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[tab title=”Italiano”]Flume è uno di quegli artisti che potremmo tranquillamente fare a meno di presentarvi, visto il successo colossale che ha avuto nell’ultimo anno: la sua musica è sicuramente giunta alle vostre orecchie in più di un’occasione, visti anche i numerosi spot televisivi che hanno usato delle sue tracce come colonna sonora. Quello che però probabilmente non conoscete, è il ragazzo timido ma ricco di entusiasmo e di passione che abbiamo incontrato subito prima della sua esibizione al Magnolia, a fine giugno, e che vi presentiamo in questa intervista.
Allora, come ti senti, sei pronto per stasera?
Sì, prontissimo.
Ti ho visto anche sabato scorso al Sònar, com’è andata? Mi è parso di vedere delle reazioni piuttosto soddisfatte, nel pubblico.
Sì sì, è andata benone, è stato un gran bel festival e anch’io ho ricevuto delle reazioni molto positive.
Adatterai un po’ il tuo live oggi, visto che questo è un posto molto più piccolo e non un festival? Sarà lo stesso set oppure cambierà in qualcosa?
Oggi in effetti abbiamo più tempo, sarà settantacinque-ottanta minuti mentre al Sònar ne avevo sessanta, quindi ho tempo di fare qualche canzone in più, tra quelle che ci sono nell’album.
Ottimo! Parlando del Sònar, uno degli argomenti di cui volevo parlare con te è la tecnologia, che è uno dei temi principali del festival e so che tu stesso ti dichiari appassionato di tecnologia. Quindi, prima di tutto, come è costruito il tuo setup per il live? Oltre a quella console a forma di prisma, mi è parso di vedere che hai un sacco di cose con cui giocare durante il live.
Sì, c’è un sacco di roba sul palco con cui posso fare musica, anche se al Sònar avevo anche questi tubi con delle luci LED, che però oggi non siamo riusciti ad avere perché non ci stavano, visto che il palco è più piccolo, ma abbiamo comunque un sacco di luci, e di visual, che sono stati completamente decostruiti. Sul palco poi ho un drum pad, un APC 40 per controllare dove mi trovo all’interno del set, un Launchpad per i sample e una tastiera collegata a un sintetizzatore.
Detta così sembra divertente.
Sì sì, è molto divertente.
Tra l’altro, visto che hai parlato di visual, sei appassionato anche di arti visive o ti concentri solo sulla musica? Alcune delle tue tracce hanno anche dei video molto interessanti, che ruolo hai avuto in questi?
Credo che il mio interesse principale per quanto riguarda la tecnologia sia legato a strumenti e plugin nuovi o aggiornati per fare musica, e la tecnologia migliora sempre e diventa sempre più grande, che significa che puoi fare dei suoni che il genere umano non ha letteralmente mai sentito nella storia. Questo è quello che mi entusiasma, poter scaricare un plugin fatto da qualche tizio a caso in Europa, o qualcuno in Australia, e usare tutti questi strumenti super creativi che si trovano là fuori, che alla fine non sono altro che programmi che qualcuno ha scritto, e mi piace esplorare e trovare modi nuovi per far uscire suoni dalle cose, nuove tecniche di sampling, nuovi effetti e cose del genere, è questo che mi entusiasma. Per quanto riguarda i visuals, non sono mai impazzito per il tema fino a quando non ho incontrato Jonathan Zawada, il ragazzo che si occupa dei miei visuals: solo allora ho realizzato che è qualcosa che mi interessa veramente e mi sono messo a studiare Cinema 4D e cose del genere, anche perché nel mio show c’è un sacco di grafica e di animazione 3D e di immagini naturali, ed è una cos ache mi piace molto, il contrasto tra immagini organiche e sintetiche.
Quindi in generale possiamo dire che il tuo hobby in realtà sia scoprire software nuovi e cose del genere?
