Torniamo in Italia, precisamente in Toscana. L’artista in questione è Francisco Allendes, cileno ben noto ai clubbers di mezza Europa, che consegna alla Unclear di Arezzo un lavoro composto da due tracce più un remix di Elia Perrone, co-fondatore della label. Doveroso citare alcuni lavori di Allendes, ricordo “Espiritu” o “Esa Nena Quiere”, successi che hanno fatto ballare mezzo mondo, soprattutto in quel periodo musicale nel quale i ritmi latini tornarono in voga in maniera davvero persistente, quasi stressante. Francisco fa parte di quella schiera di talenti made in Cile, quegli artisti che perseverano sempre nel contaminare ogni elemento artistico con qualcosa che rimanda alle loro origini, alla loro cultura in toto. Abbiamo esempi ormai assodati come Villalobos, Luciano, Pier Bucci…e, fatte le dovute proporzioni, Francisco non è da meno anche alla luce del suo dj set, già protagonista ai party Cocoon Heroes di quest’estate.
Entriamo nello specifico nel lavoro che Francisco consegna ad Unclear. Come la mia premessa annuncia, ci troviamo di fronte a due tracce prettamente housy, con connotazioni tribali e latin house. La traccia che da titolo all’EP “Children Of Forever” è giocosa, con un sottofondo quasi folkloristico nelle pause, grazie all’accenno di voci di richiamo e le varie tambourine maracas che entrano ed escono sulla sequenza totale. Le ripartenze son decise, soprattutto per l’utilizzo di open hat secchi e persistenti. Ciò che rimanda più di tutto al “latin house” è quella leggera sequenza di chitarra che precede la ripartenza in corrispondenza della pausa principale. Elia Perrone firma il remix per questa traccia riprendendo, giustamente, le note caratteristiche che delineano il disco. Anche qui il tutto segue i “dettami latin house” tanto cari ad Allendes, ma il lavoro risulta leggermente più ricercato: sarà per la cassa in controbattuta presente nella pausa e per quel synth leggermente dark che entra nelle ripartenze, fatto sta che Elia chiude un remix davvero interessante.
La traccia che preferisco è senza dubbio “Duendes, Gremlins Y Esquimales”. Mi piace il ritmo, mi piaciono le sue percussioni e la sua “linearità”, linearità che non sfocia nella banalità e che conferisce al disco quell’impeto che lo rende una traccia decisamente da pista. Le pause presentano un vocal appena accennato che, reverberato a salire, lancia le ripartenze, già arricchite di tutti i suoni dello schletro complessivo.
Devo ammettere di essere contento di vedere un artista come Francisco Allendes su una label italiana. Vi rimando al disco consigliandovi, come sempre, di dare sempre un’occhiata al mercato italiano: di sorprese ce ne sono… basta saperle cercare!