Flussi è un festival internazionale di new media art e cultura digitale, che si tiene ogni anno ad Avellino. Quest’anno, nella sua quarta edizione, Flussi amplia la sua proposta con cinque giorni di performance, installazioni, workshop, screening, conferenze, sound art, mapping, interattività e pratiche sperimentali.
Dal 28 agosto al 1° settembre, saranno tre i palchi dislocati sulla “Collina della Terra”, nel centro storico di Avellino: il mainstage, dove si esibiranno artisti di rilievo internazionale. Tra i live set più attesi quello dei veterani Dopplereffekt, alla loro prima apparizione in Italia, e l’anteprima nazionale di Alex Smoke, che presenterà il suo nuovo progetto “Wraetlic”; l’esp stage – dedicato ai set sperimentali – ospiterà le performance selezionate tramite la “call for works” dedicata a John Cage, alla quale hanno risposto numerosi artisti italiani ed europei; il grande stage del teatro “Carlo Gesualdo”, dove si terranno gli spettacolari opening acts del 28 agosto con Francisco Lòpez, il quale offrirà ad un pubblico, che durante la sua performance sarà bendato, l’occasione di percepire il suono come elemento spaziale e Monolake aka Robert Henke, che presenterà in anteprima nazionale il suo spettacolo “Ghosts in Surround”.
Infine un’intera giornata, sabato primo settembre, dedicata al dancefloor e alle evoluzioni del clubbing in uno splendido bosco sulle pendici del Monte Partenio. Sotto l’aspetto formativo, da sempre centrale in Flussi, anche quest’anno saranno rinnovate le positive esperienze di formazione didattica e dei talks: saranno sei i workshop durante i quali artisti e cultori della materia sapranno diffondere la propria conoscenza sull’uso dei software in ambito artistico mentre i momenti di discussione tra esperti del settore, artisti e semplici appassionati animeranno i pomeriggi della rassegna.
Il concept di questa edizione è “Out of Cage”, un modo per rendere omaggio al grande sperimentatore statunitense, John Cage, nell’anno del centenario della sua nascita. Un concept/tributo e al tempo stesso una dichiarazione di intenti, ricetta per un antidoto al «disagio della modernità» – ipertecnologica e ultraliberista – in cui siamo inesorabilmente coinvolti, che pone alle pratiche espressive la questione di individuare o tracciare nuovi sentieri per pensare il «fuori». Maggiori info sulla rassegna le trovate sul sito ufficiale.