Sai, ho notato che ricavo molta più ispirazione da questa ricerca che dalla musica stessa. Se mi manca l’ispirazione, posso ad esempio ascoltare della musica, oppure, sai, fare qualcosa, ma la mia fonte di ispirazione principale, e quella che di solito funziona sempre, è semplicemente scaricare tonnellate di software nuovo e cercare il synth più assurdo che riesca a trovare che suoni di merda, ma che abbia un suo modo unico di suonare di merda, ed è questo che mi entusiasma: non deve essere lo stato dell’arte, basta che sia interessante, e c’è davvero un sacco di roba in giro che può esserlo. Ci sono un sacco di cose pessime, un sacco di roba ottima e tantissime cose nel mezzo, è davvero una fonte di ispirazione, mi sento come se stessi sempre collaborando con il mondo, a volte quando uso uno di questi software mi sento come se fossimo io e il tizio che lo ha scritto, è come se fossimo tutti un unico grande network.
È un punto di vista interessantissimo, grazie. Tra l’altro, proprio il tema delle collaborazioni è uno degli argomenti che volevo toccare con te, perché nella tua storia ce ne sono alcune molto interessanti. Hai remixato i Disclosure, che poi hanno remixato te a loro volta, poi hai remixato anche Lorde che ha lavorato con loro. Siete amici? Ti senti parte di una crew, di una scena?
Sì, credo di sì, voglio dire, siamo venuti fuori più o meno assieme.
E avete anche, credo, più o meno la stessa età.
Sì, i Disclosure sono fantastici, abbiamo fatto un sacco di festival assieme, ho suonato al loro festival in UK proprio di recente, sono simpaticissimi e passiamo del tempo assieme ogni volta che riusciamo, e anche Ella (Lorde, ndr) è divertentissima. Una volta, mi ricordo, sono andato a prenderla in hotel, perché ogni volta che viene in Australia facciamo in modo di vederci, insomma vado a prenderla ed è pieno di paparazzi, ci saranno state trenta o quaranta persone con le macchine fotografiche, e lei aveva due guardie del corpo che la proteggevano mentre saliva nella mia macchina, e io ero lì che mi chiedevo “che cazzo sta succedendo?”: non ho mai visto niente del genere.
Quindi vivi ancora in Australia?
Sì, ma sto pensando di trasferirmi a LA.
Beh sì, direi che è una scelta sensata, se non altro per una questione di fuso orario.
Esatto, il fuso orario è un bel problema, ma ci sono anche un sacco di persone chef anno musica a LA, o almeno, molte più che in Australia, però sì, in generale direi che il fuso orario è il motivo principale per cui vorrei trasferirmi.
Penso si possa dire che uno degli snodi principali della tua carriera sia stato il momento in cui il tuo remix per i Disclosure è stato scelto come colonna sonora per lo spot televisivo della Lacoste: come ha cambiato la tua vita quotidiana? Voglio dire, il remix era già uscito da un po’ quando è uscito lo spot, ma credo che dopo quel momento il tuo successo sia cresciuto esponenzialmente.
In Europa di certo, ha aiutato molto. La gente ne parlava un sacco, anche se in realtà io non l’ho neanche mai visto in TV, perché era per una campagna mirata principalmente sull’Europa, per cui io l’ho visto giusto una volta online. È interessante, tra l’altro, il fatto che per lo spot abbiano fondamentalmente riciclato la stessa idea che avevamo avuto noi, sai? Avevamo già fatto dei visuals per quella traccia, e lo spot Lacoste è fondamentalmente la stessa idea, ma con un budget molto maggiore, per cui è ovviamente riuscita meglio. Comunque sì, è stato di grande aiuto, mi ha dato un sacco di visibilità.
Giochi a calcio? (Per tutta l’intervista ha tenuto in mano un pallone, ndr)
Sì, giocavo da bambino e anche ora, ogni tanto.
Chi vince gli Europei, secondo te?
