FaltyDL ha la fortuna dalla sua parte. Giovane, bello e di talento, è un’artista con una visione. Conosciuto per le sue release su Ninja Tune e Planet Mu, ha pubblicato anche per Ramp, 50 Weapons e perfino Rush Hour. Le sue produzioni si trovano da qualche parte tra hip hop, funk, dubstep, garage, house e techno: un incrocio di suoni che è davvero un suo marchio di fabbrica. Gli siamo corsi dietro per mezzo globo per parlare del suo ultimo lavoro, “Heaven is for Quitters” e per scavare un po’ più a fondo nel suo mondo.
Non sei semplicemente un DJ, ma con i tuoi dischi racconti anche delle storie. Vuoi dirci come affronti il processo creativo?
Tra un tour e l’altro ho sempre avuto dei grossi blocchi di tempo libero in cui mi potevo permettere di fare quello che volevo a livello creativo; e dopo qualche settimana lontano dai club, comincio a produrre musica che suona più cinematica o per l’home listening. Dopo di nuovo durante il weekend esco nei club e mi dico “Cazzo dovrei fare più musica da club” e quindi è un costante avanti e indietro tra il fare “club” music e “music” music. Ma qual’è poi la differenza alla fine? L’anima di un album, o la sua storia, la sua narrativa, bussano alla mia porta da qualche parte nel bel mezzo della loro creazione: normalmente ha a che vedere con quello che succede nella mia vita. Quando sei giovane e fai musica, la “club experience” ti basta come musa. Crescendo, o comunque quando ormai lo stai facendo già da un po’, la tua vita nel senso più completo del termine comincia a influenzare la tua musica sempre di più: relazioni, famiglia, lavoro, soldi… Ad esempio, vedo giovani produttori vivere appieno il “Techno” life style – il che è meraviglioso, certo, ma la Vita con la “v” maiuscola alla fine entrerà sempre di più nel processo creativo, e credo che quei producer a poco a poco svilupperanno la propria forma e la propria voce in un modo diverso.
Attraverso gli anni sei passato per differenti generi, dalla UK Garage alla d’n’b, dalla Jungle alla IDM… Il tuo ultimo lavoro suona consistentemente difforme da tutto quello che hai fatto finora. Vuoi dirci come mai?
Chiaro, non è che salto di proposito tra un genere e l’altro. Si tratta di esternare quello che provo al momento. Ho pensato a volte ad una carriera parallela di album che suonassero tutti garage o house: dove sarei adesso se fosse stato questo il caso? Ma ad essere sincero tutti gli eroi musicali della mia vita saltano tra i generi, tutto il tempo. Nessuno di loro produce sempre la stessa cosa, disco dopo disco, ed è stata questa la parte più emozionante del collezionare i loro dischi crescendo! Da Aphex Twin a Grouper, questa gente continua a spingere se stessa oltre il proprio limite. È affascinante. Oddio, forse questi potrebbero non essere dei buoni esempi (ride, NdI). Ad ogni modo penso di stare creando la mia propria identità ed è sì un gran casino, ma è un casino bellissimo ai miei occhi.
Quanto ha influenzato la collaborazione con Mark Paradinas (in “Frigid Air”) e Rosie Lowe (in “Drugs”) sul suono e sulla creazione delle tracce?
Molto. Rosie è incredibile ed è molto facile lavorare con lei. Mi ha mandato delle idee grezze molto velocemente, dopo aver ascoltato la parte strumentale, e non si è risentita con me quando le ho detto “Ok, voglio questo da quella idea, quello da questa idea e quella piccola parte che hai fatto al secondo 32 dall’altra idea ancora”. Lo ha fatto, in modo semplice e perfetto. Spero di lavorarci presto ancora insieme. Anche con Mark Paradinas è stato semplice lavorare su questa traccia, ha detto solo: “Hey, io sento una melodia diversa in questa parte della traccia nella mia testa”, l’ha registrata e me l’ha mandata. Boom, fatto. Lavorare per tanti anni con lui sui dischi ha reso più semplice lo scambiarsi dei feedback.
