Dietro al progetto “Elektro Guzzi” ci sono gli austriaci Bernhard Breuer (batteria), Bernhard Hammer (chitarra) e Jakob Schneidewind (basso) e quello che propongono, già dal 2010, non è altro che una quadratissima minimal techno! Avete capito bene, utilizzando la più classica delle strumentazioni rock – opportunamente preparata e con l’ausilio di niente altro se non qualche filtro e distorsore – viene fuori il tipico suono di Detroit, che i tre ragazzi eseguono con una forza e precisione assolutamente fuori dal comune. Ascoltarli dal vivo, poi, vuol dire rimanere a bocca aperta; chiudendo gli occhi si sarebbe pronti a scommettere di essere in un club davanti ad una strumentazione da dj anziché innanzi al sudore di tre musicisti straordinari. Li abbiamo intervistati per provare ad avvicinarci alla loro personalissima visione di “live techno”.
Partiamo da una delle vostre ultime esibizioni dal vivo, abbiamo potuto apprezzarvi durante il Sonar 2013 e che dire… siete incredibili! E’ la dimensione “live” quella in cui vi trovate più a vostro agio giusto?
Sì, ci piace moltissimo suonare dal vivo e ancora di più davanti ad un pubblico straordinario come quello del Sonar.
Vi siete esibiti sul palco del Sonar dedicato alla “Red Bull Music Academy” (per chi scrive è qui che di giorno si sono viste le performance più interessanti). Ci raccontate com’è nata questa collaborazione?
Jakob due anni fa è stato uno dei partecipanti al RBMA di Londra e tempo addietro abbiamo anche registrato un pò di musica (Live P.A. ed Extrakt EP) nei loro studi. Sono molto attivi nella scena musicale elettronica e stanno sostenendo molti giovani artisti promettenti.
Per eseguire musica techno con chiratta-basso-batteria bisogna essere dei fenomeni dello strumento. Quanta preparazione c’è dietro ad un vostro pezzo?
In generale le nuove tracce nascono dall’improvvisazione, quindi il tutto può accadere anche rapidamente, ma a monte rimane l’alchimia tra di noi e la preparazione rispetto al nostro strumento, aspetti maturati negli oltre dieci anni di attività insieme. Siamo dei perfezionisti ma questo aspetto può diventare un limite nel momento in cui vogliamo terminare una traccia abbozzata.
Come vi siete conosciuti?
Berni (il chitarrista) e Jakob si sono conosciuti in conservatorio a Vienna ed hanno iniziato a comporre musica techno insieme a un altro batterista, che ha abbandonato il progetto dopo pochi anni. Così entrò in pianta stabile Bernhard e le cose presero una piega diversa arrivando in poco tempo alla registrazione del primo album.
Dal 2010 ad oggi avete dato alle stampe tre album (di cui uno dal vivo) e quattro EP (l’ultimo “Cashmere EP” è del 2013). Si scopre una varietà – e qualità – che ultimamente latita nella minimal techno propriamente detta. Come nasce un album degli Elektro Guzzi?
Il processo di lavorazione è stato un po’ diverso per ogni album: il primo (omonimo, ndr) contiene parecchia improvvisazione e suoni che abbiamo scoperto in fase di registrazione, da queste tracce è nato il progetto “Live P.A.” che non è altro che la versione dal vivo del nostro debutto, mentre nel secondo, “Parquet”, ci siamo prima esercitati molto su ogni singolo brano e poi li abbiamo registrati tutti in differenti versioni in presa diretta.
Torniamo un attimo indietro, come vi è venuta in mente l’idea di suonare techno con il solo ausilio di strumenti classici?
Con i nostri strumenti ci divertivamo a suonare diversi generi, dal noise rock alla musica sperimentale e quando abbiamo scoperto la techno abbiamo voluto suonarla senza cambiare la strumentazione, questo è quanto. Non c’è nessun altro concetto dietro, non ci interessa come certe sonorità vengano prodotte ma semplicemente il risultato finale.
