Eraldo Bernocchi è uno dei mai-abbastanza-celebrati patrimoni della musica italiana: ovvero, uno di quei musicisti dalla mente aperta e dal gusto raffinatissimo che non si è mai posto il problema di inseguire le mode del momento, mai, ma è sempre rimasto ancoratissimo ad una feroce etica artistica personale. Ovvero: faccio quel che mi piace. E con chi mi piace. Un elenco, quest’ultimo, pieno di sodalizi dal valore immenso: Bill Laswell in primis, poi Mick Harris, o il compianto Toshinori Kondo, e via via molti altri nomi (Harold Budd, Robin Guthrie, Nils Petter Molvaer…), su una traiettoria retta ed irregolare al tempo stesso che incrocia jazz, dub, industrial, ambient, noise, wave. Del resto anche solo la sua voce su Wikipedia racconta di un curriculum vitae artistico di spessore totale. Oppure, basta dare un’occhiata al catalogo della sua label, la RareNoise.
Bene: nel suo continuo ricercare spunti e sodalizi interessanti, l’ultima collaborazione lo ha visto incrociare le armi creative con la violinista Hoshiko Yamane, giapponese ma da oltre un decennio residente a Berlino, musicista dal background classico ma con la mente più che aperta (dalle collaborazioni con Jane Birkin all’entrare ufficialmente nell’organico dei Tangerine Dream a partire dal 2011). Il risultato è un album uscito sulla ottima Denovali davvero suggestivo, etereo ed inquietante allo stesso tempo: “Mujo” il titolo, l’11 dicembre 2020 la data d’uscita ufficiale.
Noi siamo felici di poter presentare in anteprima assoluta la traccia d’apertura, “Floater”. Musica a più layer, in grado davvero di avvolgere e portare in un’altra dimensione, se accetti di abbandonartici. Escapismo che, in periodi come questo, può essere catartico.