L’album dà l’idea di essere molto autobiografico, quasi una colonna sonora della tua vita, un concept album. Quanto di te stesso ci hai messo dentro?
Tutto. Metto sempre tutto nei miei dischi. Sono degli album, tanto quanto un’istantanea della mia vita lunga 18 mesi, il tempo che ci impiego a farli. La musica sta diventando una piattaforma di protesta, di nuovo. Non lo è stata per 40 anni (…beh oddio per alcuni lo è sempre stata, ma non nel pop. Non dagli anni ’60). Ma in realtà, che cazzo ne so io… E che mi sembra che ci sia ampio spazio per raccontare la tua storia e raggiungere con un messaggio specifico un’audience più vasta. Può essere amore, o uguaglianza razziale, o altri tipi di diritti e libertà. Tutto questo è meraviglioso. Non sono uno di quelli che sbandiera tutto in modo pretenzioso: sarebbe troppo ovvio. Quindi la mia esperienza di vita e i miei personali tormenti, per quanto triviali e stupidi possano essere – di solito sono Amore e Perdita – sono spesso molto presenti nei miei dischi, e lo sono particolarmente in “Heaven is for Quitters”.
Recentemente hai fatto un tour in Giappone, e non è la prima volta: questi viaggi sembrano essere un’esperienza molto importante per te. In più, anche la cover dell’album suggerisce atmosfere nipponiche, non solo per gli ideogrammi ovviamente ma anche per la scelta grafica. In che modo questi viaggi hanno influenzato la tua musica, ma anche la tua persona?
Viaggiare mi ha aperto così tante frontiere e idee che, sinceramente, a volte è perfino un po’ troppo. Prendere tutte queste influenze e farle diventare in tutto per tutto parte della tua vita pratica potrebbe essere scoraggiante. Il Giappone in particolare è una esperienza completamente differente, perché ti senti veramente un turista: così distante da casa, tutto sembra, suona ed odora differente. Quasi un universo parallelo. Il Giappone inoltre è stato un luogo costante nell’accettazione e nell’ammirazione della mia musica. Sono sempre onorato di andare a suonare là, mi hanno sempre accolto benissimo.
Il titolo del tuo album si riferisce in qualche modo a New Heaven, la città in Connecticut dove sei cresciuto? O non ha niente a che vedere con questo?
Si, e nessuno me l’ha mai chiesto o notato finora! Si scrive diverso, New Haven. Ma ho dovuto lasciare la città quando ero giovane. Lo sapevo che non avrei fatto mai niente nella mia vita, se fossi rimasto incastrato lì. Amo la cittadina e la sua gente, ma era più una gabbia che una casa quando me ne sono andato. È complicato, perché non voglio ferire nessuno di quelli che vivono lì, ma se vivessi a New Haven penso che probabilmente capiresti quello che intendo.
Sei eclettico e mi sembri uno che fa un po’ quello che gli pare: è per questo preciso motivo che hai fondato la tua etichetta, Blueberry Records, o hai anche intenzione di promuovere altri artisti?
Blueberry è stata creata come piattaforma per release musicali che mi vengono mandate da giovani e talentuosi producer ed eventualmente diventare la casa di FaltyDL e dei miei altri alias. Insomma: entrambe. C’è un sacco di lavoro da fare però. Pensavo fosse più facile (ride, NdI), non avevo la minima idea. Ci vuole così tanto adesso per far stampare i dischi, anche tre/cinque mesi, prima ne bastavano due. Ho anche questa idea che Blueberry sarà il mio lavoro quando diventerò troppo vecchio per andare in giro a suonare tutti i week end. Spero sia una parte del mio futuro.
Le liriche, i synth, le atmosfere sognanti: trovo il tuo album molto sexy. Del resto, anche il sito web creato specificatamente per la promozione del tuo album presenta animazioni con riferimenti specifici al sesso. Qual’é la ragione di questa tua scelta?
