Se c’è qualcosa a cui Milano ed i milanesi non riescono in alcun modo a sottrarsi è il fascino di mantenere intatto il ricordo delle poche (pochissime) istituzioni rimaste sotto l’ombra della Madonnina. Per chi, come il sottoscritto, ha vissuto gli anni ’00 come adolescente, il mercoledì sera – che ci fosse scuola o si andasse a lavorare la mattina seguente poco importava – era sempre e dico sempre sinonimo di una sola cosa: il mercoledì dei Magazza. La serata gratuita dove spesso e volentieri migliaia di persone intasavano il magazzino di via Pietrasanta per sentire dj di fama internazionale. Basti pensare a gente come Paul Kalkbrenner, Tiga, Daniel Stefanik, Coyu, Stefano Fontana (il party Made in Italy in stile piratesco fu una cosa pazzesca) e moltissimi altri che – un po’ per la memoria e un po’ per la vodka consumata in quei frangenti – ora faticano a tornare a galla.
Da qualche tempo il mercoledì dei Magazzini Generali era un po’ scomparso dai radar, nonostante qualche ritorno sporadico non particolarmente memorabile. Ora però un nuovo staff, quello di Cargo, fresco del suo debutto stagionale alla fine dello scorso anno in compagnia dello scozzese Auntie Flo, ci ha messo di fronte un programma molto interessante per il suo febbraio e ci dona una nuova occasione di varcare le porte dei Magazzini Generali per andare a ballare la nostra musica preferita. Partendo subito dalla porta principale del prossimo mercoledì, quel Fango, talento tutto italiano, che sta conquistando il cuore di artisti ed appassionati con una sequela di produzioni dagli echi tenebrosi e risoluti. Il plebiscito raccolto durante l’Oasis Festival dalla sua “Rectum” durante il set di Jennifer Cardini rimane uno degli highlights della nostra esperienza marocchina. Se ancora non bastasse, ci ha pensato Michael Mayer – boss di un’istituzione come Kompakt Records – a definirlo “L’italiano più pazzo dai tempi di Berlusconi”. Non crediamo si rendano necessarie ulteriori disamine tecnico/tattiche.
Il resto del programma vedrà avvicendarsi altri nomi nostrani di rinomata fama come i torinesi Stump Valley (8 febbraio), freschi dell’annuncio della prima partecipazione al già leggendario Dekmantel Festival sullo stesso palco di nomi del calibro di Masters At Work e Larry Heard e noti per essere un duo musicalmente molto poliedrico, in grado di non lasciare mai nulla di scontato nel corso della selezione musicale. Anche Giovanni Damico (15 febbraio) può essere pacificamente considerato uno dei nostri “mejo fiori”, come testimonia il suo set per 180g e tante produzioni girate nelle “borse” di molti artisti italiani ed internazionali. A chiudere il mese ci penserà invece un altro dei nomi più chiacchierati del momento, il canadese Project Pablo (22 febbraio) che tramite le produzioni su 1080p (ma non solo) si sta costruendo una reputazione di ferro nell’ambiente. A testimoniarlo la tonnellata di date in programma ai quattro angoli del mondo.