Woah, oddio, non saprei…penso…non so, non mi piace tifare per le squadre grosse, quindi penso che tiferò Romania.
Tra l’altro, parlando di quando eri bambino, una cosa di cui mi piace spesso parlare con i musicisti è sapere che musica ascoltavano da bambini. Tu cosa ascoltavi da piccolo?
Fatboy Slim! I Prodigy, i Gorillaz, Moby, cose di quel genere lì.
Sai, di solito quello che uno ascoltava da bambino poi si sente nella musica che produce, e credo sia lo stesso anche con te: l’avrei detto, che eri uno che ascoltava Fatboy Slim e Moby.
Sì sì, assolutamente, al 100%, era proprio la mia roba. Quell’album col ciccione in copertina è probabilmente il mio preferito di sempre.
Una cosa che devo assolutamente chiederti, a questo punto, è “e poi?” Voglio dire, sei stato in tour con l’album nuovo e continuerai a girare ancora qualche mese, credo, ma dopo? Che piani hai per il futuro?
Continuerò a girare per qualche anno, in effetti: voglio dire, sarò in tour per il resto dell’anno, ho ancora almeno cinque mesi di tour davanti a me, il mio tour manager mi ha appena detto che riuscirò a stare a casa per tre mercoledì! Quindi sarà un periodo molto impegnato, ma sono anche molto contento del successo che sto avendo e di poter essere così impegnato. Quindi, per il resto dell’anno sarò in tour, poi l’anno prossimo conto di passare più o meno un mese in tour e uno a scrivere, un mese in giro e un mese a casa. Non sono riuscito a scrivere molto ultimamente visto che sono sempre in tour, ma l’anno prossimo sarà tour e scrittura: a parte questo, però, non so cosa succederà dopo, penso scriverò qualcosa di nuovo e poi si vedrà.
Ti è mai sembrato stancante passare così tanto tempo in tour?
Sì, specialmente all’inizio perché la vivevo come un party costante, sai, mi pagano per suonare, c’è sempre un sacco di alcool, per cui mi conciavo veramente male ogni volt ache suonavo e mi divertivo un sacco, ma dopo un po’ diventa faticoso, per cui ora cerco di starci più attento, ho un tour bus e cose del genere, ma è vero anche che sono giovane, per cui non ho bisogno di troppo tempo per recuperare, e che comunque non devo cantare per cui non è che faccia chissà che sforzo fisico, semplicemente sto lì, suono e ballo.
Lascia che ti chieda l’ultima cosa, allora: mi dicevi che sei molto soddisfatto del successo che sta avendo il tuo ultimo album, ma credo che sia molto diverso dal precedente. Voglio dire, io mi sono fatto un’idea delle differenze tra I due, ma quali sono secondo te? A parte, ovviamente, il fatto che sei cresciuto come artista e hai imparato nuove tecniche e nuovi strumenti, c’è un concept diverso dietro il tuo secondo album?
Credo che la differenza principale sia che nel primo album ero davvero solo io e la musica nella mia testa, mentre con questo ho avuto modo di avere a che fare con molte più persone, il che è stato una fonte di stress e di pressione ma anche un lusso, perché potevo semplicemente chiedere l’aiuto di qualcun altro per alcune cose, ed è davvero un mindset completamente diverso in cui trovarsi per comporre un album. Un’altra differenza che ho notato, è che dopo il mio primo album in tanto cercavano di suonare come me, per cui quel tipo di suono non era più interessante per me, perché era già stato esplorato da altri mentre io volevo provare qualcosa di nuovo, volevo progredire e esplorare, andare avanti. Oltre a questo, poi, aggiungi che ho avuto la possibilità anche di collaborare con molti più vocalists, come ad esempio Yukini dei Little Dragon, per cui ho cercato di scrivere più canzoni. Alla fine, sai, credo che il nuovo album sia semplicemente “io che provo a fare delle altre cose”.[/tab]
[tab title=”English”]Flume is an artist that definitely needs no introduction, thanks to the huge success he’s had in the past year: you have heard for sure his music more than once, thanks also to one of the tv commercials who used his tracks. What you probably don’t know, though, is the shy but enthusiast young guy, the one we met for a chat just before his live show in Milan in June at Magnolia: the one we present you in this interview.
