L’ondata di maltempo che ha flagellato il nord-ovest italiano ha fatto danni terribili. Li ha fatti alle cose, alle persone, in modo drammatico; l’ha fatto anche a un pezzo della nostra cultura, della nostra comunità. Ovvero, chi vive la musica come una passione viva, come una ricerca affilata ed onesta, come un modo per migliorare le proprie vite, scoprendo, esplorando, non accontentandosi del cibo preconfezionato del mainstream. E sentendosi comunità. Comunità inclusiva, per quanto refrattaria ai luoghi comuni.
Hydro era così. Usiamo il passato, perché nella foto che vedete qui sopra l’edificio non più esistente sulla destra, completamente collassato, era la sua casa. Ma Hydro c’è ancora, Hydro è così: vogliamo assolutamente usare il presente indicativo. Lo facciamo perché conosciamo lo spirito, l’amore, la forza, la competenza, la testardaggine di chi l’ha creato e portato avanti (…e non c’è nulla di più magnifico e difficile del creare “dal nulla”, in zone considerate inagibili culturalmente per ciò che non è convenzionale, delle piccole utopie sintonizzate con la ricerca e l’avanguardia). Già stasera 5 ottobre 2020, riportiamo il post qui sotto, ci sarà un’assemblea in città – ovvero a Biella – per capire come e dove ripartire. Se siete in zona, non mancate.
Ma anche se non siete in zona. Hydro a Biella è stata una rivelazione, quando l’abbiamo scoperto. Già solo per il fatto di essere inglobato nell’incredibile complesso della Cittadellarte, una “utopia” pensata e creata da Michelangelo Pistoletto, uno dei più celebrati artisti contemporanei viventi. Hydro si era ritagliato uno spazio, quello più vicino al fiume, in questo complesso che ti faceva pensare di essere un po’ a Berlino un po’ ancora nella Biella della rivoluzione industriale, del tessile che conquista il mondo, ma con la metafisica spettrale inevitabile, visto che questi anni erano e sono passati e adesso era ed è giunto il momento di reinventarsi.
Una bellissima proposta di “reinvenzione”, quello di affidarsi alla cultura, affidarsi alla musica dallo sguardo più internazionale e sofisticato. E di farlo con un tocco molto umano da un lato, con un inappuntabile tocco professionale dall’altro, come sa chiunque sia passato per Hydro in questi anni (…del resto, uno dei suoi creatori è il direttore di palco di, fra gli altri, Jazz:Re:Found, Movement e Kappa FuturFestival: tanto per capire il livello di competenza lavorativa). Ora una piena ha portato via la casa, ma siamo sicuri non abbia portato via idee, entusiasmo, competenza – ciò che la ha reso in pochissimo tempo un club dalla programmazione e dal valore da metropoli europea “nobile”. Forza, Hydro: abbiamo tutti bisogno di te.
Sapete tutti cosa è successo nella notte di venerdì. La parte fisica di Hydro, quella di mattoni e vetri e cemento non c…
Pubblicato da HYDRO su Sabato 3 ottobre 2020