Cosa ascoltate a casa quando volete rilassarvi?
Al momento “Mali Denhou” di Boubacar Traoré.
Avete mai pensato di “remixare” brani elettronici di altri artisti con il vostro modus operandi analogico?
Sì, siamo in cerca di collaborazioni in tal senso, speriamo per il prossimo futuro.
Dobbiamo aspettare ancora molto per ascoltare il vostro nuovo LP?
Ci saranno alcune nuove uscite quest’anno: una cassetta per l’etichetta “Tapeworm” chiamata “Circling Above” e probabilmente una nuova registrazione dal vivo in collaborazione con alcuni percussionisti cubani. Per il nostro nuovo LP si dovrà attendere probabilmente l’inizio del nuovo anno.
English Version:
Behind the project called “Elektro Guzzi” there are the Austrian musicians Bernhard Breuer (drums), Bernhard Hammer (guitar) and Jakob Schneidewind (bass) and what they propose, since 2010, is nothing else than a hardsoundy minimal techno! Yes, using nothing more than the traditional rock instrumentation – properly prepared and with the help of just some filter and distortion – they produce the typical Detroit sound, performed with strength and absolutely precision. Hearing them playing live means to remain stuck, closing our eyes we would be sure to be in the club in front of a dj equipment, rather than facing the sweat of three extraordinary musicians. We interviewed them to try to get closer to their personal vision of “live techno”. Happy reading!
Let’s start the interview with one of your last live performance, we enjoyed you during the Sonar 2013 and… it was amazing! The “live” dimension is the most exciting for you, right?
Yes, we enjoy playing live very much and even more with a great audience like at Sonar.
You have performed on Sonar’s stage linked to “Red Bull Music Academy” (the place of the day where we saw the most interesting acts). Can you tell us how this collaboration came about?
Jakob was a participant in the RBMA in London two years ago and we already recorded some music (Live P.A. and Extrakt EP) at their studio some times ago. They are very active in the electronic music scene and are supporting a lot of young and interesting artist.
To make techno music with guitar, bass and drums you must be very able with the instruments. How much preparation is behind a track?
In general we come up with new tracks by improvising and this can go really fast but we have been playing together and practicing our instruments for ten years or more. We are perfectionists in some way though and this can become very problematic when we want to finish a track sometimes.
How did you met? Maybe in a music academy…
Berni (guitar) and Jakob did meet at the music academy in Vienna and started experimenting with techno music with a different drummer who quit after a few years. Then Bernhard joined the band and things developed very fast and soon after we recorded our first album.
From 2010 to present days you have given to press three albums (one of those live) and four EP (the last “Cashmere EP” in 2013). It turns out a variety – and quality – which recently we don’t find in minimal techno itself. How you proceed to create an Elektro Guzzi’s album?
The process was a little different for every record: the first album had quite a lot of improvisation and sounds we discovered during the mixing process in it, whereas the “Live P.A.” is obviously just a version of our live set at that time, for “Parquet” we were preparing the tracks very precisely before we went to the studio and just recorded a few versions of each track directly to tape.
Let’s turn to the beginning, how you get the idea to play techno only with classical instruments?
We were playing our instruments in different kind of genres like noise rock or experimental music and when we discovered techno music we just used the same instruments to play this music. There is no big concept behind it and for us it’s not so important how music is created but more what the result sounds like.
What do you listen when you want to relax at home?
At the moment “Mali Denhou” by Boubacar Traoré.
Have you ever thought about “remixing” electronic tracks of other artists with your analog modus operandi?
Yes, we are planning to try some collaboration in this direction in the near future.
Have we to wait much longer to listen to your new LP?
There will be some new releases this year: a cassette for Tapeworm called “Circling Above” and possible another live recording of a collaboration with Cuban percussion players. Our new LP will probably have to wait until the beginning of next year.