È una di delle rassegne italiane su cui siamo sempre stati pronti a scommettere e a cui ci lega il meraviglioso lavoro fatto insieme a Molinari per i suoi “Extra”: che tutta la redazione di Soundwall abbia un debole per FAT FAT FAT Festival non è certo una novità, così come non è cosa nuova che dalle parti della Grancia di Sarrocciano si respiri l’aria dell’Europa che balla all’insegna dei sorrisi e della qualità. Ciò che non era mai successo, però, è che Cinque Talenti chiedesse a un festival di “confessarsi” e, perché, svelarci qualche anticipazione attraverso queste pagine.
Oggi tocca quindi a Sergio Marchionni, il suo direttore artistico, sputare qualche nome. Siete pronti a drizzare le antenne e, perché no, cominciare a pianificare le ferie per agosto?
NU GUINEA
Ok, questo magari è un nome che non ci si aspetterebbe di trovare in una lista che dovrebbe suggerire nuovi talenti. Perché i Nu Guinea sono sulla scena già da un po’, con risultati eccelsi. Tutti conosciamo Massi e Lucio: fanno le cose giuste e fatte bene, con uno stile ormai definito, un’impronta riconoscibilissima. Fondamentale: sanno perfettamente come far ballare, hanno sempre il disco giusto al momento giusto. Dote non così scontata, come si potrebbe pensare. No, i Nu Guinea non dovrebbero essere presenti in una lista di nomi da scoprire. Onestamente, non so neanche quali siano di preciso i loro passi nei prossimi mesi. Ma una notizia posso darvela: al FAT FAT FAT 2018 ci saranno. E non potrebbe essere altrimenti.
MOLINARO
Origini italiane, base nella cara e vecchia Londra, un alone di mistero intorno alla sua figura. Quasi un decennio passato tra radio pirata e warm-up in diversi club londinesi ha fatto di lui un artista per certi versi già completo. NTS ha avuto per prima l’intuizione giusta e da ottobre scorso gli ha affidato uno show mensile. A dicembre 2017, Apron Records ha rilasciato cinque sue tracce: “APRON35” è una mina…ed è solo un assaggio! Inserito nella DJ Directory 2018 del Dimensions Festival e new entry in casa Sounds Familiar, il futuro di Molinaro è già adesso.
BABY G
La prova provata che nella musica – e forse nell’arte in genere – puoi studiare e ricercare quanto vuoi, ma le scoperte migliori le fai assolutamente per caso, magari in un posto in cui capiti per sbaglio, una sera qualsiasi. Con lei, per l’appunto, è stata folgorazione totale. Un posto strano il Crack Bellmer di Berlino, con gente assolutamente presa bene e di una stravaganza abbastanza unica. Il posto perfetto per un set perfetto: un disco dopo l’altro, di genere in genere, toccando praticamente qualsiasi sonorità sia stata concepita negli ultimi trent’anni di musica elettronica. No, non esagero, un godimento puro. Poi scopro che Georgina è anche metà dei Dance Disorder (progetto abbastanza conosciuto di casa su BPitch Control) e metà degli L.S.B. (altra roba super di qualche anno fa). E che ha un canale Soundcloud che esplode di registrazioni da ascoltare e riascoltare, senza sosta.
PATRICK GIBIN aka TWICE
A Verona le “pezzate” sono le tracce super fighe, quelle che in inglese si possono definire “tunes” o “gems”; le tracce che rendono una selezione memorabile, che spezzano una serata e cambiano l’umore alla gente. Lui, di pezzate, in borsa ne conserva davvero tante. Proprietario della Blend It! Records (la serie “Black Aroma” è assolutamente da conoscere) e metà del meraviglioso progetto Flying Machines, vanta un rispetto assoluto nel panorama musicale internazionale. Tra i riconoscimenti più importanti ci sono quelli di Antal e della Rush Hour tutta, e della francese Altered Soul Experiment, label che negli ultimi tre anni ha prodotto una serie di mixati (Marcellus Pittman, lo stesso Antal, Specter, Volcov, Alexander Nut, GE-OLOGY) che sono delle vere e proprie rarità su cassetta. Questo accade in Europa, ma in Italia? In Italia non ha ancora la stessa considerazione, suona poco e, forse, si parla troppo poco di lui. Ce lo diciamo spesso: in Italia abbiamo dei talenti che non hanno nulla da invidiare a nessuno, ma poi non facciamo mai molto di concreto per valorizzarli. Cominciamo dal far suonare gente come Patrick; diamogli più spazio, perché merita(no) davvero tanto.
JAXX MADICINE
Uno dei dischi che mi piace di più degli ultimi mesi è “Distant Classic” – uscito sulla svedese Local Talk – a firma degli italianissimi Jaxx Madicine aka Turbo Jazz, Parker Madicine & Veez_0. A essere onesti, all’inizio non mi aveva entusiasmato: troppo facile al primo ascolto. Ma sbagliando grossolanamente, non avevo capito che sì!, dentro c’è un po’ di tutto – funk-jazz, house, un po’ di broken-beat e alcuni groove decisamente più dancefloor oriented – ma che quel tutto è stato davvero miscelato con sapienza, armonia e grazia. È un lavoro davvero ben fatto, meritevole di molte attenzioni e tanti ascolti. Il tutto è impreziosito da un’autentica gemma: la copertina, disegnata dall’artista giapponese Tokio Aoyama, autore di tante altre cose fantastiche, tra cui la cover di un altro grande album, quello di Josef Leimberg.