La cosa che fa più male, e questa è una cosa che va al di là di ogni giudizio in merito, è uno dei primi commenti alla notizia data da Resident Advisor poche ore fa: “Italians”. Per chi si fosse perso le ultime, e poco lusinghiere, notizie si sta parlando della decisione di Tresor di ritirare dal mercato l’uscita duecentosettantasei del suo catalogo, “Golden Rule” a firma Confucio; una decisione che ha scosso non poco l’opinione di appassionati e addetti ai lavori.
L’artista in questione è Emmanuel Beddewela, l’owner di ARTS qui all’esordio col nuovo (e poco fortunato) alias, accusato di aver attinto senza autorizzazione dai lavori di Stanislav Tolkachev (“Blue Mood”) e Alexey Volkov (“The Present Is The Future”) per la produzione di due delle tre tracce che compongono l’EP. La miccia accesa da Etapp Kyle, e poi esplosa definitivamente e fragorosamente sul web (con una Dasha Rush letteralmente inviperita), ha portato alla decisione di ritirare dagli store la release e a provvedere alla distruzione delle sue copie fisiche. La label, oltre a cancellare l’esibizione dell’artista in programma lo scorso venerdì, si è scusata attribuendosi la responsabilità di aver dato fiducia a un artista non appartenente alla famiglia Tresor.
Emmanuel Beddewela, visto il vespaio sollevatosi, si è parzialmente discolpato sul suo profilo Facebook personale parlando del suo EP come di un’uscita che intendeva celebrare il talento dei due artisti, tanto che lo stesso Tolkachev sarebbe stato al corrente della release – vero, verissimo, ma l’artista russo credeva si trattasse di un’uscita “bianca”. Ciò che non torna e non può essere oggetto di fraintendimenti è il “written & produced by E.B.” che compare sull’info-side dell’EP.
Chi, come noi, ha a cuore la musica, lo spirito genuino che dovrebbe contraddistinguere e accompagnare la sua produzione e il sano confronto tra gli appassionati non può abbandonarsi a giudizi sommari e gettare nessuno di fronte alla pubblica gogna. Mai. Tuttavia, ciò che vorremmo rimarcare, da veri amanti e sostenitori della nostra scena artistica, è che “italians” di fronte a fatti tanto spiacevoli non vorremmo più leggerlo; che la pratica di campionare e rieditare è sì un’arte, che a volte diverte e far divertire, ma che è una cosa ben diversa dall’appropriarsi delle idee e del talento altrui per tentare una facile scalata al successo. Questo discorso vale sempre: che si tratti di Tresor o dell’ultima delle label digitali, di Tolkachev o del vostro cugino pianista che nessuno prende in considerazione.
C’è insomma una cosa molto semplice da ribadire: se volete sentirvi trattare da artisti dovreste sempre comportarvi come tali, al di sopra di ogni ragionevole sospetto. E comportarsi come tali significa anche avere ben in mente i confini del “fair play” quando si opera nel campo delle citazioni, dei campionamenti, dei re-edit: confini che gli artisti veri conoscono e che reciprocamente si riconoscono, l’avete mai notato? Alla Tresor, di artisti se ne intendono. E infatti hanno agito in un determinato modo.