo e perfettamente a suo agio nel mainstage, di un Gareth Emery molto divertente anche se un tantino prevedibile in alcuni tratti, degli inossidabili Cosmic Gate e Paul Oakenfold e, ciliegina sulla torta, di un magistrale Ferry Corsten nei panni di Gouryella, il suo più celebre alias che da un annetto a questa parte è tornato a godere di linfa nuova, accolto dai fan con entusiasmo ai limiti del religioso. E in effetti lo show di Gouryella è una di quelle cose che ti fanno ringraziare di trovarti in quel luogo, in quel momento: un viaggio da godere dal primo all’ultimo beat, con melodie d’altri tempi modellate su un concept futuristico, integrato da una spettacolare componente visiva, con un risultato che ci ha lasciato senza fiato dall’inizio alla fine.
Giocate queste carte, e già in una posizione di tutto rispetto nell’affollato mondo dei festival estivi, Electronic Family non si accontenta e cala l’asso pigliatutto: dal 2017 infatti, si sposterà in una location più ampia, il parco Autotron a Den Bosch, nel cuore dei Paesi Bassi, raddoppiando in quantità e, presumibilmente, in qualità. Si chiamerà Electronic Family: The Gathering, a sottolineare il forte spirito di aggregazione come valore fondante dell’evento, e si svilupperà su più giorni, con possibilità di campeggio e chissà quali altre sorprese. E non è finita qui: sulle ali della fortunata esperienza di Tallin, Alda Events, il promotore del festival, è pronto ad esportare il marchio e il format Electonic Family sia in giro per l’Europa che al di là dei confini continentali, con una serie di eventi outdoor e club nights di cui non vediamo l’ora di conoscere i dettagli. L’ Electronic Family sta per diventare, insomma, ciò che negli Stati Uniti è diventato il Dreamstate: un mega evento 100% trance che strizza l’occhio a quello spirito, forse un po’ perduto nell’ultimo lustro, che ha fatto sognare un’intera generazione a cavallo del 2000 e che va a braccetto con il deciso ritorno in auge che la classic trance sta conoscendo da qualche tempo. Una sorta di ritorno al futuro che si riflette tanto nella musica (il Legends stage è stato, non a caso uno dei più apprezzati di questa edizione della kermesse, e risentire un Marcel Woods così in forma è stata un’emozione vera), quanto negli eventi e nello spirito di chi vi partecipa. Con questi presupposti, quindi, attendiamo impazienti la prossima “riunione di famiglia”.