E’ possibile emozionarsi ancora con la musica? Non solo è possibile. E’ necessario. E’ anzi qualcosa che dobbiamo ritrovare, soprattutto se ad un certo punto avevamo troppo delegato le emozioni più al contesto che all’essenza: in campo dance, il contesto è fatto di club, di facce, di emozioni, di sguardi, per qualcuno pure di additivi alcolici o altro che siano. Per un po’, tutto questo non sarà possibile; o sarà possibile molto poco con molte limitazioni, dalla mascherina alla proibizione del ballo. Non dobbiamo mollare: torneremo ad emozionarci sui dancefloor, perché il ballo è vita. E’ energia. Uscire e vedere le persone faccia a faccia è nutrimento a cui non dobbiamo rinunciare. Ma la musica ha la capacità meravigliosa di poter scavare nella nostra anima e nei nostri cuori sempre e comunque: ora più che mai è bello poterci attaccare ad essa, (ri)scoprendola anche nella sua forma più meditativa e meno da “tool” da dj.
Eugenio Carìa, alias SaffronKeira, sardo, arriva in effetti da un background da dj danceflooriano. Ma ad un certo punto tutto ciò aveva iniziato ad andargli stretto, lo trovava limitativo, troppo codificato. Da lì è iniziato un viaggio tra techno ed ambient che ha raggiunto già dopo poco anni vette di eccellenza assoluta ad esempio con “A New Life”, album del 2012 uscito sulla prestigiosissima Denovali, che da lì in poi è diventata la sua casa per i suoi lavori successivi. In un 2020 che già lo ha visto collaborare con un corregionale a noi molto caro (e altra techno-head che ha deciso di espandere il proprio percorso), il bravissimo Claudio PRC, nella release “Mare Tranquillitatis” che vi consigliamo decisamente di ascoltare, come ci ha anticipato Paolo Fresu nella monumentale intervista che ci ha rilasciato quest’estate c’era e c’è una release importante, ovviamente su Denovali: “In Origine: The Field Of Repentance”. Dove appunto Carìa incrocia le armi creative con uno dei più grandi trombettisti jazz viventi. Collaborazione che inizialmente doveva essere solo su un pezzo, ma è stato Fresu a prenderci gusto e a chiedere di poter suonare su tutte le tracce.
(la versione in vinile dell’album; continua sotto, con l’ascolto in anteprima esclusiva di “Death Of Civilisation”, mentre la foto di copertina di SaffronKeira è opera di Mario Saragato)
Lo capiamo. Il match sonoro fra i due è davvero azzeccato. I panorami digitali sospesi e in chiaroscuro di SaffronKeira si intrecciano perfettamente con la tromba lirica di Fresu, coi suoi disegni melodici gentili e sofisticati al tempo stesso, espandendo l’emozione in maniera davvero mirabile. Sì: perché vi sfidiamo a non emozionarvi ascoltando la traccia che vi presentiamo in anteprima (l’album uscirà fra qualche settimana, il 30 ottobre), soprattutto se le concedete un ascolto attento, concentrato, se dedicete insomma di abbandonarvi alla musica e di disconnettervi un attimo dal mondo. Una forma di fruizione diversa dal ballo e dal clubbing, ma non per questo meno intensa.