Non sono necessarie grandi presentazioni per Âme, duo berlinese composto da Frank Wiedemann e Kristen Beyer, co-fondatori dell’etichetta Innervisions insieme a Dixon. Fresco del successo della sua “Howling” Frank ha accettato di fare due chiacchiere con noi.
Ciao Frank, come stai? Sei a Berlino adesso?
Ciao, io sto benissimo e naturalmente sono a Berlino.
Come trascorri il tuo tempo tra una data e l’altra?
Passo molto tempo in studio a lavorare su nuovi brani, oppure lavoro per l’etichetta. Al di là della musica non ho hobby se è questo che intendi, il mio lavoro è il mio hobby. Mi piace fare musica e fare concerti. Non faccio sport, mi piace la buona cucina, mi piace esplorare la natura; sono particolarmente legato ad alcune parti del sud della Germania, la zona di mio nonno, dove mi piace fare trekking.
Come si è evoluto il progetto Âme rispetto all’inizio della sua carriera, dal momento di Rej per intenderci?
Personalmente trasferirsi a Berlino è stato un cambiamento notevole. Ci siamo avvicinati a quello che stava accadendo, ai grandi produttori, all’esplosione di Ableton, ai club. Abbiamo incontrato un sacco di persone interessanti con cui abbiamo lavorato e che ci hanno ispirato. Per quanto riguarda la musica, il modo di farla è sempre lo stesso, quello che cambia sono le idee. Di recente ad esempio ho riscoperto il valore di certi suoni dei Beach Boys.
Solo una domanda su Berlino, oggi un luogo di culto per gli amanti di tutto il mondo: che tipo di impatto ha avuto il turismo sulla scena cosiddetta underground?
Oggi le cose sono diverse, si può viaggiare da un posto all’altro in un attimo, è normale che il pubblico nei club sia disomogeneo nell’era EasyJet: il clubbing cambia. Sono d’accordo con la selezionea all’ingresso, ma non del tipo “tu sei spagnolo o italiano, non entri”, piuttosto per mantenere equilibrata la situazione; non mi interessa il diffuso ragionamento di età o origine, solo che ci sia la giusta atmosfera. Immaginate di essere il buttafuori di un club e vedere dieci ragazzi ubriachi e barcollanti che arrivano…
Il mese scorso hai suonato molto in Italia: Milano, Torino, Bologna, Foligno. Che impressione hai avuto? Ti sei divertito?
Certo che mi sono divertito. E’ stato incredibile vedere così tante persone nel club a Foligno considerando che non è una grande città. Lo staff ha lavorato sodo e sono sicuro che farà ancora bene in futuro. Bologna è ormai “old school” per me, è sempre bello suonarci, così come Milano. A Torino non mi ero mai esibito ed è stato fantastico.
Come lavorate con Kristen in studio? Ognuno ha il proprio ruolo nel progetto?
Diciamo che io sono le mani e Kristen è il cervello. Lavoriamo bene insieme, lui ha grande capacità intuitiva e ci mette tutta la sua passione. La cosa importante è mantenere una visione d’insieme di ciò che si fa, e questo con lui accade.
Sei affezionato ad alcuni synth in particolare? Ti piace sempre sperimentare nuovi suoni?
Colleziono synth, il mio preferito è probabilmente l’ARP Odyssey. Si, ci piace sperimentare, provare sempre nuove sonorità e renderle personali. Sto facendo qualche tentativo di suono “cheap”; per esempio, ho comprato un organo a cento dollari e lo sto esplorando in tutti i modi.
Come vedi il “suonare dal vivo” rispetto che al fare djset?
Preferisco suonare dal vivo, sono un musicista e la musica la suono, non mi dice nulla fare play/stop dei brani (non sto parlando di gente come Richie Hawtin e Luciano, loro usano campioni e loop di molti pezzi diversi). Mi piace suonare la mia traccia al momento, partendo dal fatto che la conosco in tutte le sue fasi e so cosa valorizzare e come. Il djset ha più l’intento di trovare il giusto flow, lo si può fare per 5 ore di fila, mentre il live richiede attenzione e un diverso tipo di abilità.
Come è il tuo live? Che setup adoperi?
Ableton e due controller. Ho provato a suonare dal vivo con la tastiera, ma mi sono reso conto che è più importante come un pezzo rende, come suona, piuttosto che quello che si utilizza, e comunque poca gente lo noterebbe.