So how are you feeling, are you ready for tonight?
Yeah, absolutely.
I have actually seen you play last saturday at Sonar, how did go? I saw you got some pretty good reactions from the audience.
Sonar was great, great festival and great reactions.
Are you going to tweak your live a little, since this is a smaller place and not a huge festival? Is it going to be the exactly the same show or is it going to change?
Here we actually got more time. It’s going to be more like 75-80 minutes, while Sonar was 60, so I’ll be able to play some extra songs, a couple of them off the record.
Great, speaking of Sonar, it’s one of the topics that I wanted to cover with you: I read you kind of refer to yourself as some kind of technology enthusiast, and Sonar is a place where technology plays a huge part. So, first of all, how is your live setup laid out. I mean, what you use? Apart from the whole prism stuff making up your booth, I’ve seen you have a lot of toys and stuff to play with during your live show.
We got lots of stuff for me to do music with but, I mean, for the show at Sonar we had like these pipes with LED lights, but today we can’t because we couldn’t fit it in since the stage is smaller, but we’ve got a fuckton of lights, the visuals and stuff, which are kind of deconstructed. On stage I’ve got like a drum pad, I have an APC 40 to control where I am in the set, I’ve got a Launchpad for sampling and a keyboard which is connected to a synthesizer.
Sounds fun!
It is, it’s very fun
Since you mentioned the visual stuff and you are technology enthusiast, are you also into visual arts and stuff like that or do you just create music? You also made a couple of very interesting videos. What was your part in that?
I think my main interest in technology is concerning new and evolving plugins for doing music and the technology gets better and better, bigger and bigger, and it means, you can create sounds, that mankind literally never heard in history.And that’s what’s exciting to me, because you can download a plugin that a guy from some random European country has made, or that someone from Australia could have made, and there’s just all these super creative instruments out there, that are just programs, and I love exploring and finding new ways to get sounds out of things, new sampling techniques, new effects and so on, that’s what’s exciting to me. On the visual front, I was never crazy into visuals until I met with Jonathan Zawada, the guy who does the visuals, that I realized it is something I’m really interested in and I’ve actually been trying to learn some Cinema 4d or something like that because in the show there’s a lot of that 3D animation stuff and I really like that and there’s some natural images, and I love that, the contrast between organic and synthetic.
So you are really into discovering new software and stuff?
I find that I’m actually more often inspired by that than by music itself. If I’m lacking inspiration, I can either listen to music or like, go and do things, but the biggest inspiration for me, and the one which is most likely going to work everytime, is just downloading tons of new software, and find the weirdest synthesizer that sounds like shit, but it has its own unique shitness, and that’s what’s exciting for me, it doesn’t have to be cutting-edge, it just has to be interesting, and I feel like there’s so much out there that anyone making anything can be interesting. There’s lots of bad stuff, and lots of very good stuff, and lots of stuff in between, it’s really inspiring, I feel like I’m always collaborating with the world, sometimes when I’m using these programs it feels like it’s me and the guy who made it, it’s like there’s this whole network.
It’s a very interesting point of view. Actually, collaborations are another topic that I wanted to cover, because you did some interesting ones. You remixed Disclosure, then they remixed you, then you remixed Lorde who worked with them. Are you friends with them, do you feel like a part of a crew?
I guess, I mean, we all came up around at the same time
And you are, I think, roughly the same age.
Yeah, the Disclosure guys are great, we’ve done a lot of festivals together, I actually just played at their festival in the UK recently, they’re really cool so we hang out every time we can, and Ella is real fun as well. I remember picking her up once a her hotel, since every time she comes over to Australia we hang out, so I went to pick her up and there were like all these paparazzi, like thirty people with cameras, and she had two bodyguards protecting her to get into my car, and I was like “What the fuck is going on?”, I’ve never seen anything like that.
