Prendere il passato e quanto di buono ci ha insegnato, e spingerlo nel futuro: così interpreta il titolo del suo terzo album Franck Roger, colonna della scena house parigina degli ultimi quindici anni e boss della Real Tone. Un uomo che poco si cura delle mode e del loro avvicendarsi, e anche per questo riesce a suonare fresco pur muovendosi entro i confini di un suono collaudato. Ma c’è di più, come detto. Roger parte infatti dai suoi riferimenti classici per avventurarsi in zone meno battute, optando spesso e volentieri per atmosfere più scure e ipnotiche, in cui techno detroitiana e modalità dub entrano in campo sensibilmente.
Il fulcro dell’album, la sua trave centrale per senso e per scaletta, resta così “Sands Of Time”; deep radiosa nel suo incedere molto positivo e balearico, con il cantato soul del fido Mandel Turner – già a bordo nei due singoli usciti nel 2012 sempre per Circus Company, “Take You Up” e “Spread Love”, dal primo si recupera qui la tensione che sfocia in tropicalismo dell’ottima “Surrounded” – e cori senza parole a sostenerlo. Il resto, invece, si fa più notturno e dopato. A cominciare da “Calixto”, che dopo i nemmeno due minuti a base di synth cotonati e arie da film anni ’70 di “I Want You” da il là alle danze, minimale col cuore, pulsazione techno spaziale a bassa velocità trainata da un arpeggio acid vecchio stampo.
Ma è solo un esempio, in un flusso molto omogeneo ma raramente monotono di tappeti percussivi, armamentario deep, suoni retro e campioni vocali centellinati con gusto. Altri altrettanto validi? Le onde lunghe miste a tocchi nervosi e funk della tribaleggiante “Feel It”, le sospensioni dubbate a media velocità della sognante “Back With Your Love”, o soprattutto il feeling underground afroamericano puro – e bello sporco – della strepitosa “Black Jazz”, trenino di batteria e incroci d’organo jazz/fusion d’altri tempi. Un paio di cose dub techno invece piuttosto generiche abbassano la media, ma il giudizio resta largamente positivo.