In giro per l’Europa e il mondo si parlerà soprattutto di due aggiunte monumentali: Despacio (un gradito ritorno per la “discoteca ideale” di James Murphy assieme a 2manydjs, sei ore di set con solo vinili, con tanto di impianto customizzato) e la rinascita della collaborazione a due tra Ryuichi Sakamoto e Alva Noto (faranno solo tre date in tutto il mondo, una di queste sarà al Sónar nell’extra-date domenica del 17 giugno, al Teatre Grec). I più avvertiti poi avranno di che essere contenti per alcune chicche: il ritorno di Tokimonsta, la notevolissima collaborazione tra Dj Stingray e Mumdance, la presenza di SOPHIE, il supertrio Rainforest Spiritual Enslavement (Dominick Fernow, Philippe Hallais, Silent Servant), il ritorno di Dabrye. Tutto notevolissimo, se non siete dei “turisti dell’elettronica”.
Ma, c’è poco da fare, la notizia in assoluto per noi italiani sarà la presenza di Liberato. Sì, avete letto bene. Con buona pace dei detrattori. Di quelli cioè che vedono il misterioso artista napoletano – sarà napoletano napoletano veramente? – come fumo negli occhi, considerandolo una speculazione di puro marketing (ma spesso le stesse persone non si fanno problemi ad impazzire per artisti inglesi o americani con alle spalle giusto un paio di EP… curioso). Sta di fatto che, dopo la farsa del primissimo concerto al Mi Ami che concerto non era, la sua esibizione a Club To Club ha colpito invece nel segno e si è dimostrata di qualità inappuntabile. O almeno, abbastanza di qualità da convincere chi porta avanti il Sónar a chiamarlo. Ecco: difficile accusare il festival catalano di avere “bisogno” di Liberato per farsi pubblicità, su questo siamo tutti d’accordo, vero? O di farsi condizionare dall’hype italiano, come se l’hype di casa nostra fosse il centro del mondo.
Questa venticinquesima edizione si sta davvero rivelando la più grande di sempre, altro che Liberato: già annunciati, ricordiamolo, LCD Soundsystem, Gorillaz, Thom Yorke, Diplo, Richie Hawtin, Laurent Garnier, Cornelius (ecco, per questo nome chi vi scrive piange di gioia), Bonobo, John Talabot, Modeselektor e pure il nostro Lorenzo Senni, che a questo punto non sarà l’unico italiano in line up, è ufficiale. Anzi: in tal senso, frugando bene fra gli annunci di oggi si può vedere pure il nome del “nostro” Bawrut, che già l’anno scorso si è fatto ben valere durante la parte diurna del festival.
Che dire? Programma qui (in realtà ci sono tantissimi altri nomi oltre a quelli citati in queste righe che state leggendo), biglietti qui. Occhio perché tira aria di sold out su tutto. Fossimo in voi, faremmo in fretta. Molto in fretta. Lo sanno pure lì sopra, nello spazio, fra le galassie.
(nella foto scattata da Rod Lewis: l’impianto customizzato di Despacio)