So you’re still living down under?
Yeah, but I’m actually thinking of moving to LA.
That would make sense to me, at least from a time zone perspective.
Yeah, time zone is a big issue, but there’s also a lot of people making music in LA, at least, a lot more than in Australia, but then yeah, I’d say the time zone is the main reason.
I would say, one of your key points in your career so far has been your remix for Disclosure been picked for the Lacoste TV commercial, so, how did it change your day to day life? Did it change your day to day life at all? I mean, the remix was already out when it was picked up, but I’d say your success increased exponentially after that.
In Europe, definitely, it definitely helped. People kept talking about it, but I’ve never seen it on TV, since it was really Europe focused, I just saw it once online. They actually kind of ripped of the idea we had for that, so we kind of already made some visuals for it, do you know about that? And the whole Lacoste commercial is really kind of the same idea, but with a much bigger budget, so it’s cool. And it’s also been very helpful, it gave me a lot of exposure.
Do you play any football? (He’s been holding a football for the whole interview)
Yeah, I did as a kid, and I still play sometime.
Who’s gonna win Euro 2016, in your opinion?
Woah, God, I don’t know…I’m gonna go with…I don’t know, I don’t like supporting the big guys, so I’d go with Romania.
So, speaking of you being a kid, when I can talk with musicians I am always interested in knowing what they used to listen to when they were kids. What did you listen when you were a kid?
Fatboy Slim! The Prodigy, Gorillaz, Moby, stuff like that
Something I always notice is that the music people used to listen to when they were kids usually shows in the music they make, and I think that works with you as well, I mean I would have said you listened to Fatboy Slim and Moby.
Yeah, definitely, 100%, that was my shit. That album with the fat guy on the cover was probably my favorite ever.
Cool, so now an obvious question I need to ask you is “what next”? I mean, you have been touring with your new album and I think you probably going do that for a couple of months, at least, but what after that? What are you going to do next?
For a couple of years, actually: I mean, I’m going to tour for the rest of the year, I have like five months of tour ahead, my tour manager just told me that I’ll be home for just three Wednesdays, so it’s going to be very busy, but I’m very happy that it’s been received well and that we can be touring this much. We’ll be doing this for the rest of the year, while next year will be like a month touring then a month off, a month running, then a month writing.
I haven’t been writing much lately since I’m always touring, so next year will be touring and writing, but apart from that I don’t know what’s next, I’m just going to be writing some new music and then we’ll see.
Has it ever feel tiring to tour that much?
Yeah, especially early on, because it really felt like a party for me, I was getting paid, and there’s always lots of booze, so I would get wasted every time and play and have an awesome time, but it was very tiring, so now I’m a little more attentive, we’ve got a tour bus and stuff like that, but I’m young so I don’t really need to recover much, and I also don’t have to sing, so I just stand there and dance.
Great, so, I actually wanted to ask you something else. You mentioned the reception you got from your new album and your tour. But, in a way, your new album feels different from the previous one. I mean, I can tell what the differences are in my opinion, but what’s the differences in yours? Apart from the obvious fact that you’re grown up and you learnt new tools and new techniques, so, is there a different concept?
I think a big difference was that the first one was really just in my own head, with this one I had more experience and access to a lot more people, which gave me some pressure, but also the luxury of being able to just go away and hire someone to do some specific tasks, so it’s just a very different headspace to be in. A big difference I noticed is that after my first album a lot of people started to sound like me, so that sound wasn’t really interesting to me anymore because it had already been explored by others so I wanted to try something new, to progress and explore, to move on. Another influence was that I had a lot of access to more vocals and people to work with, like Yukini from Little Dragon, so I was able to write some songs. In the end, I think it was just me trying to do more stuff.[/tab]
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