“Stella”, la nuova release nata dall’imprevedibile collaborazione con Gigi Masin, rappresenta un perentorio cambio di rotta per Elia Perrone, che di punto in bianco abbandona la frivolezza dell’elettronica da ballo per atterrare su quei lidi ambient che sembrano trovarsi lontani anni luce dalle percussioni e dal calore dei primi lavori, uno su tutti l’album “Colorful Journey” del 2014. Chi conosce l’aretino al di fuori della sua musica avrà avuto modo di percepire un legame non indifferente con la natura e i suoi elementi, sintomo di un interesse e di una passione che trascende il clubbing e l’immaginario industriale/decadente troppo spesso (ed erroneamente) ad esso associato e che qui, in questo tredicesimo Unclear Records, si tramuta in un disco luminoso, positivo e (perché no?) romantico.
C’è il tocco fondamentale del maestro veneziano Masin, è chiaro, che mette al servizio del più giovane dei fratelli Perrone tutta l’esperienza maturata nell’arco dei suoi trent’anni di carriera, quasi a volerlo spronare e spingere verso territori discograficamente vergini, sì, ma che a conti fatti si stanno dimostrando sufficientemente fecondi.
È ancora presto per dire se a lungo termine questa sorta di “svolta” finirà per produrre una carriera all’altezza della buonissima impressione suscitata da “Stella EP”, oppure se questo felice esperimento darà vita a un progetto longevo e solido, ma sta di fatto che le atmosfere eteree, gli archi avvolgenti e le percussioni color pastello della title-track, così come le sfuggenti (e riverberate) linee vocali di “Garden Blues”, hanno tutte le carte in regola per aprire al meglio la nuova strada, quella della definitiva convergenza artistica e stilistica verso la passione di un una vita: l’ambient.