Che cosa è Innervisions per voi? Quali sono le vostre aspettative per i prossimi anni?
Ci saranno sempre nuove uscite ed eventi, ma non abbiamo alcun piano. Penso che se si mantengono mente e vista aperte le cose vengono da sole. E’ il mio consiglio a chiunque.
Che cosa è esattamente “Muting The Noise”?
Si tratta di un negozio online dove si vendono dischi, libri, t-shirt, gioielli, ancora oggi, un pò di tutto.
Come sarà il 2013?
Il nuovo anno avrà inizio con alcune date, di cui una ancora da definire a Venezia. Stiamo lavorando anche con Marcel Dettmann alla musica di un balletto che andrà in scena al Berghain.
English Version:
I think you don’t need any introduction to Âme, made in Berlin duo composed of Frank Wiedemann and Kristen Beyer, co-founders of Innervisions label with Dixon. Just over his “Howling” success Frank agreed to have a chat with us.
Hello Frank, how are you? Are you in Berlin now?
Hello, I’m fine and of course in Berlin.
How do you spend your time between one date and another?
I spend much time in my studio working on new tracks, otherwise I work for the label. Beyond the music, I haven’t any hobbies if that’s what you mean; my work is my hobby. I like to make music and playing gigs. I don’t do any sports, I love good food. I like exploring nature, I’m particularly linked to certain regions of southern Germany, my grandfather’s territory, where I like to do hiking.
How is now Âme comparing it to the start of career, for instance from Rej period?
Personally our moving to Berlin was a remarkable change. We approached what was happening, big producers, Ableton’s explosion, clubs. we have met a lot of interesting people wherewith we have been working together and which inspired us. The working method is always the same; what changes is given by ideas. For example, I recently rediscovered the value of certain sounds of the Beach Boys.
Just a question about Berlin, now a worship place for clubbers around the world: what kind of impact had tourism on the so-called underground scene?
Today things are different, you can travel from place to place in a second, it’s normal that the club audience is inhomogeneous in the EasyJet’s era. Clubbing changes. I agree with entrance selection, but not kind of “you are Spanish or Italian and can’t enter”, rather to keep balanced the situation; I don’t care the current reasoning based on age or origin, only there’s a fitting atmosphere. Imagine being a bouncer in a club and ten guys drunking and staggering coming…
Last month you have often played in Italy: Milan, Turin, Bologna, Foligno. What was your impression? Did you have fun?
Of course I enjoyed it. It was amazing in Foligno to see so many people get in the club whereas it’s not a big city. The staff worked hard and I’m sure they will do well in the future. Bologna is now “old school” for me, it’s always nice to play there, so also Milan. In Turin I had never performed and it was great.
How do you work with Kristen in your studio? Does either have its own role in the project?
Let’s say I am the hands and Kristen is the brain. We work well together, he has a great insight and puts in all his passion. The important thing is to keep an overview of what you do, and this happens with him.
Are you loyal to certain synth in particular? Do you always like to experiment with new sounds?
I collect synth, my favorite is probably the Arp Odyssey. We like to experiment, try always new sounds and make them personal. I’m making some attempts with a “cheap” sound; for example, I bought an organ for $100 and I’m exploring it from end to end.
How do you consider “playing live” compared to deejaying?
I prefer to play live, I’m a musician and I play music, I don’t get anything switching on/off the tracks (and I’m not talking about people like Richie Hawtin and Luciano, who use samples and loops of many different songs). I like to play my track at the time, based on the fact that I know in all its steps, and I know what value and how. The DJ set longer has the intent to find the right flow, you can do it for 5 hours at a stratch, while live set requires attention and a different kind of skill.
How’s your live? What setup do you use?
Ableton and two controllers. I tried to play live with the keyboard, but I realized it’s more important how a song sounds rather than what you use, partly because few people would notice it.
What is Innervisions for you? What are your expectations for the next years?
There will always be new releases and events, we’ll focus attention on people. We don’t have any plans. I think if you keep open your mind and your view all happens spontaneously. It’s my advice to anyone.
What’s exactly “Muting The Noise”?
It’s an online store where we sell records, books, t-shirts, jewelry even now, a bit of everything.
How will 2013 be?
New year is starting with some dates, including one in Venice to be defined yet. We are also working with Marcel Dettmann on a ballet’s music that will be staged at Berghain.