Io e Magot Bowman, l’ideatrice del sito, siamo diventati amici poco prima che l’album fosse finito. Tra di noi si é instaurata una conversazione molto aperta e nessun argomento con lei sembra essere tabú. È rilassante avere un’amicizia simile con un’inglese, i miei amici britannici maschi sono così pieni di se stessi che diresti che si vengono nei pantaloni ascoltandosi… Ehi, sto ovviamente scherzando, ma direi che rende bene l’idea. Ho sempre voluto che la mia musica facesse sentire la gente in qualche modo a disagio, per farli uscire dalla loro comfort zone almeno un po’. Sicuramente dei visual che colpiscono aiutano in questo senso.
Non sei nuovo a queste operazioni di marketing legate al mondo del porno vero?
No, esatto, ho fatto questo qualche anno fa.
Parlando di sesso, e sessualizzazione: ti seguo sui social network, e ho notato che recentemente ti sei impegnato nelle proteste contro Trump. Cosa ne pensi del “nuovo ordine americano”?
È un grandissimo casino. Il mondo è un casino. Si, mi sento responsabile e voglio essere partecipativo, e gentile, e aiutare quelli che hanno più bisogno. Una delle cose più incredibili è che tutti sentono addosso questa grandissima vergogna e il bisogno quindi di partecipare. È come se una gigantesca sveglia si fosse messa a suonare, e tutti sono svegli e girano per la casa cercando di prepararsi per andare al lavoro. Rimanere zitti non è più un’opzione. Specialmente per quelli che come me sono privilegiati e non sono in pericolo imminente. Sebbene non ami questo senso di vergogna, so bene cosa significhi, dentro e fuori: possiamo usare un po’ di umiltà e vergogna se ci motiva a fare del bene. Sfortunatamente penso che questo sia solo l’inizio, e andrà a peggiorare tantissimo, prima che le cose tornino ad andare bene.
(foto di Jayne Lies)
ENGLISH VERSION
FaltyDL is a lucky man. Young, handsome and talented, he is an artist with a vision. Known for his releases on Ninja Tune and Planet Mu, he also published for Ramp, 50 Weapons and even Rush Hour. His productions shift somewhere between hip hop, funk, dubstep, garage, house and techno, a cross breeding that gives a signature sound of his very own. We chased him halfway around the globe to discuss his latest work, “Heaven is for Quitters”, and dig deeper into his world.
You are not just a DJ, juxtaposing with your releases dancefloor hits and tools, but with your records you tell stories. How do you come up with this creative process?
In between tours I have always had large chunks of free time to do whatever I want creatively. And after a few weeks of not being in a club I start to make music that feels more cinematic or for home listening. Then I go out on the weekend and DJ and think “shit I should make some more club music” so that is always a constant back and forth – whether to make ‘club’ music or ‘music’ music. But whats the difference really? The vibe of an album or the story/narrative always presents itself to me somewhere in the middle of making it. It usually has to do with what is going on in my life. When you are young and making music the “club experience” is enough of a muse. When you get older or have been dong it for a while Life starts to influence your music more. Relationships, family, work, money etc. I see young producers really into the “techno” life style for example – thats amazing, but Life will enter more and more and then I think that producer will really come into their own and form their own voice.
Trough the years, you went through different genres, from UK garage to d’n’b, from jungle to IDM… Your last work, “Heaven is For Quitters”, sounds to me consistently different from everything you’ve done before. Wanna share your thoughts with us?
Sure, I don’t hop around genres on purpose. It’s just what I am feeling at that moment. I have thought about a parallel career of albums that all sound like garage or house, and where would I be if that were the case? But to be honest all of the musical heroes of my life hop around genres all the time. None of them sound the same record to record, and that was what was exciting collecting their records growing up! From Aphex Twin to Grouper these folks keep pushing themselves. It’s fascinating. Actually those two may not be good examples (laugh). Anyways what I think is happening is I am creating my own legacy and it’s a mess but it’s a beautiful mess to me.
How much collaborating with Mark Paradinas (in “Frigid Air”) and Rosie Lowe (in “Drugs”) influenced the sound and the creation of tracks?
