Fermi tutti è uscito il nuovo album di Four Tet. Si chiama “Pink” ed è pubblicato da Text Records, l’etichetta London based dello stesso Kieran sul cui catalogo possiamo trovare quel tipo di musica di cui non conosciamo mai abbastanza pezzi o artisti e di cui non ci stancheremmo mai.
Non vedo l’ora di immergermi nudo nelle sensazioni che solo Hebden riesce a darmi. Dopo le piccole uscite come “Locked / Pyramid” sono affamato, perciò mi tuffo senza esitazioni, senza leggere la tracklist. Faccio partire il disco e…appunto: le ultime uscite. Comincio a sentire il groove di “Locked” che riconoscerei ad occhi chiusi e la delusione quasi bilancia l’ipnosi e l’estasi musicale che mi trasmette questo pezzo. Lo lascio andare, non posso fermarlo. Però mentre mi lascio trasportare mi insospettisco e dò uno sguardo veloce a ciò che mi aspetta. Come temevo. Più che un album vero, infatti, e proprio “Pink” si è rivelata una sorta di compilation, una raccolta ecco. I pezzi sono quasi tutti già ascoltati all’inverosimile attraverso Soundcloud e Youtube o perchè già pubblicati. Oltre a “Locked” abbiamo “Jupiters”, “128 Harps”, “Pyramid”, “Pinnacles” e “Ocoras”. Restano fuori “Lion” e “Peace Of Heart”.
La mia attenzione, ovviamente, si poggia su questi due inediti piuttosto che sui pezzi che già tutti dovremmo conoscere o almeno su cui dovremmo avere un’idea. Dite quello che volete ma un certo tipo di musica (come quella di Four Tet o di Burial) è bene conoscerla a prescindere dai propri gusti e le proprie velleità.
La prima delle due news è “Lion”. Classico stile Four Tet: drum elaborata con suoni standard e non, groove ripetitivo che si stende come un tappeto rosso senza fine su cui danzano la melodia che si sviluppa attraverso una composizione di campioni e synth altamente non banale e che si incastra a perfezione con i campioni “non standard” con cui è costruito il groove. Pochi (o molti, dipende da quanto siete elastici musicalmente) elementi e la magia è fatta. Finalmente arriviamo al secondo inedito “Peace For Earth”. Dico finalmente perchè ho già adocchiato che la traccia è molto lunga (circa undici minuti) e la cosa mi incuriosisce non poco. Dai primi suoni capisco subito che sto per ascoltare un masterpiece – mi voglio sbilanciare. I bpm, contrariamente a quanto Kieran ci ha abituati, sono contenuti. Mi lascio cullare e intorno a me crescono suoni di cristallo, i pad lasciano posto a un arpeggio che rimbalza su se stesso creando come un bozzolo di suoni. Dopo undici minuti abbondanti faccio fatica ad ascoltare qualcosa di diverso e la sensazione che ho addosso è davvero notevole. Provare per credere.
Compilation o album inedito Four Tet non mi lascia mai a bocca asciutta. Regala sempre, e tanto.