Very much. Rosie is incredible and very easy to work with. She sent me a few rough ideas very quickly after hearing the instrumental and was not upset with me when i said “OK I want this from that idea, this from that idea and that little thing you did at 32 second in this idea as well.” She just delivered perfectly. I hope we work more together soon. Mike Paradinas was easy to work with on this tune, he just said “Hey i hear another melody in my head at this part” he recorded it and sent it over. Boom, done. Working with him for years on records has made it pretty comfortable to receive and give feedback with him.
The album gives the idea to be very autobiographic: like a soundtrack of your life, a concept album. How much of yourself did you put in it?
Everything. I have always put everything into my records. They are as much an album as a snapshot of my life for the 18 months I spent making it. Music is becoming a platform for protest once again. It sort of wasn’t for about 40 years – well for some it always has been. but not in pop music really. Not since the 60’s. Actually what the hell do I know. But it seems to me there is great space for telling your story and reaching a large audience with a specific message. Maybe its love, maybe its racial equality, maybe its other freedoms or rights. All of this is amazing. I am not one to put anything out their too “on the nose” meaning to obvious. So my life experience and my own struggles as trivial and silly as they may be – usually they are Love and Loss – are often very present in my records, very much so in Heaven is for Quitters.
You recently made a tour in Japan, and it’s not the first time: traveling there sounds quite an important experience for you. Plus, the album cover recalls Japanese atmospheres, not only for the ideograms of course but also for the graphic choice. In which way those travels influence your music, and your person?
Traveling has opened me up to so many new customs and ideas its sometimes a bit much to be honest. To take all of these influences and make them a part of your practical life can be daunting. Japan in particular is just different enough hat as an experience you really feel like a tourist. So far away from home, everything looks, smells, sounds different. Its almost a parallel universe. Japan has been a consistent place of admiration and acceptance for my music. I am always honored to get a show there.
Do the title of your album refers in some way to New Heaven, the city in Connecticut where you grew up? Or does not have anything to do with it?
Yes, and no one has asked me or pointed that out yet! It’s spelled differently, New Haven. But I had to leave that city when I was younger. I knew I wouldn’t do anything with my life if i stuck around there. I Love that city and its people but it was more of a cage then a home by the time I left. Its tricky because I don’t ant to hurt anyone that lives there, but if you live in New Haven you probably understand what I am saying.
You are eclectic and you look like someone that does what he well pleases: did you fund Blueberry Records for this reason, or with the intention of promoting other artists too?
Yes, Blueberry was created as a platform to release music I was being sent by young talented producers and eventually to become the home for FaltyDL and my other alias’s. So both. Its a lot of work though to do it right. I thought it might be easier (laugh), I had no idea. Records take so long to manufacture now, maybe 3-5 months. It used to be 2 months. I also have this idea that Blueberry will be my job when I am too old to go DJ every weekend. It’s a part of my future hopefully.
The lyrics, the ambient synths, the dreamy atmospheres: I find the album extremely sexy. Actually, the website specifically created for your album presents animations explicitly referred to sex. What is the reason of this choice?
Margot Bowman, the websites creator and I became friends shortly before this album was finished. We have this back and forth conversation that is very open and no topic seems taboo. It’s actually refreshing to have a friendship like that with a British person, most of my British male friends’ upper lips are so stuff you’d mistake them for an erection. I’m mostly joking here, but you get the idea. Anyways I have always wanted my music to make people feel uncomfortable, to perhaps stretch their usually comfort zones just a bit. Striking visuals can help this.
You are not new to this porn-related marketing right?
Not exactly, I did this a few years ago
Speaking of sex, and sexualization: I follow you on social network and I see you have been committed lately in protesting against Trump. What do you think about “America’s new order”?
It’s a fucking mess. The whole world is a mess. Yes I feel responsible to participate and be kind and help those who need more help then I do right now. One incredible thing that has happened is everyone feels this great shame and need to participate. Its like a giant alarm clock went off and everyone is awake and stumbling around the apartment getting ready to go to work. Being silent is no longer an option, especially for those who have privilege and are not under immediate threat. While I don’t enjoy the feeling of shame, I do know what it feels like inside and out. We can all use a little humility and shame if it motivates us to good use. Unfortunately I think this is only the beginning, it will get much worse before it gets any better.